“Perché gli uomini fanno qualsiasi follia pur di essere infelici? Poi dicono che sono depressi, lo credo! Stai con chi non ami, vai a letto con chi non ti piace, e vorresti pure essere allegro?” se lo è chiesto Barbara Alberti, domenica 23 ottobre a Firenze, durante il festival “L’eredità delle donne”, dove ha presentato il suo nuovo libro Amores. Un volume dedicato all’amore, che, come dice Barbara: “È l’unico mistero della vita, quella forza incontrollabile ed inspiegabile, per cui una persona diventa la tua vita, diventa la ragione della tua vita“. Un volume intenso e spassoso, schietto e ben narrato con racconti, aforismi e memorie, in cui le storie reali si sfumano con la fantasia. Ci sono aneddoti di gelosia, tradimenti, molestie, innamoramenti, corna. Tra le pagine del libro troviamo Jacqueline Kennedy, Maria Callas, Lev Tolstoj, Madame Bovary, Mia Farrow, le sorelle Materassi e ci sono anche due capitoli dedicati agli uomini di Marilyn Monroe e alle donne di Gabriele D’Annunzio.
Diari Toscani era presente alla Manifattura Tabacchi dove il giornalista Carlo Antonelli e la scrittrice Elisa Fuksas hanno dialogato con la scrittrice partendo dall’insolito elogio dell’unione tradizionale, come un’entità elastica che riesce a tollerare il non tollerabile, che Alberti fa nel libro: “Nel matrimonio, pur con tutte le sue miserie, i piedi freddi, gli indiscreti rumori a cui piano piano ci si lascia andare, si ha l’impressione che in due si può sfangarla, si ha un senso di capanna, di riparo, come lombrichi sotto un sasso”.
“Credo che ai miei tempi – ha risposto Alberti – in amore si sia sperimentato, per rompere ciò che ci avevano inculcato, ma poi, con l’esperienza della vita, alla fine del percorso, ci siamo accorti che la sola cosa che vogliamo è l’unicità, che desideriamo avere con noi la persona amata, fisicamente vicina, solo lei e nessun altro. Quando nel 1970 venne introdotto il divorzio in Italia, scendemmo in piazza a festeggiare pensando che non ci sarebbero più stati matrimoni per la facciata e invece si continua a tradire, a vivere doppie vite, ma a rimanere comunque nel matrimonio“. Alberti ha spiegato anche la sua visione dell’eros in riferimento al passo del suo libro in cui ha scritto: “Sesso, sesso, sesso, un obbligo sociale, un’ingiunzione. Prima lo si usava per vendere i prodotti, ora si vende direttamente quello, e se a ottant’anni non scopi tre volte al giorno sei uno sfigato, un nemico del presente”.
“Abbiamo perso un grande elemento dell’eros: il pudore, l’attesa – ha detto Alberti -. Il sesso sbattuto in faccia è nemico dell’eros che sempre si è basato sul pudore, appunto, sul non detto. I poeti lo sapevano bene. Blake lo ha scritto: Non cercare mai di dire il tuo amore. Amore che non può essere mai detto. Il gentile soffio si muove. In silenzio, invisibile“. Alberti ha parlato, poi, della gelosia portando come esempio sua madre, gelosa in maniera spasmodica di suo padre: “Mia madre voleva la sofferenza, il castigo. Mise un detective alle calcagna di mio padre e scoprì che invece di essersi recato ad Abano per le cure termali, era andato a Venezia con l’amante. Mia madre si fece pure un tailleur per l’occasione, la “mise”, la tenuta per ucciderli. Lei voleva sapere il nome dell’amante di suo marito, ma il detective ed un suo assistente, allertati da mio zio, dato che mia madre avrebbe potuto fare una pazzia, decisero di non rivelarle il nome della donna, che era una sua conoscente, ma di presentarle un nome fittizio e altisonante, Rosita Vargas, raccontandole che si trattava di una donna di malaffare, da cui era meglio stare alla larga per non abbassarsi a certi livelli. Mia madre allora si accontentò di menare mio padre di brutto, durante una festa. E di questo hanno riso, poi, a più riprese, perché mai si sono lasciati. Ormai avevano creato una storia di corna da rievocare in futuro, avevano in comune troppe cose, tutte le loro bassezze e debolezze. Sapete? Mia madre è morta senza mai sapere che Rosita Vargas non era mai esistita!“.
Alberti tratta, in “Amores”, anche l’amore disturbato, il goffo circuire, le molestie sessuali e la violenza: “Solo uno sguardo non è molestia. È difficile definirla imbrigliarla, la molestia. Quello che è certo che bisogna insegnare ai bambini e alle bambine l’inviolabilità del proprio corpo. Un “bona!” detto per strada fa scandalizzare molti, poi, però, si fanno stragi di donne. Nel 1981 furono aboliti il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Ma quando dico che il “Codice Rocco” sotto sotto continua, alludo a come la giustizia, in molteplici occasioni, continui ad essere tenera nei confronti dell’applicazione delle pene per gli uomini che hanno commesso femminicidi. Negli anni settanta rivendicammo l’orgasmo femminile. Quanto ci sono rimasti male gli uomini! Furono tirati giù dal trono! Ancora ci ammazzano per questo“.
© Foto di Silvia Meacci