di Vinicia Tesconi
parte quinta
Alle nuvole arancio, Licnon e Asteros trovarono la tata trafelata che stava inseguendo un gruppetto di nascituri affascinati da una cometa.
<Che succede?> chiese la Tata Arancio.
< Ricordi il piccolo che ho preso oggi?> domandò Licnon.
< Certo: è già partito…spero > rispose la tata.
<Purtroppo no. Licnon lo ha perso…> intervenne Asteros, prendendosi subito una gomitata dalla sua collega.
<Come lo hai perso? Che state dicendo? Dov’è adesso il bambino?> chiese allarmata la tata.
<Non lo so! L’ho messo nella culletta spaziale, ma dopo pochi secondi era sparito. Ho pensato che avesse dimenticato qualche cosa sulla sua nuvola e che potesse essere tornato indietro a prenderla. Lo hai visto per caso?> chiese Licnon.
<Assolutamente no!> rispose la tata < Se lo avessi visto avrei subito avvertito i verificatori, sapete come è la procedura nei casi di ritorno sulle Nuvole colorate.>
< A questo punto direi che è meglio tornare alla torre uno e cercarlo lì intorno. Non potrà essere andato molto lontano…> disse Asteros, voltandosi per uscire dalle nuvole arancio.
Licnon non era convinta della proposta fatta da Asteros e continuava a pensare che se esisteva un indizio per ritrovare il bambino doveva essere lì. Si fece dire dalla tata quali erano le abitudini del piccolo e scoprì che anche lui aveva la passione per le stelle comete, proprio come lei. All’improvviso una piccola idea si fece strada nella mente di Licnon .
< Grazie mille Tata Arancio. Forse ho capito dove si è nascosto il bambino!> disse Licnon .
< Bene! Allora dillo anche a me, visto che per colpa tua mi trovo in questo guaio!> chiese Asteros.
Licnon fece una smorfia di disappunto, ma poi spiegò ad Asteros : <C’è un punto un po’ nascosto sotto l’orlo del cielo di Antea. Lo conoscono in pochi. E’ il balcone dei sogni: da lì passano tutte le comete e le stelle cadenti. E’ bellissimo! Io ci sono andata tante volte quando ero una bambina delle nuvole arancio. Ci sono andata anche…vabbè, lasciamo perdere. Credo che il bambino sia lì. > spiegò Licnon, cercando di scacciare il ricordo del giorno della sua mancata partenza, quando era andata proprio sotto l’orlo del cielo di Antea per scoprire in quale punto sarebbe atterrata la sua navicella.
Asteros non si accorse dell’esitazione di Licnon e cominciò a calcolare quanto tempo ci sarebbe voluto per arrivare all’orlo del cielo di Antea.
<Caspita è lontanissimo. Non faremo in tempo ad arrivare lì e riportare indietro il bambino. Sempre ammesso che sia davvero lì. >protestò Asteros.
<Se si fa il percorso regolare è molto lontano, ma se si prende la scorciatoia, si arriva in un attimo. Vedi che succede a non essere curiosi? Questa cosa non la sapevi, caro il mio genio. Seguimi!> rispose Licnon sorridendo.
<Scorciatoia? Mai saputo che esistessero scorciatoie su Antea. Veramente non sapevo neanche che ci fosse il balcone dei sogni!> rispose Asteros perplesso.
Illustrazione di Maria Semina classe IV^ B Liceo Artistico Artemisia Gentileschi Carrara Docente professoressa Doriana Guadalaxara