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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Successo per la presentazione di Ho ucciso, il giallo di Emiliano Pianini, ambientato a Carrara

DiVinicia Tesconi

Lug 28, 2022

Più di mille copie vendute in due mesi, presentazioni in varie parti d’Italia, due nuovi romanzi già pronti nel cassetto in attesa di essere visionati dalla Newton Compton, la casa editrice che ha pubblicato Ho ucciso, opera prima dell’avvocato-scrittore carrarese Emiliano Pianini, che, mercoledì 27 luglio, è arrivato, finalmente, nel cuore della città in cui è ambientato, Carrara, appunto, ospite dello Spazio Alber1ca e di Luciana Ceccarelli, fondatrice del circolo culturale sito in piazza Alberica. Sold out per l’incontro con Pianini e con l’elaborata vicenda, da lui, costruita sullo sfondo del periodo più duro, ma anche più eroico, vissuto dalla città di Carrara. Ho ucciso è infatti un giallo che si svolge nell’arco di pochi giorni, nel maggio del 1944, nel momento in cui tutta la zona apuana si ritrovò intrappolata sulla Linea Gotica, e la lotta partigiana divenne l’unica speranza per fermare la crudeltà del nemico e della guerra. “Il mio principale interesse nella stesura del libro è stata l’indagine nella natura umana – ha spiegato Pianini che, a mio parere, è sempre violenta ed emerge nei contesti più estremi come la guerra. Era molto importante anche l’ambientazione, perché è la mia città e io ho voluto renderle omaggio con i luoghi e i nomi di un posto che amo e che, in buona parte, mi ha spinto a scrivere”. Emiliano Pianini ha spiegato come la sua formazione di scrittore sia derivata, principalmente, dalla sua passione per la lettura e per il cinema e come gli argomenti trattati siano frutto di una lunghissima sedimentazione nel suo animo: “Tutto nasce dalla passione per la storia e per la mia città. Sono cresciuto coi racconti sulla guerra fatti dai miei nonni. Amavo moltissimo quelle narrazioni ed è stato quasi una conseguenza inevitabile attingere a quelle storie. Sentivo la nonna che parlava di fatti accaduti ad Avenza nei pressi della stazione, mia zona d’origine, e che descriveva la villa Dervillè che sovrastava quei luoghi dalla collina, che anch’io vedevo da casa mia. È stato facile, per me, ambientare proprio lì l’incipit del romanzo, dal quale è nata l’idea di unire la passione per la storia e quella per la mia città”.

Ho partecipato al premio Calvino – ha continuato Pianinicon un buon riscontro, che mi aveva convinto ad autopubblicare il libro, ma, dopo 20 giorni da quella uscita, sono stato contattato dalla Newton Compton a cui avevo inviato il manoscritto, che mi informava dell’intenzione di pubblicarlo con il suo marchio. Così ho ritirato la prima pubblicazione e firmato il contratto con la casa editrice. Il libro è uscito nel novembre del 2021 e, dai dati delle vendite, aveva superato le mille copie dopo soli due mesi dalla pubblicazione”.

Emiliano Pianini è un avvocato, ma non nega di sognare di poter vivere solo di scrittura: “Ho sempre avuto, dentro di me, la voglia di scrivere. Si dice che gli avvocati siano degli scrittori mancati, in ogni caso è una categoria che è costretta a scrivere molto, cosa che io mi sforzo sempre di fare usando il meno possibile il linguaggio giuridichese. Anche per questo, nel romanzo ho cercato di proporre una scrittura semplice molto vicina al linguaggio comune”.

Pianini ha spiegato anche quanto la componente filosofica sia importante nel suo romanzo giudicato molto corposo e complesso pur nel dipanarsi di un’indagine per omicidio. “Il titolo originario era, infatti Ho ucciso un’idea, ridotto poi solo a Ho ucciso dall’editore, per evitare di essere troppo facilmente assimilato a un testo filosofico, ma questa visione così introspettiva dei fatti e dei personaggi è una scelta voluta”.

Il pubblico che ha riempito lo Spazio Alber1ca ha seguito con molto interesse la presentazione ed ha rivolto diverse domande all’autore a cui è stato richiesto di firmare le copie comprate dai partecipanti all’evento.

© Foto di Vinicia Tesconi