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Diari Toscani

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Viaggio nella scultura del ‘900: a Palazzo Binelli a Carrara una retrospettiva su Felice Vatteroni

DiDiari Toscani

Nov 12, 2022

Le gambe possenti sostengono il peso dell’enorme fatica, i piedi nudi ben saldi a terra che non perdono l’equilibrio e il contatto con la realtà. Lo sguardo è duro e severo, in cui si concentrano lo sforzo e il pensiero per sostenere l’azione: la lastra di marmo sulle sue spalle è il simbolo della fatica quotidiana, del duro lavoro dell’uomo sulle cave di Carrara che non piega però la forza di volontà, che si inarca in avanti per spingere avanti il passo giornaliero. E’ ‘Il Buscaiol’, statua simbolo dell’operosità carrarese e apuana a cui è impossibile non rivolgere lo sguardo mentre si passa vicino al porto di Marina di Carrara. A realizzarla è stato l’artista Felice Vatteroni, su commissione dei portuali di Marina di Carrara  per il cinquantenario della fondazione della loro Compagnia. Lo scultore sarà protagonista di una rassegna culturale a Palazzo Binelli di Carrara, curata dalla professoressa Luisa Passeggia e intitolata “Felice Vatteroni (1908-1993). Viaggio nella scultura del Novecento a Carrara”. Un’iniziativa per rendere omaggio allo scultore, alla sua vita e alla sua arte, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Massa Carrara, Comune di Carrara, Accademia di Belle Arti di Carrara, Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, Fondazione Marmo, Rotary Club Carrara e Massa, Club Unesco Carrara dei marmi. “La mostra è un omaggio sentito a un grande artista carrarese ma anche a un Maestro che ha avvicinato centinaia di studenti all’arte e a un uomo che si è speso per la propria città” sottolinea il presidente della Fondazione, Enrico Isoppi. Nel corso della propria esistenza, Felice Vatteroni ha attraversato l’intero arco del Novecento, cogliendo passioni, tormenti e contraddizioni dell’epoca.  Influenzato da Carlo Fontana (1865-1956) e Arturo Dazzi (1881-1966), i maestri della sua formazione accademica, nella produzione giovanile Vatteroni si connota per un linguaggio formale saldamente ancorato ai modelli della classicità, però già intriso di un forte afflato emotivo. Sarà il passaggio drammatico della Seconda Guerra Mondiale a condurre lo scultore verso un codice espressivo sempre più empatico e doloroso nei confronti di una umanità che, anche nella sofferenza, ha sempre rincorso quella gioia di vivere che solo il ricongiungimento alla natura può ancora portare. Una ricerca formale e linguistica presente a Carrara già alla fine degli anni Cinquanta, attraverso l’istituzione delle Biennali Internazionali di Scultura, straordinari contenitori culturali dove era possibile confrontarsi con maestri del calibro di Henry Moore (1898-1986), Carlo Sergio Signori (1906-1988) o Antoine Poncet (1928-2022), fondamentali nell’orientare il gusto e la produzione dello scultore apuano: lui, come gli altri, teso alla ricerca di una più autentica e universale dimensione dell’arte. La mostra sarà inaugurata venerdì 18 novembre alle ore 17 e resterà aperta fino al 13 gennaio, dal giovedì alla domenica dalle ore 16 alle 20. Apertura in altri orari su richiesta. Per informazioni, 0585 775216 email fondazioneprogettisrl@gmail.com

NOTA BIOGRAFICA

Felice Vatteroni nasce  nel 1908 a Carrara in una casa a Marina di Carrara, al 112 di via Garibaldi dove realizzerà il suo primo studio. Fra 1928 e 1929 consegue la licenza del corso di scultura alla Reale Accademia di Belle Arti di Carrara, sotto la guida di Carlo Fontana (1865-1956), titolare della cattedra di Plastica della Figura dal primo gennaio 1915 al primo settembre 1929. Disegnatore nei cantieri navali di Fiume e Trieste, durante la guerra torna a Carrara e prende parte alla Resistenza, procurando alla V Armata americana la pianta della provincia con le postazioni nemiche. Al termine del conflitto diventa Segretario del Comitato di Liberazione. Assessore ai Lavori Pubblici, fonderà la Sezione del Partito Repubblicano a Marina di Carrara, intitolandola ad Eugenio Chiesa, di cui avrebbe assunto anche la carica di segretario. Nel 1953 si sposa con Nice Mariotti e va a vivere a Marina di Carrara, al 145 di Ruga Alfio Maggiani, dove vi predispone lo studio. La casa della moglie, a Fosdinovo, viene abitata nei mesi estivi: vi allestisce un atelier e una piccola galleria. Fra 1959, 1962 e 1969 prende parte alla seconda, terza e sesta Biennale Internazionale di scultura di Carrara. Nel 1964 il partito repubblicano gli commissiona il monumento a Eugenio Chiesa che, nel 1919, aveva promosso la costruzione del porto di Marina di Carrara. Nel 1972 partecipa alla Mostra Nazionale del Marmo, Sezione Internazionale “Carrara Città del Marmo”. Nel 1980 si inaugura il monumento al Buscaiol che i portuali di Marina di Carrara gli avevano commissionato per il cinquantenario della fondazione della loro Compagnia. Nel 1985 realizza la scultura di Cristo nell’Orto degli Ulivi per il Santuario di San Vittorino Romano.