“Andrò a trovare i carcerati per parlare dei loro problemi, perché, anche dalle prigioni, si vede il livello di civiltà e democrazia di un paese“. Queste le parole del sindaco di Firenze, Dario Nardella, a proposito della sua imminente visita al carcere di Sollicciano, in programma per lunedì 15 agosto.
Proprio a fronte di questa notizia, è stato chiesto dai rappresentanti di Fratelli d’Italia di convocare un consiglio straordinario all’interno del penitenziario, come non succede ormai da più di cinque anni, in modo che ogni forza politica possa affrontarne e condividerne le criticità.
Il complesso penitenziario di Sollicciano è situato in periferia, nella parte sud-ovest della città, ai confini con Scandicci. L’opera, inaugurata nel 1982, era ispirata alla forma del giglio, il simbolo di Firenze. È visibile dalla strada e si erge come una struttura imponente, con linee curve. In una giornata di sole, a prima vista, potrebbe parere un edificio moderno, non troppo inquietante. Accanto al carcere sfrecciano le auto, lungo le recinzioni la gente porta il cane a passeggio, oppure va di corsa per allenarsi. Si sfiorano le vite dei cittadini liberi con quelle dei detenuti, lì reclusi per scontare i crimini più disparati. Due mondi distanti, ma paralleli. Del carcere, la gente comune, non parla troppo. Del resto, si hanno notizie di Sollicciano, quasi, solo in occasione dei tristi accadimenti di cronaca: suicidi o aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria.
L’emergenza caldo di questa estate amplifica, ulteriormente, la difficile permanenza in carcere. Massimo Lensi dell’associazione Progetto, appena un mese fa, ha lanciato un allarme: “Le alte temperature fanno aumentare gli atti di autolesionismo. I disturbi psichici, secondo l’agenzia regionale della sanità toscana, sono aumentati e si sono estesi ad almeno il 49,2 per cento di tutta la popolazione carceraria“.
Don Vincenzo Russo, il cappellano della prigione ha dichiarato: “Le reti poste per raccogliere i calcinacci che si staccano dai muri, sono diventate una raccolta di rifiuti. La presenza di cimici è consistente e rappresenta una vera e propria tortura“.
Marta Cartabia, ministro della giustizia, ha visitato il carcere nel gennaio scorso, a seguito di un garbato, ma insistente, invito del sindaco. “Vedere e visitare un carcere – ha detto Cartabia – sarebbe importante per tutti, ma è un dovere per un ministro. A Sollicciano le criticità sono disparate: ci sono aggressioni nei confronti della polizia, difficoltà di vigilanza e condizioni che mettono i detenuti in situazioni tali da praticare, più che in altre carceri, atti di autolesionismo o tentativi di suicidio. Tutto questo richiede delle risposte articolate, ma venire a visitare Sollicciano mi ha aiutato, tuttavia, a vedere che ci sono lavori in corso e ristrutturazioni in atto. Questa è stata un’occasione di una mobilitazione di tutte le autorità coinvolte, a partire dal sindaco e a continuare con il prefetto, il governatore, i garanti dei diritti dei detenuti, le autorità sanitarie, tutti pronti a ideare e condividere possibili percorsi di intervento. C’è una forte sensibilità e è segno che la repubblica si interessa al carcere perché il carcere è parte della repubblica italiana“.