Ex tribus una, da tre città, una sola. Sembra una sorta di utopistico miraggio, considerando che le tre città in questione sono Massa, Carrara e Montignoso, che è già tanto se accettano di condividere la stessa provincia, ma fu una realtà amministrativa, voluta dal regime fascista per un piano di riduzione dei comuni e per favorire la creazione di una delle diverse zone industriali, sempre di matrice fascista, che sorsero a Fiume, Trieste-Monfalcone, Aurisina-Pola, Livorno, Ferrara, Roma e Palermo. Apuania si chiamava il comune unico e anche la provincia, creati con decreto-legge, il 16 dicembre 1938, tra le ultime nuove città rinominate dal regime. E andò già bene che il territorio fosse così fortemente caratterizzato dalle montagne del marmo e fosse stato abitato da quei coraggiosi Liguri Apuani, che si opposero, persino, ai Romani: il nuovo toponimo, infatti, fu, sicuramente, migliore degli esperimenti cacofonici, che facevano derivare i nomi dei comuni, da simboli del fascismo o dal nome stesso del duce, tipo Littoria, che era nel Lazio, o Mussolinia, presente sia in Sardegna, sia in Sicilia. Apuania venne subito travolta dal declino del regime e dalla guerra, che ne segnò il definitivo annullamento e non fece neppure in tempo ad usare l’elaborato stemma, creato per riassumere la nuova realtà amministrativa. Quello su cui, appunto, c’era scritto: “Ex tribus una”. Al momento dell’unificazione dei tre comuni, la città più popolosa e economicamente più importante era Carrara, che contava, all’epoca poco più di 59 mila abitanti, contro i 42 mila di Massa e i cinquemila di Montignoso. Per questo motivo la sede politico amministrativa venne posta a Carrara e si scelse l’area di confine tra i due precedenti comuni di Massa e Carrara, la foce del torrente Lavello, per costruire la sede municipale del podestà: la bellissima villa, progettata dall’architetto Ugo Prayer Galletti, sita sul mare alla Partaccia, che fu, in seguito, per decenni, sede dell’Ostello della Gioventù, e che oggi è stata riqualificata come privata abitazione. Nello stemma comparivano i simboli di ciascun comune, sotto quello della Zona Industriale Apuna e sotto la corona marchionale. La nuova provincia, che superava i 200mila abitanti totali, ebbe anche una nuova targa automobilistica: AU e, come moltissimi comuni italiani, soprattutto quelli di nuova creazione fascista, concesse – per imposizione dello stato – la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, ma anche in questo, fu tra le ultime a farlo, visto che il grosso dei riconoscimenti al duce venne assegnato tra il 1924 e il 1927, quando la sua parabola era ancora in ascesa. La provincia di Apuania fece in tempo a ricevere, nel 1945, la Medaglia d’Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale. Il 10 gennaio del 1946, sempre con un decreto legge, il comune di Apuania venne ufficialmente disciolto, anche se il ripristino dei tre comuni originari di Massa, Carrara e Montignoso, era stato subito messo in atto il giorno dopo dell’arrivo degli americani, l’11 di aprile del ’45. La Zona Industriale apuana che era stata la ragione del loro accorpamento finì per due terzi nel comune di Massa e per un terzo in quello di Carrara. La provincia di Apuania venne cancellata con il decreto luogotenenziale che seguì lo scioglimento del comune unico, ma non venne ripristinata la precedente denominazione di Massa e Carrara. La nuova provincia si chiamò Massa-Carrara: un trattino e non una congiunzione tra due elementi distinti, voluto, forse, come estremo tentativo di unire i due principali comuni apuani o per garantire a entrambi identica importanza.