Talvolta compio dei gesti che mi sembrano naturali e mi accorgo che l’interlocutore mi osserva perplesso. Questo solo perché ho fatto un gesto garbato, quella gentilezza che l’umanità sembra aver perduto come regola di buon vivere. David Sassoli è stato un fulgido esempio della gentilezza applicata all’esistenza. Nacque a Firenze il 30 maggio del 1956. Si trasferì a Roma da bambino, suo padre era un giornalista. Dopo il liceo ginnasio statale Virgilio, si iscrisse alla facoltà di Scienze politiche, ma non terminò gli studi. La passione per il giornalismo, probabilmente trasmessa da suo padre, lo assorbì fin da giovane. David Sassoli lavorò per il quotidiano Il Tempo, che in quel periodo aveva la sede in Piazza Colonna, di fronte a Palazzo Chigi, un segno del destino. Dopo l’esperienza al Tempo, ne fece una all’agenzia di stampa Asca e fu testimone dello storico e controverso incontro a Parigi, tra Oreste Scalzone, il rifugiato politico di Autonomia Operai e Gianni De Michelis, che era allora un ministro socialista. Successivamente, collaborò nella redazione romana del quotidiano Il Giorno, e fu testimone della caduta del muro di Berlino che incise nella geopolitica del tempo e di quella attuale. Nel 1992 venne assunto in Rai. David Sassoli iniziò in uno dei periodi più caldi della recente storia italiana. Tangentopoli, le inchieste di mafia, gli attentati a Falcone e Borsellino. Fu inviato del TG3 per raccontare la cronaca di quegli avvenimenti: un battesimo di fuoco per il toscano. I suoi toni pacati piacquero a Carlo Freccero, che lo volle per la trasmissione Cronaca in diretta su Rai2, era il 1996. Dopo due anni, David Sassoli arrivò su Rai1, gli fu affidata la conduzione di: Prima-La cronaca prima di tutto. Alla fine del millennio, Sassoli entrò nella redazione del Tg1 in qualità di inviato speciale e in seguito divenne il conduttore dell’edizione del telegiornale delle 13,30 e successivamente di quello delle 20. Ricordo quel sorriso appena accennato, quasi a voler dire: va tutto bene, malgrado gli accadimenti del giorno. David Sassoli con la sua garbatezza fece strada e divenne vicedirettore del telegiornale e nel 2004 fu eletto presidente dell’Associazione Stampa Romana: era l’inizio di quella carriera politica, che sarebbe cominciata poco dopo. Alle elezioni per il Parlamento europeo del 2009, David Sassoli fu candidato per il Partito Democratico e venne eletto all’Europarlamento. In veste di eurodeputato, si distinse per la sua ferma pacatezza nell’affrontare temi difficili a sostegno dell’Italia e dell’unità europea. Nel 2013, Sassoli, si candidò alle primarie del Partito Democratico per l’elezione a sindaco di Roma, città che, ormai, sentiva scorrere nelle sue vene. Arrivò secondo alle spalle di Ignazio Marino, che, poi, venne eletto sindaco. Mi chiedo se fosse andata diversamente, quale sarebbe stato l’esito di quella legislatura. Nel 2014, David Sassoli si ricandidò alle elezioni europee: sentiva che quella era la sua casa, il largo respiro, quella gentilezza, che professava e ritrovava, solo, tra gli scranni di Bruxelles. Durante quella legislatura, fu autore della legge riforma ferroviaria dell’Unione, l’alta velocità, che creò opinioni contrarie. Sempre in quegli anni, rappresentò il Parlamento europeo in molte occasioni, sviluppando il dialogo tra le istituzioni del Paesi del Mediterraneo e il Medio Oriente. Ricordo le sue interviste di quel periodo, malgrado gli impegni, la scoperta della grave forma di mieloma, per il quale aveva subìto un trapianto di cellule staminali. Il suo tono era sempre gentile, spiegava e raccontava le cose con semplicità, garbo. Nel maggio del 2019 venne eletto per la terza volta al Parlamento europeo. Il 3 luglio 2019 fu eletto presidente del parlamento europeo: una grande soddisfazione per David Sassoli e per l’Italia, che era rappresentata da una persona perbene. Negli stessi giorni del suo insediamento come presidente, rese omaggio alle vittime del terrorismo, visitando la stazione della metropolitana di Maalbeek a Bruxelles. Si trovò ad affrontare la crisi europea e mondiale, a causa della pandemia di Covid-19, impegnandosi alla istituzione di un bilancio comunitario, che investisse sulla ricerca scientifica. David Sassoli si batté per la creazione di una centrale unica di acquisti a livello europeo, che oggi è drammaticamente attuale con le problematiche legate agli approvvigionamenti del gas russo. Nel settembre del 2021, le condizioni di David Sassoli si aggravarono, fu costretto ad un ricovero a Strasburgo, per una grave forma di legionella, le sue difese immunitarie erano basse. Il 26 dicembre del 2021 fu ricoverato al Centro Oncologico di Aviano, il male era tornato più aggressivo che mai. All’alba del 2022, il giorno 11 gennaio, David Sassoli ha lasciato questa terra. Sono convinto che l’abbia fatto con quel sorriso appena accennato che voleva dire: va tutto bene, non siate preoccupati. David Sassoli è stato testimone degli avvenimenti significativi, che hanno caratterizzato la fine dello scorso secolo e l’inizio di quello che stiamo vivendo. Ha lasciato una traccia profonda, quell’esempio di garbo e gentilezza delle quali l’umanità ha davvero bisogno.