Il termine proverbio proviene latino proverbium, da verbum, cioè “parola”. Il proverbio è un’affermazione o una sentenza breve e concisa, di origine popolare e di vasta diffusione, che contiene una norma, un insegnamento, tratti dall’esperienza.
Il tempo che fa o che farà ha sempre avuto grande rilievo e considerazione presso i popoli, specie nelle vicende e tradizioni contadine, dato l’ovvio strettissimo legame esistente tra condizioni meteo e agricoltura. I proverbi meteorologici rappresentano, spesso, il frutto dell’antica saggezza contadina: i padri trasmettevano ai figli, tramite questi detti, conoscenze atte a comprendere il comportamento del cielo, in base a pochi e semplici segnali. Ma questi proverbi “meteorologici”, oltre che curiosi e divertenti da leggere, sono fondamentali perché costituiscono una parte indispensabile della storia di Carrara e, non a caso, si sono mantenuti anche ai nostri giorni. Non vanno dimenticate, poi, le metafore, che, spesso, vi si nascondono: dietro a un fenomeno atmosferico si cela sempre un modo di comportarsi.
Proverbi che fanno riferimento ai mesi dell’anno:
Gennaio
P’fana, p’fania tut l’festa Befana, epifania, tutte le feste
a s’ n van via se ne vanno via (finiscono)
Volt la luna d’ G’nar Volta la luna di gennaio
martedì a l’è carnoval martedì è carnevale.
Febbraio
P’r la cand’lara al balcon Per la candelora (2 febbraio) al balcone
tut F’brar al tizon tutto febbraio al camino
P’r San Bias Per San Biagio (3 febbraio)
ch’ i s’ ‘ncontr i s’ bas chi si incontra si baci
F’brar curt curt Febbraio corto, corto
i è pù ner ch un turch è più nero di un turco
Marzo
Marz mugnon Marzo mugnone
i pel la capra e ‘l monton pela la capra e il montone
Chi a l’à un bel cioc Chi ha un bel ceppo di legno
chi s’ ‘l lasc da Marz se lo lasci per marzo
La neva marzulina La neve di marzo
al dur da la sera a la matina dura dalla sera alla mattina (si scioglie presto)
Marz, chi à l bele gambe Marzo, chi ha le belle gambe
i va d’ scalz; va scalzo;
chi a l’à scalcagnate chi le ha messe male
i s’ le ten bele calzate se le tiene ben calzate.
Aprile
April bagnat va a d’ arcodjr Aprile bagnato vai a raccogliere
quel ch’ t’ à s’mnat quello che hai seminato
April, ogni gocia un baril Aprile, ogni goccia un barile
Maggio
Anch’ d’ Mag al ven sera Anche di Maggio viene sera
Né d’ Mag né d’ magion Né di maggio, né di maggione
non t’ l’var ‘l to p’licion non ti levare il tuo pelliccione.
I par ‘l maz d’ Sant’Isidor Sembra il mazzo di Sant’ Isidoro
(il 15 Maggio, giorno di Sant’Isidoro, sulla porta del Duomo di Carrara veniva messo un grande mazzo formato con i primi raccolti dei campi)
Giugno
A Giugno, ben o mal, A Giugno, bene o male
a i è sempr un temporal c’è sempre un temporale
Giugn i à la falcia ‘n pugn Giugno ha la falce in pugno
Se al piov p’r San Vito Se piove per San Vito (15 giugno)
‘l vin i è ito il vino è andato