Oggi Silvana è stracontenta: è venerdì, il giorno in cui suo padre la verrà a prendere a casa con la macchina per portarla a cena fuori. Da quando i suoi genitori si sono separati, o meglio da quando il padre si è separato dalla sua famiglia, andandosene ad abitare in un’altra casa, con un’altra donna, Silvana aspetta con impazienza, tutta la settimana, finché non arriva il venerdì, il giorno in cui, il suo babbo, secondo le direttive del giudice, si deve dedicare a lei. Per dirla tutta, Silvana è un poco gelosa quando pensa che Elisa, figlia dell’ “altra” e sua coetanea, può godere ogni giorno delle attenzioni di quel padre che non è il suo, vivendo nella sua stessa casa, mentre lei, a cui le coccole del genitore spetterebbero di diritto, deve accontentarsi delle briciole, una sola volta alla settimana.
Ma Silvana non vuole dare spazio alle malinconie: oggi è il suo giorno e lei è intenzionata a goderselo appieno. Alle quattro del pomeriggio è già in agitazione per decidere che cosa indossare, perché quando esce col suo “babbino” vuole essere sempre perfetta. Non sia mai detto che gli faccia fare brutte figure. Finalmente decide di tirar fuori dall’armadio quella bellissima gonna, color verde acqua, con doppio volant, che la mamma le ha comprato per la cerimonia di domenica prossima, quando sua cugina Marisa prenderà la prima comunione. Eh no, non può proprio aspettare fino a domenica. Oltre tutto il babbo neanche la vedrà e Silvana ci tiene molto ad apparire bella in primo luogo proprio per lui.
Alle cinque meno un quarto è già pronta. Vestita, pettinata e profumata si piazza in piedi davanti alla finestra per controllare quando la macchina nera sbucherà dall’angolo in fondo alla strada. Fa sempre così: quando lo vede spuntare, scende. Preferisce evitare incontri imbarazzanti, visto che la mamma non gradisce che lui salga fino all’appartamento. A lei sembra un tantino esagerata quando afferma che meno lo vede e meglio sta, però si adegua per evitare discussioni. Dieci minuti prima delle cinque sente suonare il telefono e si accorge che il tono con cui la mamma risponde è piuttosto seccato, ma non ci bada, ha altro di cui occuparsi adesso. Già si sta gustando il pensiero della pizza con prosciutto che stasera ordinerà in pizzeria, accompagnata da una bella Cola fresca e spumeggiante come piace a lei e dopo: cinema! Le viene da ridere se pensa alla discussione che ci sarà fra lei e il babbo per la scelta del film da vedere, anche se sa che sarà lei, come sempre, a decidere: “Vorrei ben vedere il contrario, perbacco!” si dice, mentre lo aspetta.
La mamma le si avvicina con la faccia contrariata e, cercando di usare un tono non troppo aggressivo, la informa: “Tuo padre ha chiamato per dire che ha avuto un contrattempo e che non può venire. Dice che gli dispiace e che richiamerà domani. E’ sempre lo stesso fanfarone, non c’è speranza, non cambierà mai. Non ha avuto neanche il coraggio di dirtelo di persona. Mah, non te la prendere, lo sai che è fatto così”.
Silvana non l’ascolta, la voce è annientata dal boato che sente dentro di sé: un boato assordante che le sconquassa la mente e il cuore, ma non una sillaba esce dalle sue labbra, né un lacrima scende da quegli occhi diventati improvvisamente cupi. Non sembra prendersela più di tanto. Torna in camera sua, si spoglia, rimette i pantaloni a fiori che aveva tolto e lasciato sul letto neanche un’ora prima e, con tutta calma, senza scomporsi, prende le forbici dal cassetto della scrivania ed inizia a tagliare in strisce piccole, piccole la sua bellissima gonna coi falpalà.
Illustrazione di copertina di Cristina Bianchi