I campi di lavanda hanno in sé qualcosa di magico, riportano a memorie antiche e con il loro profumo inebriano l’aria circostante. Incontrare Irene Serbandini fa pensare, immediatamente, ad una immensa distesa di fiori, dal colore e dal profumo intenso. Irene Serbandini è originaria di Massa ed è un’imprenditrice nel settore delle biomasse, con un passato da archeologa. La realtà locale, per molto tempo le è andata stretta, ma grazie alla sua caparbietà e alla sua perseveranza è riuscita a ricreare le condizioni che tanto agognava anche nel luogo in cui vive. Il suo lavoro non le impedisce di coltivare diverse passioni: ha un blog, in cui narra le storie di donne che hanno avuto il coraggio di inseguire i propri sogni. Vive in contatto profondo con la natura, nella sua proprietà sulle apuane chiamata Bosco del monte Belvedere, dove ricarica le sue energie, immersa tra i campi di lavanda. È una madre ed una moglie molto impegnata, ma, allo stesso tempo, capace di dedicarsi a progetti sempre nuovi ed originali. Ama la sua terra e fa di tutto per valorizzarla e renderle omaggio.
Com’è nata l’idea di un blog nel quale esprimere la sua solidarietà verso le donne, raccontando le storie di quelle che hanno cercato di distinguersi?
Tutto è iniziato, perché avevo bisogno di mettermi in ascolto e di raccontare storie. Ho cominciato ad ascoltare le storie di donne lavoratrici del territorio apuano, che mi hanno raccontato come hanno iniziato la loro attività, le loro difficoltà, le soluzioni, i sogni e le emozioni. Dalle loro storie ho imparato tantissimo e non smetterò mai di ringraziarle. Queste donne mi hanno dato il coraggio per provare a realizzare un nuovo progetto in cui credo molto.
Che tipo di donne racconta nel suo blog?
Sono donne normali, con vite normali, ma, allo stesso tempo, straordinarie. Hanno cresciuto le loro attività come fossero figli e non hanno, mai, smesso di credere nei loro progetti, nonostante tutto.
Perché ha pensato di aprire un blog?
Ho realizzato questo blog con l’idea di creare un luogo virtuale d’incontro per le donne, ma anche per gli uomini che fanno impresa, con l’obiettivo di condividere le esperienze lavorative e di valorizzare il mondo dell’impresa e, nello stesso tempo, di contestualizzare le storie nelle terre apuane della provincia di Massa Carrara. Infatti tra le varie storie racconto anche i luoghi della provincia di Massa e Carrara, a cui sono legata da ricordi ed emozioni e, ogni tanto, racconto anche del mio percorso di cambiamento, perché vorrei che la mia storia incoraggiasse altre donne a non avere paura di cambiare, se la vita che abbiamo costruito non funziona più per noi e non ci rende felici.
Lei è una donna dalle molteplici capacità e passioni. Si racconti un po’ per i lettori di Diari Toscani…
La mia storia si divide in due momenti, cioè esiste un prima e un dopo e la linea di demarcazione è determinata dall’essere diventata una moglie e la madre di due figlie femmine. Dall’età di 12 anni ho sempre saputo cosa fare, perché sono sempre stata determinata e pragmatica. Ho avuto un’infanzia felice, in mezzo alla natura e ai campi pieni di fiori. Ho vissuto momenti bellissimi con la mia famiglia, a cui sono molto legata, e che mi ha sempre sostenuta ed insegnato a vivere secondo i valori tradizionali. Ma, in me c’era anche una parte sognatrice e romantica, che, per un po’, ha preso il sopravvento. Dopo l’università mi sono sposata e ho deciso di restare a vivere a Massa, stravolgendo tutti i miei piani per costruire la mia famiglia e affrontando tutta una serie di ostacoli.
Come ha interpretato il ruolo di madre?
La genitorialità è un lavoro impegnativo e costante: un vero campo d’addestramento quotidiano, perché i nostri figli sono quelli che, insieme a noi, devono costruire un futuro migliore. Sono convinta che, finché non ci sarà parità nella distribuzione dei compiti familiari tra i genitori, cioè stesse ore passate con i figli, e finché non ci sarà un sostegno economico e organizzativo per i genitori, le donne saranno sempre penalizzate nelle loro scelte professionali e di vita. Questa è la mia battaglia ogni giorno e la motivazione che mi spinge a lottare contro questo sistema patriarcale che non funziona più nella società odierna.
Lei non teme il cambiamento. Come lo ha affrontato nella sua vita?
Il cambiamento fa paura, perché, per cambiare, esci dalla zona conosciuta per esplorare qualcosa di nuovo. Sicuramente la crescita personale ne modifica la percezione e trasforma la paura del cambiamento in evoluzione interiore, miglioramento per sviluppare qualcosa, che hai già dentro di te, senza, tuttavia, esserne consapevole. Il cambiamento per me è imparare nuove cose, sviluppare nuove competenze, esplorare nuovi mondi e sperimentare, per trovare la tua strada, quella che ti rende davvero felice a prescindere da tutto e da tutti. Il mio cambiamento è rappresentato dal ritorno alla natura.
La natura ed il territorio in cui è nata le stanno molto a cuore, lei sta portando avanti dei progetti molto belli. Ce ne parli…
In passato ho spesso litigato con la mia città perché pensavo che Massa fosse troppo piccola per i miei grandi sogni. Poi ho iniziato a guardarla con nuovi occhi e ho capito che questi luoghi, per me, sono pieni di ricordi ed emozioni che volevo raccontare e far conoscere. La bellezza storica e paesaggistica di Massa e di Carrara ha un grande potenziale turistico, così ho deciso di promuovere il mio territorio, attraverso uno dei luoghi a me più caro perché parla di natura, di famiglia e amicizia: la casa di famiglia nel bosco del Monte Belvedere ai piedi delle Alpi Apuane.
Di cosa si occupa, professionalmente?
Faccio impresa, da dieci anni, nel settore degli impianti a biomasse e mi sto dedicando a un nuovo progetto, in cui ho voluto far convergere i miei studi in conservazione dei Beni culturali e ambientali. le competenze che ho sviluppato nel fare impresa i e la mia passione per i fiori e la natura. In questo progetto desidero valorizzare il bosco, con la coltivazione della lavanda e tutelare la biodiversità apuana. E voglio creare un luogo di benessere in mezzo alla natura, dove si possano creare eventi, come la raccolta della lavanda o la festa della lavanda ed esperienze di arte, cultura immersi nel bosco.
Cosa serve per condurre una vita in armonia con il proprio essere?
Siamo fatti tutti di storie ed ognuno e ognuna di noi ha la sua storia personale, diversa dalle altre. Io posso dire che la mia storia di vita è nata in campagna, in mezzo alla natura, e che ho sentito il bisogno di ritornare a scoprirne i ritmi e la bellezza, per sentirmi in armonia con il mondo circostante. Ascoltare me stessa e riconnettermi con la natura, vivere in natura e condurre una vita più rispettosa del mondo, che ci circonda, mi fa vivere in armonia con me stessa e la mia famiglia. Ognuno di noi dovrebbe riscoprire il legame primordiale che abbiamo con la natura.
Lei è madre, moglie, imprenditrice come riesce a coniugare il tutto?
La verità è che non riesco a fare tutto. Non ho poteri speciali e non sono Wonder woman. Però, posso dire, con orgoglio, che ho imparato ad organizzare bene il mio tempo con la pianificazione, anche se si può sempre migliorare. Ho imparato ad essere flessibile e quando, puntualmente, arrivano gli imprevisti, smonto e rimonto la giornata. È necessario molta pianificazione nella vita di ogni giorno, dagli impegni familiari, al lavoro, fino al tempo per me. Ci vuole tanto allenamento e tanta energia e soprattutto andare per priorità.
Quali sogni vuole raggiungere e che consiglio si sente di dare ai nostri lettori?
Il sogno più grande da raggiungere è vivere una vita “a passo lento”, al ritmo della natura. Riuscire a fare un lavoro che amo e che mi fa stare bene ed imparare a godere dei momenti felici e delle piccole cose nel presente con la mia famiglia. Il mio consiglio per i lettori più adulti è quello di non rimandare ciò che desiderano fare e di condividere la loro esperienza con i giovani, lasciando una traccia positiva del proprio passaggio in questo mondo. Ai giovani consiglio di studiare, leggere tanto ed informarsi sempre, perché la cultura e la conoscenza sono libertà. Essere sognatori e non arrendersi mai, perché il mondo è di chi lotta per i propri sogni e vive intensamente il presente per costruire il futuro.
Foto per gentile concessione di Irene Serbandini