Hajar Mossaid è una giovane ragazza italo-marocchina nata a Montevarchi nel 2002. Frequenta la facoltà di giurisprudenza all’università di Firenze e scrive poesie. Nonostante la giovane età, Hajar Mossaid ha le idee chiare, e grazie alla poesia è riuscita a dar voce alle sue emozioni creando magia con le sue parole, raccolte nel suo primo libro, uscito da poco. Hajar Mossaid, musulmana hijabista, mostra la consapevolezza di dover affrontare un mondo pieno di stereotipi, ma anche la fierezza di affrontarli senza timore. All’origine della pubblicazione del suo libro di poesie c’è la volontà di sensibilizzare e far conoscere una realtà che è ancora lontana da noi occidentali.
Hajar Mossaid è molto grata al padre che è riuscito a dare a lei ed alle sue sorelle una vita migliore, è molto legata alle sue tradizioni ma si sente anche molto legata al luogo in cui vive. Le sue tradizioni vivono con lei ed attraverso lei.
Quanto l’ha influenzata la cultura araba nella composizione poetica?
Purtroppo non conosco quanto vorrei la cultura araba e questo porta, inevitabilmente, ad una distanza tra la cultura araba e i miei scritti. Al momento sto cercando di ampliare le mie conoscenze, per poterle inserire nella mia quotidianità, poi, chissà, una volta fatto questo, spero di poterne usufruire anche con la mia scrittura.
Lei è una ragazza molto coraggiosa: cosa vorrebbe cambiasse in questa società?
Non mi sono mai considerata una ragazza particolarmente coraggiosa, ma dopo aver deciso rendere pubblici tutti i miei scritti e non nascondere l’autrice che ci sta dietro, ho sentito di aver abbracciato un po’ di coraggio. Sono dell’idea che arrivati ad una certa età, una persona voglia fare uno switch che lo porti a delle soddisfazioni. Tutti cerchiamo di prendere posto nella società, ma mi sono accorta che, a volte, quando si è portatori di diversità, diventa complicato. Il mio auspicio è quello che un giorno la società non si fermi alle apparenze, ai pregiudizi, che si è soliti affiancare ad una cultura, ad un paese o ad una religione. La strada per arrivare a spazzare via gli stereotipi è ancora molto lunga, ma ci sono giorni in cui vedo che la nuova generazione è pronta a inseguire questo obiettivo. Purtroppo, però, questi giorni sono alternati da altri che non fanno credere nel cambiamento. Ma nonostante ciò, ho fiducia nella mia generazione.
Quali sono i suoi sogni?
La mia giovane età mi porta ancora, fortunatamente, a sognare ad occhi aperti. I sogni che vorrei realizzare credo siano infiniti. Proprio per questo l’epilogo del mio libro s’intitola “ai sogni”, perché spero di dedicare tutto il mio successo e le soddisfazioni ai sogni. Sicuramente ambisco a proseguire nel mio percorso di studi e a crearmi una carriera nel campo giuridico, senza mai tralasciare la mia passione per la poesia. Quindi, mi piacerebbe continuare il viaggio tra libri e pubblicazioni.
In che direzione vanno i suoi progetti futuri?
Sto lavorando a due nuovi progetti: il primo riguarda una seconda silloge di poesie, mentre il secondo sarà un romanzo. Non vorrei dare tante anticipazioni, dico soltanto che sarà un altro viaggio rispetto alle mie poesie, ma rispecchierà ugualmente la persona che sono, seguendo però un altro punto di vista.
Cosa significa, per lei, andare oltre le apparenze?
Il mio desiderio che si vada oltre alle apparenze si basa sul fatto che piccole esperienze mi hanno portata a provare paura, inadeguatezza e dolore, mentre io cercavo solamente di inserirmi nella società e prendere posto tra i miei coetanei. Questo però, ripeto, non è facile quando s’indossa un velo o si ha un nome diverso dal comune. Questo perché si associa alla figura dello straniero la faccia di un mostro. Io non mi considero una straniera, ma una appartenente a due mondi, a due continenti, a due lingue, a due culture, a due tradizioni e a due modi di vivere. Non arriverò mai a rinnegare né l’una né l’altra, se io sono così oggi è proprio perché sono italo marocchina e non solo anagraficamente. Dunque il mio grande desiderio è che non ci si fermi alle apparenze, perché dietro ad una persona si possono celare tante sorprese.