Si festeggiava il terzo anniversario della Liberazione, ma i segni lasciati dalla guerra erano ancora molto evidenti in quello che era stato, l’ultimo e il più feroce teatro di scontri: il territorio intorno al 44° parallelo, quello in cui passava la Linea Gotica. La Mille Miglia esisteva già da più di 20 anni. Era stata creata nel 1927 da quattro appassionati di automobilismo, due piloti e due giornalisti sportivi, ed era concepita come una gara su un percorso di mille miglia, appunto, cioè circa 1600 chilometri, che disegnava un otto tra Brescia, Roma e ritorno. La passione per i motori, in Italia, era esplosa quasi in contemporanea alla loro invenzione e se il numero di auto circolanti sulle ancora inadeguate strade della penisola non era eccelso, i pochi che potevano permettersi di avere un’auto, tuttavia, avevano già creato enti e associazioni dedicate all’automobilismo. La Seconda guerra mondiale aveva causato la sospensione dell’evento per sei anni, dal ’41 al 46, ma non aveva spento per nulla la passione per la velocità e per i motori. La gara era stata ripristinata nel 1947, nonostante le condizioni delle strade fossero state fortemente pregiudicate dall’evento bellico appena concluso. La terra apuana era molto devastata dal punto di vista viario, ma, nel 1949, offriva comunque l’unica via possibile per scendere dalla pianura Padana verso la costa e da lì verso Roma. Per questo motivo, il percorso della sedicesima edizione della Mille Miglia toccò per la sua prima e unica volta, le strade della provincia di Massa Carrara. La tappa era a cronometro, partiva da Berceto, comprendeva il passo della Cisa e terminava a Montignoso, toccando Aulla, Sarzana, Carrara e Massa. L’evento, tra i primi del lento ritorno alla normalità del dopoguerra, mandò letteralmente in visibilio tutta la popolazione locale, un po’ per la novità in un panorama ancora necessariamente scarno, un po’ per la fama della competizione sopravvissuta anche ai lunghi anni di vuoto.
Sin dai primi passaggi di auto, cominciati nelle prime ore del mattino del 24 aprile 1949, le persone avevano cominciato a riversarsi lungo il tracciato della gara per vedere passare i bolidi e i campioni che li guidavano. Le auto sfrecciarono, quindi, in una cornice di pubblico simile a quella delle gare ciclistiche. Parte del percorso era lungo la via Aurelia e le cronache del tempo ricordano enormi assiepamenti di persone nei pressi dell’arco della Cementeria. Il passaggio della Mille Miglia aveva bloccò le strade apuane per sei ore, dalle 3 e mezzo del mattino fino alle 10,30 e richiese un importante servizio d’ordine imposto dalla Questura e gestito, in buona parte dall’Automobil Club Massa Carrara. La popolazione era stata, previamente, avvisata, non solo del passaggio della gara ma anche sulle misure di sicurezza da rispettare per non determinare incidenti e tutto si svolse nel migliore dei modi, nonostante il grande numero di spettatori. I grandi nomi dei campioni sfilarono intorno alle otto del mattino: Clemente Biondetti e Ettore Salani che risultarono poi vincitori della competizione su una Ferrari 166 MM spider Touring, Felice Bonetto e Francesco Cassani, anche loro su Ferrari 166 MM spider Touring, che si assicurarono il secondo posto e Franco Rol e Vincenzo Richiero, su Alfa Romeo 6C 2500 competizione coupé, che arrivarono terzi.
La Mille Miglia, nella sua formula originaria di competizione, continuò ad essere organizzata fino al 1957 quando lo scoppio di uno pneumatico della Ferrari guidata dal pilota spagnolo Alfonso De Portago, con l’americano Edmund Gurner Nelson causò un terribile incidente in cui persero la vita il pilota e nove spettatori, cinque dei quali erano bambini. Un dramma che sconvolse l’opinione pubblica e determinò la soppressione della manifestazione.
La Mille Miglia tornò nel 1977 ma come gara riservata solo a auto d’epoca, cioè costruite prima del 1957. In questa formula la manifestazione è tornata a passare dalla costa apuana nel 2021, ma, ormai, il senso dell’evento è più quello dell’esibizione di auto d’epoca che non quello di una competizione vera e propria.
Fonti: “100 anni di storia sulle strade Apuane” (Sagep edizioni)