Siamo noi i protagonisti della nuova mostra “Fuori dal mondo”, ospitata nelle sale di Palazzo Medici Riccardi. Christian Balzano evidenzia, stravolge e sovverte il pianeta, i suoi confini mutevoli, la natura. Con materiali eletti come il tessuto, il marmo, la pelle, le reti, i colori, le lamine d’oro, l’artista contemporaneo contrappone le sue opere fragili alle granitiche smanie di possesso, alle ingiustizie e al fluire inevitabile del progresso.
Balzano, che da sempre ama forgiare anche le parole, con titoli ad effetto a volte sgrammaticati ma allusivi, sembra giocare con il titolo. “Fuori dal mondo” è un imperativo o una considerazione? Sta fuori dal mondo chi non ne ha cura, chi vuole comandare e manipola le masse. Fonte di riflessione è un’immagine, una mappa incisa intorno al 1580 dal cartografo Epichtonius Cosmopolites, la cosiddetta Mappa del Cappello del Giullare che reca questa frase: “È su questa terra che gli uomini esercitano il potere e bramano ricchezze, gettando l’umanità nel caos e scatenando guerre fratricide”. Balzano racconta di natura, di conflitti, di contrasti, di multiculturalità, di diversità, sottolineando, concentrando e amplificando ciò che accade intorno a noi. Si esce dalla mostra e ci si rende fortemente conto, pur nella nostra caducità, di appartenervi appieno.
Alle mappe del mondo è dedicata la prima sezione del percorso. Balzano le ha dipinte, ricoperte di lamine dorate, lasciate macerare in acqua di mare e presentate come icone bizantine con confini mobili e spesso evidenziati in rosso come ferite slabbrate, sanguinanti.
In Balzano emerge costantemente la consapevolezza dell’inevitabile contaminazione data dal confronto con l’altro. “Ad ogni incontro dai un po’ di te e, a tua volta – dice l’autore -, resti segnato dall’altro“.
Da qui la domanda se un’identità storica e culturale di un territorio possa essere ridisegnata completamente dopo l’arrivo massiccio e la convivenza di tante persone di culture diverse.
Il percorso espositivo continua con la tappa dedicata alla natura. Erbacce impregnate di varichina sulle tele le hanno rese uniche, talvolta anche perforate. L’artista le ha imparentate con fili di tessuto verde che alludono alla rigenerazione di una natura che vuole essere più “naturans” che naturata, più attiva. Punto centrale della mostra, sia fisicamente che metaforicamente, è “la stanza del matto”. Balzano ha immaginato un giullare che volendo spiazzare, si è divertito a tagliuzzare e scomporre le bandiere di paesi e ricomporle. Vessilli e drappi con nuove conformazioni chiamano lo spettatore a riconoscere le bandiere originali. Proseguendo la visita si rimane ammaliati da grandi timbri bianchi rappresentati come sigilli dei simboli delle più diffuse religioni. L’unico timbro nero ha come figura incisa il toro, segno totemico caro all’artista che lo ha utilizzato in altre sue personali, per esempio in “Resilienza”, in cui l’artista si è ispirato ad un culto di iniziazione atavico durante il quale i giovani adulti si misurano a mani nude con un toro che diventa quindi simbolo di sfida per chi, circondato da una realtà provante, decide di mettersi in gioco, andare oltre e vedere nel cambiamento un’opportunità. In “Reti”, l’ultima sezione del percorso espositivo, i dipinti luccicanti di Balzano sono realizzati su vere e proprie reti di stoffa, dilatabili, mutabili. Una scritta rossa al contrario su una rete dorata recita: “Re e uomini fanno progetti dei quali Dio ride” monito esclamato a ridimensionarci.
Christian Balzano, classe ’69, è nato e vive a Livorno. È maestro del vetro, artista e viaggiatore sempre alla ricerca di tradizioni e riti atavici. Ha esposto con successo in svariate città argentine, in Brasile, negli Stati Uniti, alla Biennale di Venezia. Ha partecipato a numerose collettive, sia in Corea che in Italia.
Promossa da città metropolitana di Firenze con il patrocinio di regione Toscana, organizzata da MUS.E e casa d’arte San Lorenzo, “Fuori dal mondo” è stata curata da Marco Tonelli e sarà visitabile fino al 12 marzo 2023.
Per maggiori informazioni: info@palazzomediciriccardi.it
Foto di Silvia Meacci