OLTRE|FRONTIERA
Destinazione: Helsinki, Finlandia
Coordinate: 60°10′15″N 24°56′15″E
Distanza da Firenze: 2.595 km
Uno dei due nomi – Jätkäsaari – è quasi impronunciabile, l’altro – Kalasatama – è più alla portata, foneticamente parlando, ma non sembra per niente finnico, nella sua etimologia toponomastica. Stiamo parlando di due quartieri della capitale finlandese Helsinki, che da qualche anno sono il teatro di un progetto su larga scala, che ha per finalità la trasformazione dell’ambiente urbano in uno spazio completamente ecosostenibile e a misura di cittadino. In pratica, qui si sperimentano soluzioni per raggiungere la neutralità delle emissioni entro il 2030 – il che significa che, entro quella data, esse saranno bilanciate da iniziative in grado di assicurare una capacità di assorbimento di CO2 equivalente alla quantità di anidride carbonica emessa – e la loro eliminazione definitiva addirittura entro il 2040. La realizzazione di questo ambizioso progetto è affidata all’Unità per la Mitigazione del Clima, un ufficio “ad hoc” creato dall’amministrazione per il controllo dell’impatto ambientale della città, in quelle che sono le due principali aree di criticità, per quanto riguarda le emissioni: l’edilizia civile ed industriale e, naturalmente, la mobilità. Il braccio operativo dell’Unità è la Forum Vivium, un’agenzia che si occupa dell’innovazione. È da questi uffici che passa il futuro a impatto zero di Helsinki.
Ora, non tutte le nuove tecnologie sono, per natura, vincenti. Oltre al gradimento del pubblico, l’idea deve essere economicamente fattibile e sostenibile, quindi alcune vengono accantonate. Ma per tutte le altre, l’unico modo per capire se possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo, è sperimentarle sul campo. Grazie ad alcune loro caratteristiche urbanistiche, i quartieri di Jätkäsaari e di Kalasatama si sono prestati – e si prestano tutt’ora – a fare da “laboratorio” per moltissimi progetti in tal senso. La stragrande maggioranza di essi coinvolge un solo edificio o una piccola zona del quartiere, ma se l’esperimento funziona e i costi di ampliamento di scala sono sostenibili, è molto probabile che l’iniziativa venga allargata a tutta la città. Istintivamente, viene da pensare che, camminando per le strade di questi due quartieri, si passeggi in una specie di parco a tema, dove si possano toccare con mano o vedere all’opera soluzioni tecnologiche più o meno stravaganti di inventori più o meno visionari. E per alcuni di questi esperimenti, in effetti, sembra così. Ma, naturalmente, è solo perché sfugge lo scopo per cui il progetto è stato messo in pratica.
Dopo qualche esempio il quadro risulterà più chiaro.
Le strade di Jätkäsaari sono disseminate di telecamere, ma il loro scopo non è inflittivo, bensì predittivo. Al porto del quartiere – che prima accoglieva anche il traffico dei container, ora spostato – attraccano ancora i traghetti dall’Estonia, i quali trasportano anche camion e altri mezzi pesanti. L’immissione di questi ultimi nel traffico di una qualunque città, normalmente, crea code e rallentamenti ciclici. Non qui. Il sistema di telecamere monitora le strade, e un software collegato alla schedulazione degli arrivi dei traghetti, è in grado di regolare l’alternanza semaforica e di prevenire, di conseguenza, la creazione di ingorghi. Una soluzione che, applicata al traffico nelle ore di punta e nei punti nevralgici della viabilità di realtà anche relativamente piccole come Firenze, eviterebbe o lenirebbe di molto la sofferenza cui ognuno di noi è sottoposto quasi quotidianamente.
Per incentivare l’uso della bici, in molti locali dei due quartieri c’è uno spazio interno dove si può parcheggiarla, eliminando così il rischio di furto. Il complesso Redi accoglie un grande centro commerciale e delle torri residenziali collegate ad esso. Qui la spesa a domicilio è effettuata da una pattuglia di robot in grado di arrivare fino alla porta di casa. Per le strade girano minibus elettrici a guida autonoma – cioè senza autista – che trasportano le persone ipovedenti, disabili o bassa mobilità, da casa alla fermata della metro più vicina. Anche la pulizia notturna delle strade è stata affidata a robot, riducendo sia le emissioni che l’inquinamento acustico.I farmaci arrivano dal cielo, letteralmente, grazie ad una serie di droni modificati per il trasporto di piccoli carichi, in dotazione alle farmacie di zona. C’è un edificio in cui sono installate delle rivoluzionarie finestre, che d’estate fungono da pannelli solari in grado di accumulare una quantità di calore tale da permettere un risparmio del 55 per cento sui consumi energetici.
Su un altro, invece, è stata costruita una serra, in cui i ricercatori dell’Università di Helsinki studiano quali piante abbinino utilità per l’uomo e resilienza al freddo.
Un enorme impianto di stoccaggio di petrolio, interrato nel promontorio di fronte a Kalasatama, è stato convertito nel primo sito al mondo di immagazzinamento di energia stagionale. In pratica, i due silos utilizzati per il petrolio sono stati modificati in modo da ricevere l’acqua marina riscaldata dal sole estivo, e provvedere al riscaldamento degli edifici del quartiere attraverso delle pompe di calore.
Ma forse, l’esperimento che più impressiona è la raccolta differenziata dei rifiuti. Invece dei nostri cassonetti o della raccolta porta a porta, in giro si vedono dei collettori colorati per tipologia di rifiuto, inseriti nei muri degli edifici, che si aprono come gli sportelli delle lavatrici grazie a delle chiavette elettroniche. La spazzatura, una volta inserita e richiuso lo sportello, parte alla velocità di 70 km l’ora, percorre delle tubature ad aria compressa, e raggiunge un unico centro di raccolta, dove arrivano i camion per il trasporto agli inceneritori, con benefici per il traffico e l’inquinamento dell’aria facilmente immaginabili.
Ma oltre all’obiettivo primario dell’azzeramento delle emissioni, molti progetti sono pensati anche per offrire una migliore vivibilità degli spazi cittadini. Ci sono, per esempio, edifici residenziali pensati per anziani soli, che attraverso degli spazi comuni – per preparare e consumare i pasti, per esempio – possono sviluppare un senso di comunità, fondamentale per affrontare con meno angoscia e senso dell’abbandono l’ultima fase della loro vita. Oppure la nuova, grande biblioteca di Helsinki. Qui, a parte il futuristico sistema robotizzato di riconsegna dei libri, sono a disposizioni di tutti – tramite una semplice prenotazione – piccole sale riunioni, strumenti musicali, sale di registrazione, console per videogiochi, visori di realtà aumentata, computer, stampanti e scanner 3D, macchinari per il taglio laser e tanto altro ancora.
Certo, questo modello di sviluppo è inapplicabile a moltissime delle nostre città, quasi tutte caratterizzate da centri storici difficilmente modificabili, a meno di interventi che non sono nemmeno pensabili. Ma la strada è tracciata. Qualunque altra non è percorribile. Ad Helsinki, come abbiamo visto, tecnologie ed idee ci sono, come pure la volontà politica di metterle in pratica. Qui in Italia non difettiamo né delle tecnologie, e né tantomeno delle idee. Rispetto agli amici finlandesi, però, è il resto che sembra mancare. Siamo in ottima compagnia in questo, a dire il vero, ma ciò non può essere di alcun conforto. Semmai il contrario.
Fonte: Focus, Wikipedia