Per tanti, ancora, è l’evoluzione dei racchettoni da spiaggia, che già, a loro volta, erano la versione più sportiva dei mitici tamburelli degli anni ‘60 e ‘70. Soprattutto, la percezione più diffusa relativa al padel è che si tratti di uno sport di recentissima invenzione, invece di recente c’è solo la sua esplosione a livello sportivo internazionale e italiano, in particolare. Il padel, pronunciato letteralmente secondo il termine spagnolo o richiamando il nome inglese “paddle” (padol) che impazza nell’estate 2022, è in realtà, uno sport di derivazione tennistica la cui origine risale a oltre 50 anni fa, con una matrice ancora più arcaica: il paddle tennis, che data addirittura dal 1898. Il paddle tennis era stato inventato a Manhattan, dall’americano Frank Beal che cercava di praticare il tennis con spazi e mezzi assai più limitati da quelli del già popolare sport inglese. Quindi campi più piccoli e racchetta piatta, senza corde. L’idea di considerare parti del campo da paddle tennis, anche le pareti che lo delimitano, venne a un messicano, Enrique Corcuera, che, nel 1969, fece di necessità virtù: Corcuera voleva costruire un campo da paddle tennis nella sua casa di Acapulco, ma non avendo spazio sufficiente decise di utilizzare anche le pareti delle case vicine che delimitavano il campo e così, riscrisse le regole del paddle tennis, ammettendo anche il rimbalzo sul muro. Corcuera si rese poi conto di aver creato uno sport diverso che lui chiamò semplicemente padel, dal nome della racchetta utilizzata molto simile a una grossa padella. Il padel, dunque, è di origine latinoamericana – area in cui è tra gli sport più popolari – ed è molto diffuso in Spagna, Portogallo ed anche in Svezia. In Italia il padel è arrivato più lentamente, forse per la resistenza dovuta al pregiudizio sui racchettoni da mare. La FIGP, Federazione italiana gioco padel, che è regolata dalla FIT, Federazione Italiana Tennis, si costituì solo nel 1991 con lo scopo originario di far conoscere lo sport sul territorio nazionale e il paddle venne presentato ufficialmente nello Sport show della fiera di Bologna, città nella quale c’era il maggior numero di amatori dello sport. In quell’occasione venne allestito un campo e organizzato un triangolare tra Spagna, Argentina e Italia che avviò la rapida ascesa di consensi del “nuovo” sport anche in Italia. La prima associazione sportiva di padel nacque, neanche a dirlo, a Bologna che vinse il primo campionato italiano ed ebbe anche il primo campione italiano con Gianluca Baldi. Già nel 1992, la nazionale italiana di padel prese parte ai mondiali, classificandosi, tuttavia, all’ottavo posto. Due anni dopo in Argentina, l’Italia si fermò al nono posto, ma in Europa riuscì a insediare il dominio assoluto della Spagna, classificandosi nella piazza d’onore. Nel 1996 la nazionale di padel ha sia una squadra maschile, sia una femminile e partecipa alla Coppa Corcuera ad Acapulco e poi alla Coppa delle Nazioni di padel, che è il corrispettivo della Coppa Davis del tennis. L’anno successivo parte il torneo European Paddle tour con tappe a Bologna, Graz (Austria), Waterloo (Belgio) e Beziers (Francia). Nel 2001 il padel italiano è ancora argento agli europei di Spagna, ma con grandi prove contro Austria, Belgio e Francia. Il riconoscimento dal CONI arriva nel 2008 con l’inserimento nella FIT. Tra il 2020 e il 2022, in Italia, scoppia la padel-mania e cominciano a fioccare campi da tutte le parti. Figlia, probabilmente, della pandemia, la fissa per il padel ha trovato punti forti nella semplicità delle regole del gioco, nella relativa facilità del gesto atletico richiesto, nel rientrare negli sport concessi dal post lockdown, non avendo contatto fisico tra i giocatori e, non ultimo, nell’essere comunque uno sport che impone un minimo di quella socialità – si gioca obbligatoriamente in doppio – la cui importanza è stata resa evidente proprio dalle conseguenze della diffusione del Covid. Dai 1200 campi da padel esistenti in Italia nel 2020 si è arrivati ai 5201 del 2022 per circa mezzo milione di praticanti. Sicuramente nel boom del padel ha inciso anche la preferenza per questo sport dimostrata, e pubblicizzata, da grandi ex campioni di altre discipline sportive, soprattutto ex calciatori o calciatori ancora in attività: Francesco Totti, su tutti. Il bilancio internazionale, ad oggi, segna 12 milioni di giocatori di padel in 78 paesi e 34 associazioni sportive riconosciute dalla International padel federation, numero, tuttavia, ancora troppo basso per arrivare all’ammissione del padel alle Olimpiadi.
La fame di sport e di strutture in cui praticarlo di cui soffre cronicamente da anni, Carrara, ha trovato nel padel un ottimo catalizzatore di interessi, sportivi e economici e anche nella città del marmo, i campi da padel, la cui realizzazione non ha costi proibitivi, hanno cominciato a spuntare come funghi e gli appassionati di questo, solo apparentemente nuovo, sport si trovano in ogni fascia d’età. Di questi giorni è infatti la notizia che il Panathlon Club di Carrara e Massa ha proposto la creazione di un torneo nazionale di padel proprio in terra apuana, sui campi del Club Nautico di Marina di Carrara.
© Foto di Vinicia Tesconi