La consapevolezza porta ad esprimersi in maniera diversa, forse più completa ed anche complessa. Poter ascoltare brani nati da essere umani, che tendono ad osservare il mondo e le dinamiche dalle diverse angolazioni, ci permette di ampliare le nostre vedute, di poter cogliere essenze, fino ad allora sconosciute. Ascoltando Viola Violi può accadere proprio questo: toscana di origine e, ad oggi, cittadina romana, domani chissà. Cantautrice, acuta, ironica ed autoironica e pensatrice attiva. Viola è una donna dalla parte delle donne, rispettosa verso il mondo che la circonda. Una donna che si osserva e che è in continua evoluzione, un vulcano di idee e di azioni. È uscito il suo ultimo singolo dal titolo: Dimmi cosa pensi “Pianeta”. Si può ascoltarlo in tutte le piattaforme streaming e lei con il suo carisma lo presenta sui social. Viola mi ha colpita per quello che traspare di lei, per la sua grinta e sono sicura che sentiremo parlare molto di lei.
Viola, quando ha capito che la musica avrebbe fatto parte della sua vita?
Non sono certa di averlo capito in un momento specifico. In realtà ancora combatto contro la sensazione che la musica sia qualcosa che non mi appartiene. Anche se è nella mia vita da tanto, devo prenderci confidenza fino in fondo.
Com’è stato il suo approccio con questa arte?
All’inizio tremendo, non volevo cantare davanti agli altri, da piccola mi vergognavo tantissimo di tutto, del mio corpo, della mia voce, delle mie emozioni. Poi quando sono venuta a vivere a Roma, da sola, qualcosa si è sbloccato, lentamente, e mi sono tuffata nello studio e sui palchi dei festival reggae! Le due cose sono state necessarie l’una all’altra.
Da quello che ho potuto ascoltare e leggere, lei mi pare una donna molto cerebrale: com’è stato il suo percorso sino ad oggi?
Questa cosa mi colpisce: solo ultimamente mi sono resa conto di quanta gente mi veda come una persona molto cerebrale, ed è effettivamente così. Solo io non me ne ero accorta. Sono impegnata così tanto e così intensamente a ragionare…che a volte, il pensiero mi si intriga. Chi è come me potrà capirmi. Sono molto riflessiva, ma anche caotica ed esuberante, ordinaria ma molto creativa. Insomma, complicata. Il mio percorso mi rappresenta, sto ancora cercando di capire meglio! Cosa? Tutto! Come scrivere meglio, suonare meglio, prendermi cura di me, delle persone intorno a me, del mio progetto. Sono venuta a Roma a 19 anni, prima vivevo a Grosseto, ho vissuto anche a Rotterdam e sono pronta a trasferirmi di nuovo. Arrivo alle tappe della mia vita ragionando, e ragionando ancora su quanto avevo prima stabilito, infatti, so che mi farebbe bene connettermi un po’ di più alle emozioni pure e semplici. Magari inizierò a meditare!
Ci parli del suo ultimo singolo: com’è nato, cosa è scaturito in lei quando è arrivato?
È la canzone che ha dato il via alla collaborazione con Matteo Pavesi, producer con cui ho scritto in totale cinque brani. Il beat è suo: l’ho sentito e ho iniziato subito a scrivere le parole e la melodia, abbastanza “di getto”. Io lavoro quasi sempre al pianoforte, accompagnandomi e cercando soluzioni melodiche in linea con le parole che mi vengono in mente, e così è stato anche per questo brano. Volevo una melodia con ampio respiro, un salto, che tirasse fuori, nella sua “difficoltà”, un registro della mia voce, che non sempre uso: quello alto.
Quale significato vuole esprimere?
“Dimmi cosa pensi (Pianeta)” è un dialogo con una persona che mi incoraggia a prendere coscienza della mia forza e delle mie capacità. È l’estensione di “Questa non sono io (Mostri)”, uscita il 3 febbraio 2023, che parlava di paure e insicurezze. Lo so, sono tutti titoli complicati, ma c’è una storia dietro, che lega questi due singoli e altri due che usciranno nei prossimi mesi.
Cosa significa essere musicista oggi e cosa è cambiato secondo lei?
Bisognerebbe vedere cosa significa esserlo in diverse parti del mondo, per avere un’idea più precisa. Nel nostro paese è un mestiere difficile e devi avere sempre tutto sotto controllo, almeno dal punto di vista di una cantautrice. Credo ci siano aree specifiche della cultura musicale, completamente affossate e quasi dimenticate, e altre portate all’esasperazione, tanto sono totalizzanti nel mercato.
Ci parli del suo genere musicale, crede che muterà nel tempo?
Posso rispondere in un solo modo: quale genere? La musica che più mi piace è quella fatta col cuore pieno di ispirazione, anche se a volte la si deve andare a cercare in generi che reputavamo impensabili e lontanissimi, fino a un attimo prima.
Dove potremo ascoltarla ed anche vederla?
A maggio sarò al Nadir di San Benedetto del Tronto, in data da definirsi, poi sto aspettando la conferma di una data molto bella il 4 agosto, a Follonica, nel frattempo non mancheranno novità, seguitemi sui social perché non esistono troppi altri modi di saperlo, per ora i cartelloni pubblicitari non me li mettono. (ride, n.d.r.)
Riesce ad esprimere se stessa anche in altre forme d’arte?
La capacità di organizzazione si può considerare arte? No, non credo, ma ho organizzato tanti concerti, qualche mostra, e, dall’anno scorso, mi diletto a fare interviste con un format che ho chiamato “Non Ho Capito”! Seguite la pagina IG* che prestissimo ci saranno notizie. Poi cucino, dicono molto bene, e dipingo male, ma continuo lo stesso.
Cosa vede nel suo immediato futuro?
Domandona, non lo so: faccio difficoltà a gestire il presente a volte. Mi vedo sicuramente non a Roma per qualche mese, ho bisogno di staccare.
Lanci un messaggio ai nostri lettori ed anche ai ragazzi che stanno pensando di fare musica…
Suonate nei garage, nelle cantine, nelle salette arrangiate, nei posti umidi e mal funzionanti, saranno i ricordi più belli (mamma mia che consiglio strano…ma mi è uscito così, senza troppo pensarci).
*https://www.instagram.com/nonhocapitooo/?igshid=YmMyMTA2M2Y%3D
foto di Erika Romano