Camminare in una sala cinematografica, percorrerla a piacimento in lungo e in largo visitando una mostra. A Firenze si può.
Il nuovissimo cinema “Astra” in piazza Beccaria si propone sia nella veste tradizionale, sia come spazio polifunzionale, moderno e dinamico. I visitatori potranno così fruire della sala cinematografica, muovendosi o restando fermi in piedi nell’ampio spazio liberato dalle 100 poltroncine che, a seconda dell’evento in programma, scompaiono nel pavimento o ne riaffiorano in soli dieci minuti grazie ad un meccanismo con sensori.
Dal 27 gennaio il cinema Astra ha voluto inaugurare i suoi spazi inserendo in programmazione la mostra “Riverboom-Greatest hits” che omaggia il collettivo “Riverboom”, casa editrice, casa di produzione, fabbrica di idee, presentandone i più grandi successi montati in un video-reel e offerti allo spettatore come una raffica di immagini di estremo interesse. Una carrellata di tante belle foto e pochissime immagini in movimento come il surreale “Singing out of tune” in cui il canto di un uomo stonato in bici riecheggia in una strada periferica. Il flusso di immagini è potente, arriva veloce, quasi stordisce nel suo alternarsi di scenari, colori e indovinatissime musiche di accompagnamento. Nella sezione “Firenze versus the world” vengono contrapposti i simboli e gli stereotipi della città con altre icone del mondo producendo effetti divertenti ma anche critici o paradossali. Si gioca poi con tanta ironia e irriverenza, mostrando gli scatti dei paesaggi immortalati dal celebre fotografo Ansel Adams, contaminati però dall’intrusione di un uomo a sedere scoperto nella sezione “Assel Adams”. Le immagini si susseguono veloci e propongono “Fifty shades of red”, una carrellata di gente in costume che si è lasciata fotografare al mare con la pelle colorata dal sole. Patiti dell’abbronzatura chiamati a raccolta e sorridenti con cui ci immedesimiamo ma che ci fanno riflettere sui valori della nostra cultura. Mille sfumature di pelli, da rosse a bronzee, fino alle scottature più fastidiose. Molto paradossale è la parte dedicata all’Afghanistan in cui foto patinate dei maggiori simboli del paese dei talebani, appaiono come pagine di un depliant turistico da sfogliare. L’effetto è dirompente ed estraniante. I giovani del posto, il cielo, i monumenti, si alternano ai Kalašnikov, alla marijuana, ai generali, con lo sfondo musicale di “Bang bang”.
“Riverboom-Greatest hits-Photography versus cinema” sarà in cartellone fino al 5 marzo e visitabile gratuitamente in differenti orari, anche di mattina.
Foto di Silvia Meacci