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Diari Toscani

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20 milioni di euro per garantire il Made in Italy del sigaro Toscano

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Gen 3, 2023

È stato firmato un accordo tra il sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali e Manifatture Sigaro Toscano, in base al quale verranno stanziati quasi 20 milioni di euro per garantire il Made in Italy del famoso sigaro “Toscano”. In questo modo verranno coperte le spese riguardanti tre anni di produzione, dal 2022 al 2025, e si garantirà, ogni anno, l’acquisto di un minimo di 2200 tonnellate di tabacco. L’obiettivo primario è quello di salvaguardare il Made in Italy mettendo in condizione, sia coltivatori, sia i territori di produzione, di poter programmare e garantire un futuro alla filiera.

La produzione di sigari in Toscana ha origini che risalgono al XVIII secolo, quando il primo tabacco giungeva dalle colonie spagnole. Nel XIX secolo la produzione regionale cominciò a diventare importante, soprattutto nella zona di Livorno. Attualmente il sigaro toscano viene prodotto con tabacco “secco” coltivato direttamente in regione. I sigari “Toscano” hanno generalmente un diametro compreso tra i 13 e i 16,5 millimetri, a seconda della specifica tipologia. La lunghezza dei diversi tipi di Toscano varia da un minimo di 155 ad un massimo di circa 163 millimetri, ad eccezione del Toscano “Moro” che è largo 20 millimetri nel punto più grosso e lungo 230 millimetri. 

Manifatture Sigaro Toscano è uno dei 20 brand più conosciuti nel mondo, che ha chiuso il bilancio 2021 con ricavi per 115,7 milioni di euro, con un valore che si stima attorno ai 200 milioni. Per quasi 130 anni, a partire dal 1818, la fabbricazione del sigaro si è svolta principalmente a Firenze, ma, negli anni successivi al periodo post-bellico, lo ‘Stortignaccolo’, ovvero il Toscano Originale, un sigaro fatto a mano, di alta fascia, presentato per la prima volta nel 1985 (mentre il Toscano Classico è stato presentato nel 1930) che fu immesso nel mercato nel 1986, dopo un anno di stagionatura,  ha lasciato definitivamente il capoluogo toscano per trasferire la sua produzione a Lucca e a Cava de’ Tirreni.