Francesca Bernardini è appassionata di arte da sempre. Per questo frequentò il liceo artistico Gentileschi di Carrara, quando ancora non era stato intitolato alla pittrice seguace di Caravaggio e si diplomò nel 2006. Aveva già quei problemi agli occhi che, nell’arco di una decina d’anni da allora, l’hanno condotta alla cecità, in cui vive da quattro anni.
Doriana Guadalaxara insegna discipline pittoriche, grafiche e scenografiche al liceo artistico Gentileschi. Vi è arrivata due anni fa, dopo aver insegnato grafica multimediale e architettura 3D al liceo scientifico Fermi di Massa, e, ancor prima, essere stata assistente alla cattedra di decorazione e mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Roma, sua città d’origine.
L’incontro tra Francesca e Doriana è avvenuto per caso, nell’ufficio scolastico provinciale, dove Doriana si era recata per avere informazioni sul liceo Gentileschi, scuola in cui desiderava trasferirsi. Da lì la scintilla del progetto Arte e Braille: Doriana è una grande appassionata di Braille e, subito, simpatizza con Francesca e raccoglie il suo dispiacere per aver dovuto rinunciare al disegno e all’arte, in seguito al peggioramento della sua vista. Doriana utilizza le conoscenze derivate dallo studio del Braille e dalla sperimentazione di varie tecniche di disegno e realizza un disegno in Braille: il profilo di una testa di cavallo. Lo porta a Francesca chiedendole di leggerlo con le mani e Francesca riconosce il soggetto disegnato e si commuove fino alle lacrime. Da quel momento Doriana e Francesca lavorano insieme per mettere a punto il progetto che traduce l’arte in Braille. “Non è nato come scultura tattile in 3D – spiega Doriana Guadalaxara – ma proprio su carta. Realizzavamo forme, soprattutto di profilo, con elementi grafici semplici e basilari. I primi studenti a sperimentare questo percorso, iniziato nel 2016, sono stati quelli del Fermi. Con loro abbiamo avviato vari tipi di sperimentazioni per metterli nella condizione di comprendere le condizioni dei non vedenti. Li bendavamo e con il supporto di una voce guida dovevano provare a leggere le forme dei nostri disegni. Abbiamo provato il disegno olfattivo abbinato agli odori della frutta e un percorso tattile in cui, bendati, dovevano riconoscere i compagni, toccando i loro volti con le mani. Infine abbiamo fatto fare loro un percorso Braille, sia interno, sia esterno alla scuola, nel quale, sempre bendati dovevano camminare seguendo un rumore che gli indicava la presenza di ostacoli e la direzione da seguire.”.
“L’obiettivo del progetto – aggiunge Francesca Bernardini – è quello di far imparare l’uso dei cinque sensi, specialmente il tatto e l’udito. La scultura a rilievo esisteva da tempo, specie per le mappe stradali, ma non era la strada che volevamo perseguire: volevamo restare sul foglio e provare a portare l’arte, la pittura ai non vedenti. Partendo dalla conoscenza di diversi stili di disegno artistico: su carta, a china, su legno e altri abbiamo creato una tecnica puntinata, con la quale si può disegnare in Braille qualunque cosa. Alcuni ragazzi hanno realizzato disegni dei cartoni animati della Disney in questo modo. Ho fatto una ricerca accurata a livello nazionale e europeo per scoprire se qualcun altro stesse facendo qualcosa di simile, ma ho trovato solo una persona a Istanbul che usa una tecnica che si avvicina leggermente alla nostra, basata, però, su un sistema di memoria con tele che hanno riferimenti cardinali. Di fatto, quindi, il nostro progetto è unico e originale”.
Come praticamente ogni cosa, anche il progetto Arte Braille ha dovuto andare in pausa per i due anni di pandemia, ma dallo scorso anno è ricominciato al Gentileschi, dove ora insegna la professoressa Guadalaxara e dove il progetto ha continuato ad approfondirsi ed espandersi. Il percorso attuale comprende il disegno in Braille olfattivo, che utilizza colori connotati da essenze ben definite e riconoscibili, tipo rosso- fragola o giallo-limone, e percorsi sui pittori non vedenti della storia. Le classi principalmente coinvolte – ci spiegano Doriana e Francesca – sono la IV B e la II C: “I ragazzi – dice la Guadalxara – hanno imparato molto bene a scrivere in Braille, che è una cosa assai difficile, che richiede anni, in genere. Per la lettura, invece, hanno ancora un po’ di difficoltà, ma il Braille è veramente difficile da imparare perché si scrive da destra verso sinistra e si legge a rovescio.”. Il progetto Arte e Braille è stato portato fuori dalla scuola in manifestazioni cittadine nelle quali ha coinvolto anche semplici passanti ed ha riscosso sempre grande successo. L’associazione italiana ciechi e ipovedenti ha fornito a Guadalaxara e Bernardini 30 tavole Braille con le quali il progetto ha trovato facile diffusione. Le due ideatrici, con le classi di riferimento sono state invitate dal direttore del museo delle Statue e Stele di Pontremoli a realizzare i disegni in Braille a grandezza naturale delle statue e un liceo artistico di Popoli ha invitato le docenti a proporre laboratori didattici nella loro scuola.