Diceva il compianto Bruce Lee: “Se nulla dentro di te rimane rigido, le cose esteriori si riveleranno.” Ecco, appunto. Chissà quante volte siete transitati davanti al civico 23 di Via Nuova a Carrara e non avete pensato di levare la testa verso il cielo. Se lo aveste fatto, avreste avvistato, sulla sommità della cornice marmorea di una delle finestre, questo brocardo latino, datato 1842: “PARVA SED APTA MIHI” (ovvero: “Piccola, ma adatta a me”). Si tratta, in verità, della prima strofa di un distico più lungo (citazione dalle “Satire” di Quinto Orazio Flacco), che recita così: “Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non / sordida: parta meo sed tamen aere domus” (“Piccola, ma adatta a me, su cui nessuno può vantare diritti, decorosa e comprata con denaro mio”). Tale iscrizione è posta sulla facciata di quella che fu l’ultima abitazione di Ludovico Ariosto, in Ferrara, quando, nel 1525, il grande poeta si trasferì in Emilia Romagna di ritorno dalla Garfagnana, dove era stato governatore. La versione emiliano-romagnola fa riferimento alla dignità che deve connotare, sempre e comunque, la propria abitazione, che, per quanto umile e dimessa, è nostra e solo nostra ed è perfettamente idonea per i nostri scopi. Invece, (e non a caso), la versione nostrale si è fermata a “piccola, ma adatta a me” e, sempre non a caso, essa sorge su di uno dei tanti, tantissimi edifici sfitti e disabitati che, come abbiamo sottolineato più volte, sorgono -ahinoi- nella nostra cittadina. Se Carrara è parsa qualche volta, anche a voi, “piccola”, se l’avete sentita stretta al punto da volervene liberare, provate a riflettere che, giustappunto, si trattava e si tratta di una semplice questione di “adattamento”.
Una città non si misura dalla sua estensione, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni. Le città sono come le persone. Hanno un nome che le distingue e pregi, difetti e particolarità che conferiscono loro un carattere preciso. Ma c’è sempre qualcosa che sfugge, labile e indefinibile, così da renderle sempre nuove e sorprendenti ogni volta che le si rivede. Come queste piccole curiosità di cui discorriamo ogni settimana, ad esempio. Se pensate in questi termini, vedrete come, per quanto “piccola”, la nostra città vi sembrerà, di colpo, molto più “adatta a voi” di quanto pensavate. Come continuava Bruce Lee nel suo intervento in apertura, mirabile parabola sull’adattamento:“Svuota la tua mente dai pregiudizi, sii senza forma. Senza forma, come l’acqua. Se metti l’acqua in una tazza, diventa la tazza. Metti l’acqua in una bottiglia e diventa la bottiglia. La metti in una teiera, diventa la teiera. Sii acqua, amico mio”.
P.s.- A proposito di acqua, diceva Paulo Coehlo: quella di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare. Quello stesso mare teatro della memorabile scena del film “Fantozzi Contro Tutti“, in cui il direttore Barambani porta Fantozzi e Filini in gita forzata sul suo Yacht, per impiegarli come mozzi. Anche in quella scena, che ci crediate o no, viene citata la frase che abbiamo umilmente provato a sviscerare in questo articolo: “PARVA SED APTA MIHI”😅
…vedete come, alla fin fine, Carrara si adatta davvero a tutto?