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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

 Lo Sfasciapiedi di Marina di Carrara

DiPietro Marchini

Mar 10, 2023

Sono lo Sfasciapiedi di via Garibaldi, vicino al palazzo delle poste, a Marina, luogo molto frequentato dagli anziani, che si recano a ritirare la pensione o a pagare le bollette. Consiglio a tutti, per non avere spiacevoli sorprese, quando mi percorrete, di guardare costantemente in basso senza bearvi ad osservare gli alberi e l’azzurro del cielo, in fondo sono lungo soltanto cento metri.

Detto questo, si possono considerare anche le particolarità, non tutte negative, che metto in evidenza: per esempio il tessuto articolato e, in certo senso unico, del mio asfalto. Sfido chiunque a trovarne un altro uguale. Quando piove, poi, mi trasformo in una vera e propria oasi naturalistica molto simile alle grotte sotterranee di cui le nostre Apuane sono orgogliose.

Che volete, io mi considero un’opera d’arte da esporre in un museo, un prodotto che, neanche la mente più fervida e fantasiosa, riuscirebbe a creare. Comunque, detto fra noi, a Marina di queste opere ce ne sono in abbondanza ed è probabile che a me non spetti la Palma d’Oro.

Comunque, dovete sapere che, quando i bambini mi percorrono in bicicletta, si divertono un mondo a fare la gimcana e a mettere in risalto le loro abilità. Si vabbè, qualche volta cadono e si sbucciano un ginocchio, ma quasi sempre si rialzano e riprendono le loro evoluzioni fra le grida e le imprecazioni dei genitori. Che poi, anche loro, chissà quante volte da bambini si sono fatti male alle ossute giunture.

Ho ascoltato con interesse anche il parere di alcuni geriatri, che commentavano il mio stato, mentre mi percorrevano: vi posso assicurare che non erano per niente negativi, anzi sostenevano che ad una certa età bisogna evitare le superfici lisce e preferire quelle che ti costringono a muovere piedi e gambe in maniera sempre diversa, dando così alla colonna vertebrale tutti quei movimenti che la tengono in allenamento. Si vabbè, qualche volta cadono e non si rialzano finché non arriva l’ambulanza a sirene spiegate, ma che volete, non si può avere tutto dalla vita.

Però, chi non vuole correre rischi, per recarsi all’ufficio delle poste, può passare anche nella strada. Ok,  ci sono le macchine, che sono costrette a rallentare, a suonare il clacson, a mandarti a quel paese e qualche volta all’ospedale, ma tutto questo rientra nell’ovvio, se non proprio nel naturale. L’amministrazione comunale ha un’infinità di cose da pensare: le precedenze, i bilanci, le scuole fatiscenti, la città in cui non abita più nessuno, la ripiantumazione del verde, le associazioni che non sono mai contente, le inaugurazioni e il taglio dei nastri,  le riunioni con gli industriali del marmo, perché continuino a scassare indisturbati le nostre montagne, eccetera, eccetera… non si può pretendere che volga il proprio sguardo e sprechi il proprio pensiero e il tempo per fare riunion,i fra maggioranza favorevole e opposizione contraria, per un problema che dovrebbe essere prioritario ma che, detto in politichese, è assolutamente irrilevante. 

Ad ogni modo e comunque la pensiate, se venite a trovarmi vi accoglierò molto volentieri, e se il mio aspetto non sarà proprio accattivante e di vostro gusto, saprò ripagarvi con tutto il mio affetto e la mia devozione. Grazie per l’ascolto, ho bisogno di un poco di solidarietà.