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Diari Toscani

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Carrara: la Dickens Fellowship celebra il bicentenario della morte di Shelley

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Nov 16, 2022

In occasione del bicentenario della morte del poeta inglese Percy Bishop Shelley, avvenuta al largo della coste di Viareggio, nel luglio del 1822, la Filiale della Dickens Fellowship di Carrara, ormai da anni impegnata nella promozione della lingua e della cultura inglese e dei paesi di lingua inglese, organizza una mostra dal titolo “Un viaggio tra poesia e pittura” e due giornate di studio dedicate al grande poeta romantico.

L’opera poetica di Shelley nei dipinti di Marco Dolfi, curata da Francesco Ricci intende offrire molti spunti di riflessione sulle possibili contaminazioni tra la parola poetica e le arti figurative. Ogni dipinto è il risultato diretto dell’ispirazione dei versi più celebri di Shelley, che prendono forma in paesaggi marini e floreali sospesi a metà tra sogno e realtà.
La selezione di opere che sarà esposta nella sede della Dickens Fellowship, in piazza Alberica 2, a Carrara a partire da domenica 20 novembre, alle ore 17, data del vernissage, è parte della mostra allestita a Villa Paolina a Viareggio in occasione delle celebrazioni shelleyane di quest’anno “Il romanticismo pittorico di Shelley nella poetica figurativa di Dolfi”.

Marco Dolfi è nato a Viareggio e ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dal 1995 al 1998 ha insegnato come docente di anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti di Roma, entrando così a far parte dell’ambiente artistico della capitale, ma la sua formazione ha, certamente, risentito dell’influenza del pittore Renato Santini, seguace di Lorenzo Viani e degli artisti a lui collegati. Il suo disegno e la sua pittura, dal tratto leggero ed essenziale, sono il frutto di una sensibilità assolutamente personale, di suggestioni che dall’ambiente naturale l’artista filtra nel proprio linguaggio emozionale.

Dopo l’inaugurazione della mostra, alle ore 18, Marzia Dati, presidente della Dickens Fellowship, terrà una lezione sulla ricezione di Shelley nella poesia russa tra fine ‘800 e inizi del ‘900 dal titolo: “Shelley nella poesia russa dell’epoca d’argento: traduzioni e riscritture di Konstantin Dmitrievic Bal’mont”. In particolare, tratterà della traduzione dell’opera omnia di Shelley da parte del poeta russo Bal’mont, con il focus sulle traduzioni più significative. Per il finissage, che avrà luogo martedì 30 novembre alle ore 17.30, Marzia Dati parlerà dell’influenza di Shelley sul poeta e giornalista nordamericano John Reed.

Due spiriti ribelli a confronto: Percy Bishop Shelley e John Reed. Shelley, Bal’mont e Reed – ha spiegato Marzia Datitre radical, tre poeti anti-convenzionali che lottarono con il loro impegno per un mondo migliore, tre personalità geniali accomunati dal fatto di essere morti in terra straniera rispettivamente a Viareggio, Parigi e Mosca”.