In origine era solo una cappella che papa Pasquale II fece costruire a Roma nel luogo in cui fino ad allora, e siamo nel 1099, era esistito il mausoleo dei Domizi Enobarbi, cioè la tomba dell’imperatore Nerone, demolito proprio per ordine dello stesso papa. La scelta del luogo non era affatto casuale. Sin dai tempi immediatamente successivi alla morte di Nerone, il luogo in cui venne costruita la sua tomba era considerato maledetto e infestato da spiriti maligni. Tanta, probabilmente, era stata la negatività trasmessa dal quinto imperatore romano, da far nascere una forma ostinata e duratura di superstizione. Inoltre, proprio in quel luogo era avvenuta la morte stessa di Nerone che, ormai consapevole di stare per cadere nelle mani dei suoi molti nemici, chiese al suo servo di ucciderlo, non essendo abbastanza coraggioso per togliersi la vita da solo. La tomba fatta erigere per dargli sepoltura si trovava in un bosco di pioppi che, con l’andare dei secoli era diventato, nell’immaginario popolare, il luogo in cui le streghe si riunivano per adorare Satana. Papa Pasquale II, avendo compreso che quella superstizione poteva essere pericolosa per la chiesa, decise di eliminare alla radice il problema, demolendo la tomba di Nerone e instaurandovi al suo posto un luogo di culto della Madonna. La nuova cappella venne commissionata come ringraziamento per la liberazione del Santo Sepolcro, avvenuta in quell’anno con la prima Crociata in Terra Santa guidata da Goffredo di Buglione. L’edificio venne realizzato coi soldi dei romani e per questo prese l’appellativo “del popolo”, sebbene esista anche una tesi che riconduce il nome della chiesa alla parola “populus” che significa pioppo, in riferimento al famoso bosco in cui sorgeva la tomba di Nerone. Nel 1227, tuttavia, in molti dei romani esisteva ancora la convinzione che lo spirito di Nerone, inferocito per la demolizione della sua tomba, si aggirasse ancora in quei luoghi, tanto che lo scoppio di un’epidemia, veniva ricondotto alla sua implacabile ira. Per questo motivo, e per scacciare per sempre lo spirito di Nerone, Papa Gregorio IX fece trasportare nella Cappella di Maria del Popolo, l’icona bizantina della Madonna del Popolo, che si trovava nella cappella del Santissimo Salvatore in Laterano e che, all’epoca, si vociferava fosse stata realizzata da San Luca Evangelista. La Madonna del Popolo divenne così la protettrice di Roma, quella a cui si rivolsero, in seguito, per tutti i periodi più neri della storia della città. In onore della Madonna del Popolo, i romani cominciarono a fare processioni portando la statua della Madonna per le strade della città. Il culto, forse proprio perché andava a sovrapporsi a una forte superstizione, divenne sempre più importante e si diffuse in tutta la penisola. La Cappella di Maria del Popolo nei secoli venne sempre più ampliata e arricchita fino a diventare una parrocchia e una delle grandi chiese di Roma. La natura di protettrice del popolo, la rese subito cara anche ai carraresi. Un dipinto che raffigurava la Madonna del popolo venne collocato sulla porta che accedeva alla città, tra via Ghibellina e piazza Alberica e nel 1494 fu proprio a questa immagine che i carraresi si rivolsero per scongiurare l’arrivo dell’esercito francese di Carlo VIII che stava scendendo lungo la penisola lasciando dietro di sé solo saccheggi e devastazioni. I francesi, per una ragione che i carraresi attribuirono all’intervento miracoloso della Madonna del Popolo, inspiegabilmente cambiarono rotta e invece di puntare su Carrara, si diressero a Sarzana. Quel miracolo fece sì che al quadro della Madonna venissero attaccate le chiavi della città e che quel giorno venisse ricordato e festeggiato ogni anno. La festa della Madonna del Popolo, a Carrara, cade nella terza domenica di novembre, ma nelle celebrazioni si è inserita, in tempi molto più recenti, anche quella dell’8 maggio che ricorda l’incoronazione della Madonna del Popolo come Regina e patrona della città, avvenuta nel 1961. Si trattò di una delle più grandiose feste religiose mai svolte a Carrara, con il centro storico traboccante di persone e luci e addobbi ad ogni finestra della città. Sul quadro della Madonna del Popolo che stava sulla porta di Carrara, poi trasferito all’interno del duomo nel ‘600, vennero apposti due diademi in oro e pietre preziose alla presenza dei più alti prelati e di tutte le autorità cittadine. L’evento verrà ricordato anche quest’anno con una cerimonia che prevede tre giorni di preparazione, dal 5 al 7 maggio, con la recita del Rosario in duomo e con la messa domenicale nella quale verrà rinnovato il rito dell’offerta delle antiche chiavi della città alla Madonna e con la benedizione delle mamme.