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Diari Toscani

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Il trucco c’è ma non si vede: la make-up artist Mary Zamperini

DiSilvia Ammavuta

Nov 16, 2022

Maria Luisa, ma tutti la chiamano Mary, è una make-up artist. A seguire sottolinea che è una truccatrice che non esagera. Questa affermazione mi piace, e così iniziamo, proprio da qui, il viaggio del suo mestiere. 

Mary sostiene che per valorizzare un volto è necessario bandire il make-up pesante e applicare un trucco elegante e ricercato per “guardarsi e vedersi più belle, non trasformate!”. Pur avendo studiato e lavorato con colleghi e colleghe, che accolgono il desiderio delle clienti di vedersi “trasformate” è rimasta fedele al concetto di “luce”. Ed è proprio sulla luminosità che impronta il suo lavoro. Il trucco nude richiede più tempo, ma quando la luce arriva, non illumina solo il volto bensì anche l’anima, ed è da questa, che scaturisce la bellezza: “La si vede nei loro occhi: e, allora, quel tempo in più è ripagato proprio dalla loro espressione di soddisfazione”.

Una make-up artist, però, non si dedica solo a rendere più bello un volto. Mi spiega che per i casi in cui i clienti debbano fare un servizio fotografico, uno shooting, una ripresa cinematografica, un lavoro in cui devi essere perfetto, e qui ho scoperto che esiste un fondotinta maschile, ci sono tecniche di trucco sia per uomini, sia per donne, che servono per camuffare herpes, occhiaie, sfoghi cutanei. Il trucco c’è ma non si vede, esclamo di getto.

Sorride alla mia espressione e torna sulla luminosità: “Dare luce al viso è regalare lo stato d’animo di sentirsi a proprio agio e bene nel momento che si sta vivendo”. Se il concetto potrebbe essere allargato a ogni situazione, in questo caso sta parlando del trucco da sposa e, come, a ragione, sostiene, il matrimonio è unico, non c’è un’altra data. Insomma, una sorta di esame, in cui il lavoro manuale artistico è diverso ogni volta ed è determinante dare il meglio, così come è determinante gestire al meglio, nel caso in cui ci siano più matrimoni nello stesso giorno, dovendo fare i conti con la stanchezza e dando la giusta importanza ai tempi di recupero.

Varcare la soglia nelle case degli altri, richiede un’attenzione particolare, afferma, ci vuole semplicità, anche se il lavoro non è semplice. Fondamentale è mettere da parte le proprie ansie e preoccupazioni ed entrare in sintonia con la sposa e coloro che circondano. È nella prova, prima del grande giorno, che è incluso nel pacchetto, il momento in cui si instaura il rapporto di fiducia con la sposa: il momento in cui Mary fa capire alla cliente che certi colori non sono adatti per il matrimonio. Ciò su cui punta è la fiducia e l’affidarsi a lei: “Se scelgono me, scelgono il mio stile! Non è solo un lavoro di trucco, è anche un lavoro di sentimento, sei coinvolta nell’atmosfera di fremito. Con gli anni, sono riuscita a creare sempre una situazione bella. Hai a che fare con le emozioni e con le lacrime. Il trucco deve reggere. Il rossetto deve durare fino all’altare. Dopo un bacio o due i rossetti vanno via, ed è bene che vadano via”.

Mary coltiva la passione del trucco fin da piccola, quando acquistava i prodotti per truccare le bambole. In seguito, al momento di applicarli su di sé, alcuni problemi di allergia non le hanno consentito di farne uso come le sarebbe piaciuto: per questo ha convogliato la sua passione sul viso degli altri. Prima di questo, però, la sua vena artistica ha iniziato a palesarsi con gli studi all’istituto d’arte di Porta Romana, nella sezione moda e costume: “Vogliamo spaziare? – dice – Finito l’istituto d’arte feci una scuola di oreficeria. Ho insegnato a Palazzo Spinelli e disegnato gioielli per tanti anni, ma la passione del trucco è sempre rimasta, finché ho deciso di farla diventare un mestiere vero e proprio. Avendo, all’epoca, una figlia piccola, non ho potuto spostarmi, per cui mi iscrissi a una scuola di trucco a Firenze, poi andai a Roma e infine frequentai la scuola professionale di trucco a Bologna”. In quella scuola ha imparato anche il trucco teatrale, ma è una branca che non le piace, il suo mondo è, prevalentemente, quello dei matrimoni. A San Casciano, paese nel quale vive, sono molte le richieste di trucco per matrimonio, grazie anche alle location di prestigio apprezzate da chi arriva da altre parti del mondo per celebrarvi le nozze.

Per buona parte dell’anno, perciò, è impegnata con i matrimoni, da maggio a ottobre tutti i venerdì, sabati e domeniche è in perenne movimento, tanto che, ammette, a fine stagione di accusare un po’ di stanchezza. Nei rimanenti mesi dell’anno il lavoro procede con più calma, anche se è, comunque, impegnata con fiere e lavoro di scrivania: progetti e preventivi per le richieste della stagione successiva e prove per le future spose. E poi, una volta al mese, la tappa in profumeria è d’obbligo per cercare, sempre, prodotti nuovi e di qualità che rispettino le sue esigenze di trucco nature. Al contempo lavora per un brand e insegna a chi vuole usare prodotti da trucco: “Mi piace e mi dà molta soddisfazione. In Italia non c’è la cultura del trucco, come per esempio in America. Mi piace dipingere, sfumare con le polveri.  Insegno alle donne a fare un make-up base, semplice, da utilizzare tutti i giorni e, soprattutto che è importante sapersi truccare, ma lo è altrettanto sapersi struccare, e qui viene fuori l’anima dell’artista. Se io utilizzo un’ottima tempera sull’asfalto, non avrò un ottimo risultato, così è con il trucco, su una pelle non curata l’effetto sarà identico!”.

Immancabilmente, si affaccia nella conversazione il periodo Covid. Mary è diventata una libera professionista, proprio in seguito a quel periodo, quando fu licenziata dal lavoro fisso, che aveva in un centro estetico. Sul momento si sentì persa, senza la certezza di un’entrata che, seppure esigua, non l’avrebbe indotta a venire via. Da quel momento di sconforto, colse il la per spiccare il volo, con le sue sole forze. Racconta che nei primi tempi non è stato facile, ma lei ci ha creduto tenacemente, ha allargato il suo giro di conoscenze, non si è mai tirata indietro in ogni occasione di lavoro che si presentasse, anche se talvolta ha dovuto rinunciare ad alcune richieste perché, come dice sorridendo, non ha il dono dell’ubiquità. Oggi, afferma che quel licenziamento è stato il trampolino per spiccare il volo verso la libertà.

Mi viene spontaneo, ormai prossime ai saluti, chiederle dove si racchiuda la bellezza di un volto: “Nell’asimmetria!”, risponde. Infine, chiedo come faccia a relazionarsi con spose e parentado che vengono dall’estero: “Me la cavo abbastanza bene, grazie ad alcuni corsi d’inglese che ho fatto… e poi… e poi esiste Google traduttore!”.  

Foto per gentile concessione di Mary Zamperini