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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Firenze: “Donne in equilibrio”, un ritratto dell’Italia tutta declinata al femminile negli anni che vanno dal 1955 al 1965

DiSilvia Meacci

Mag 27, 2022

È visitabile fino al 18 aprile 2023 la mostra Donne in Equilibrio – 1955-65 nel museo Ferragamo a Palazzo Spini Feroni di Firenze. Si tratta di un omaggio a Wanda Ferragamo che, rimasta vedova di Salvatore, prese in mano l’azienda e la trasformò da calzaturiera a marchio di prêt-à-porter di lusso a livello globale.
È dedicata a tutte le donne che in quell’epoca del boom economico si sono affacciate al mondo del lavoro, intraprendendo anche professioni fino ad allora inimmaginabili per il sesso femminile, o che comunque hanno continuato a faticare in casa o hanno svolto mestieri nel settore artigiano, agricolo o industriale, mantenendosi in equilibrio tra vita sociale e vita casalinga.

L’allestimento della mostra è particolarmente suggestivo e coinvolgente. All’inizio del percorso espositivo lo spettatore è accolto dal video “Una mamma prestata all’imprenditoria” con immagini e interviste di Wanda Ferragamo provenienti dall’archivio Salvatore Ferragamo. In assoluta linea con l’eleganza della maison vengono esposti al pubblico oggetti personali di Wanda Ferragamo. Sulla scrivania una borsa di coccodrillo, i guanti di nappa beige, i telefoni con il filo, una serie di cornici e foto di famiglia, il ritratto di quattro generazioni di donne Ferragamo oppure una Wanda Ferragamo bambina con il padre alla fine degli anni ’30. Cimeli di una vita piena di impegni lavorativi e intrisa di affetti familiari. Ogni sala è allestita in modo da ricreare una stanza di una ideale casa borghese di quegli anni. Si affronta il tema della famiglia con video dell’istituto Luce, RaiTeche e Archivio Rai. Si è stimolati da materiale audio e visivo. Ci sono scritte, foto, luci e tanti oggetti quotidiani e di design che ricostruiscono il clima dell’epoca. il mondo del lavoro è illustrato in una sorta di biblioteca in cui campeggiano le divise delle hostess, delle poliziotte, le copertine dei giornali raffiguranti le modelle, le foto di scrittrici famose come Elsa Morante o Natalia Ginzburg alle loro scrivanie, ma anche le immagini delle sugheraie, delle donne al telaio, delle sarte di Max Mara e la foto molto attuale della donna che guarda il telefono sperando che squilli. Wanda aveva sempre esortato le giovani, le figlie, a studiare, capire ed esprimersi. A rappresentare l’arte di quel periodo di emancipazione lenta, ma costante sono state selezionate per la mostra le opere di Giosetta Fioroni, “un artista senza apostrofo” come lei stessa amava definirsi. Molto ricco di oggettistica è l’allestimento dedicato alla cucina, il regno della donna. Il frigorifero campeggia tra i vari utensili come l’aspirapolvere, l’alza immondizie con manico e i vari oggetti in plastica, innovativo e ambìto materiale per quei tempi.
La mostra prende in considerazione anche la pubblicità, nei poster e in tv, come elemento che ha contribuito a traghettare la donna in un’era con nuovi modelli da imitare, nuovi obiettivi da raggiungere. Lo spazio espositivo prevede anche una comoda saletta in cui sono proiettati estratti di film di Zampa, Zurlini, Lattuada, Risi, Salce, Pietrangeli con scene spassose o amare che dipingono una figura femminile ancorata ai canoni dell’epoca. È a questo punto dell’esposizione che si ha l’occasione di sedere in una cameretta degli anni sessanta, tra telefoni Grillo, racchette, vinili e mangiadischi, e vedere l’interessante video realizzato con interviste fatte a donne degli anni duemila. Il confronto è spiazzante e contrastivo. Le canzoni di Rita Pavone, della Zanicchi, di Mina, Milva sono un prezioso sottofondo. La moda non rimane certo in secondo piano. Si possono ammirare collezioni di scarpe della maison e, nella sezione dedicata all’identità di genere, vestiti di Gattinoni, delle Sorelle Fontana, di Pirovano.
Si passa dall’abito da sera ad abitini a sacco e in maglia dalle linee morbide e comode fino al tailleur che ha permesso alle donne di essere più spigliate nei movimenti e professionali in ambito lavorativo.
La mostra è davvero esteticamente piacevole e allo stesso tempo notevole spunto di riflessione e introspezione.

 © Foto di Silvia Meacci