La fortuna premia gli audaci: così dice un antico detto, ed è proprio quello che penso anch’io. Chi ha la determinazione per esprimere il proprio essere, difficilmente resta inascoltato, e, spesso, nella sua vita fa capolino la fortuna, che rimette a posto con facilità le tessere del puzzle della vita. Fabio Evangelisti è un uomo, che ha voluto credere in se stesso e che si è sempre adoperato per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un uomo che riesce, sempre, ad inseguire i propri sogni, un abile osservatore delle dinamiche della società in cui vive. Fabio Evangelisti ha avuto una bellissima carriera politica, che lo ha portato in Parlamento. Oggi è uno scrittore molto apprezzato, un giornalista e ama compiere opere di volontariato importanti. È molto legato a Massa, sua città d’origine, e alla sua storia, e porta la sua città sempre nel cuore nei lunghi viaggi che fa alla scoperta di terre lontane. Padre e nonno amorevole, la sua, è una vita piena di sentimento.
Fabio, lei ad un certo punto della sua vita ha iniziato a scrivere. Cosa l’ha spinta a farlo?
È successo all’improvviso, il giorno che, a pranzo con Alberto Rosselli, il protagonista del mio primo libro «A Santiago c’è una piazza», ho realizzato che, di lui, sarebbe restato soltanto il ricordo affettuoso dei suoi cari, ma non la testimonianza pubblica di una vita ricca e avventurosa, che meritava di essere conosciuta e restare impressa nero su bianco. Così son partito per Santiago del Cile e ho cominciato a scrivere libri.
Quando era bambino cosa sognava? Riusciva ad intravedere quella che sarebbe diventata la sua vita?
Da bambino ho sognato tanto e, fortunatamente, ancora continuo a farlo. Come a, quasi, tutti i miei amici, mi sarebbe piaciuto giocare a calcio, ma ero troppo scarso. Ho immaginato di fare il giornalista e ci sono andato molto vicino. Poi, è la vita stessa che ti passa davanti come un treno, che mi ha offerto un’opportunità. A quel punto serve la fortuna di essere al momento giusto al binario giusto, ma anche il coraggio di saltare al volo sopra quel convoglio. Oggi, ne scrivo anche nel mio nuovo libro, posso dire di esser stato sia fortunato che intrepido.
Nella sua vita la politica e la scrittura hanno avuto ruoli importanti. Come ha conciliato le due cose?
Per fare politica, dovevo scrivere. Il fare politica mi ha insegnato a scrivere. Oggi l’apparire sembra aver preminenza sui contenuti. Quando ho iniziato a muovere i primi passi come giornalista de L’Unità, il valore e la qualità dei contenuti erano elementi imprescindibili di valutazione. Per questo le mie due attività si sono sempre intrecciate e intervallate.
Quanto si porta ancora dietro del ragazzo che è stato?
Per fortuna, ancora tutta la gioia di vivere e la curiosità di conoscere il mondo.
Ci parli dei suoi libri, come sono nati?
Del primo ho già detto. Gli altri sono venuti a caduta, sulla base degli stimoli offerti dal mondo che mi circonda. “I ragazzi dello Stradone” nasce da una passeggiata nel quartiere dove sono nato e cresciuto. Da lì, l’idea di raccontare le trasformazioni di un’epoca e di una generazione. “La signora del primo piano”, invece, è frutto di un incontro a cena e della conoscenza di una donna brasiliana al fianco di uno svedese con i capelli rossi. “La bambina di Villa Massoni”, infine, ha coinciso con le celebrazioni del centenario del PCI e ciò mi ha invogliato a riordinare la memoria di una straordinaria stagione politica.
Sappiamo che ha pronto un nuovo progetto, ne può parlare?
Venerdì 18 novembre presenterò a Palazzo Ducale di Massa il mio nuovo libro. Il titolo “Comizi(o) d’Amore” è quello che posso anticipare ad oggi. Confido in una vostra successiva e positiva recensione. Per i contenuti, ve ne farò presto dono di una copia.
Cosa rappresenta per lei la sua terra d’origine e cosa vorrebbe per essa?
Nei miei sogni c’è sempre stato quello di fare un’esperienza all’estero, per poi tornare a Massa, arricchito umanamente e culturalmente. Per la mia terra vorrei un salto di qualità e vedere una città che torna a sorridere e a smettere il suo abito grigio.
Lasci un messaggio a chi ci sta leggendo.
Auguro ai lettori di poter continuare ad aver voglia di studiare e viaggiare anche e soprattutto alla ricerca di se stessi. Per uscirne donne e uomini migliori e consapevoli.
Foto per gentile concessione di Fabio Evangelisti