Chi dice che le telenovelas siano boiate, non immagina che la storia non sia fatta altro che di quelle… Caterina d’Aragona non riuscì a dare un figlio maschio ad Enrico VIII, sovrano d’Inghilterra: nel 1516 Caterina partorì una bambina, chiamata Maria, ma mancava l’erede maschio. Un problema enorme per il sovrano, che doveva avere un erede per mantenere il trono e la dinastia. Quando il sovrano, nel 1526, capì che la moglie non avrebbe avuto altri figli, iniziò a corteggiare Anna Bolena, sorella di Maria Bolena, che in passato era stata la sua amante e dama di compagnia di Caterina. Inoltre, cominciò a pensare alla possibilità di divorziare dalla moglie, per poter avere un erede maschio, che non fosse un figlio illegittimo. Enrico VIII si rivolse alla Santa Sede e al nuovo Papa Clemente VII, per fare annullare il suo matrimonio, sostenendo che la bolla papale ottenuta per sposare Caterina d’Aragona, era stata concessa con l’inganno, per cui, il matrimonio non poteva essere valido. Il sovrano chiese anche una dispensa, per potersi unire in matrimonio con Anna Bolena. Il Papa gli concesse la dispensa, che non sarebbe stata utile, finché Enrico VIII fosse rimasto sposato con Caterina d’Aragona. Il Papa aveva quasi deciso di annullare la bolla, che aveva permesso il matrimonio tra Enrico e Caterina, ma nella disputa entrò anche Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, figlio della sorella di Caterina, che voleva difendere gli interessi spagnoli e che bloccò la decisione del Papa.
Nel frattempo Enrico VIII decise, da solo, che il suo primo matrimonio poteva essere annullato e, il 25 gennaio 1533, sposò Anna Bolena. Nel mese di luglio, arrivò la scomunica dalla Santa Sede per Enrico VIII, che, per reazione, fondò la Chiesa anglicana. Dopo appena tre anni dal secondo matrimonio, Enrico VIII iniziò a diventare insofferente anche nei confronti di Anna Bolena, in quanto neppure lei era riuscita a dargli un erede maschio, ed cominciò a corteggiare una nobile della corte, Jane Seymour. Per liberarsi della seconda moglie, Enrico VIII la fece accusare di aver utilizzato la stregoneria per farsi sposare, di tradire il marito con altri uomini, di essere colpevole di incesto e di ingiuria nei confronti del re e di aver cospirato per cercare di ucciderlo. Anna venne condannata a morte dalla corte, insieme agli uomini accusati di essere suoi amanti. Carlo V passò da Carrara il 12 maggio del 1536, di ritorno da una campagna militare contro il pirata Khay Al Din: proprio quel giorno, guarda caso, cominciava il suddetto processo, che portò alla morte tutte quelle persone ed una donna innocente. Una scritta, posta all’angolo fra piazza Duomo e Via Ghibellina a Carrara, ricorda quello storico transito dalle nostre parti del sovrano di Spagna. Chissà se quel giorno, egli si rese conto di esser stato tra i protagonisti di cotanta telenovela, e del finale tragico che essa aveva avuto. Facile che no.