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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Tirrenia e gli stabilimenti cinematografici Pisorno

DiPaolo Camaiora

Apr 11, 2022

In Italia e nel mondo, il nostro cinema ha sempre significato Cinecittà. Dunque Roma. E solo lei. Ma è un vero falso. Perché la storia industriale del cinema italiano nasce fra Torino, Milano, Firenze e la costa toscana. Più esattamente a Pisorno, incastonato tra la bellissima pineta e il limpido mare di Tirrenia, borgo di fondazione sorto fondato il 3 novembre del 1932 (al pari di quanto avvenne in Maremma, nell’Agro Pontino ma anche nella provincia di Massa – Carrara con i borghi di Nazzano, Melara e Romagnano) quale moderna, elegante stazione balneare. In particolare, Tirrenia sorse per volontà di Costanzo Ciano, livornese e consuocero di Mussolini, oltre a Guido Buffarini Guidi podestà di Pisa. Fino ad allora paludosa, l’area venne riqualificata con l’aspirazione di farne “La perla del Tirreno” e la capitale cinematografica d’ Italia. Tirrenia fu scorporata dall’amministrazione comunale pisana e dotata di autonomia, con l’istituzione dell’Ente Autonomo Tirrenia. Vennero chiamati architetti da tutta Italia, come Adolfo Coppedè, Federico Severini, oltre ad Antonio Valente, i quali dettero all’abitato una tipica impronta di tipo razionalista. La cittadina era attraversata da nord a sud dalla strada litoranea (oggi viale del Tirreno), ed aveva il suo fulcro nella centrale piazza dei Fiori, dove sorgeva lo Stabilimento Imperiale (caffè, albergo, stabilimento balneare). Furono inoltre edificate numerose colonie estive nella parte più meridionale dell’abitato, al confine con la frazione di Calambrone. Notevole fu anche lo sviluppo dell’edilizia privata, con l’edificazione di ville residenziali.

Con la creazione di Tirrenia nacquero gli stabilimenti cinematografici Pisorno, il cui acronimo sta per Pisa e Livorno, e la cui storia inizia a Torino, dalla quale riceve il ruolo di capitale della celluloide. Negli stabilimenti Pisorno muove i primi passi nel cinema il brillantissimo, versatile e colto Giovacchino Forzano da Borgo San Lorenzo nel Mugello, la terra dei Medici, già drammaturgo acuto e innovatore, geniale inventore, che con l’architetto e scenografo Antonio Valente – si deve il pregevole razionalismo degli stabilimenti Pisorno, dei Carri di Tespi, i teatri viaggianti che, sulle tracce della girovaga Commedia dell’Arte, portavano la prosa nei posti privi di strutture deputate, e soprattutto librettista di fama del tardo Puccini del Trittico, di Mascagni, Leoncavallo ed Ermanno Wolf-Ferrari. La loro opera Sly a Londra nel 1921 ebbe un tale successo che David Belasco, librettista della Butterfly, gliene comprò i diritti cinematografici per l’astronomica cifra di tremila sterline. Pisorno è stata la prima città del cinema d’Italia prima che fosse creata Cinecittà nel 1937. Un aspetto rilevante della Pisorno fu inoltre la formazione di nuove professionalità fino ad allora scarsamente rappresentate in Italia, ovvero: tecnici del suono e fonici, direttori e ispettori di produzione, molti dei quali, come la “dinastia dei truccatori Mecacci”, si trasferirono successivamente negli stabilimenti di Cinecittà. Per tutta la durata in vita degli stabilimenti cinematografici, a Tirrenia recitarono attori del calibro di Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, Alida Valli, Amedeo Nazzari, Ugo Tognazzi, Macario. Tra i registi si registrarono nomi del calibro di Mario Monicelli, Mauro Bolognini, Vittorio De Sica, Sergio Corbucci, Marco Ferreri, Elio Petri, Roberto Faenza, Luigi Zampa. Il sogno del cinema però durò poco. Già nel 1937 a Roma però sorsero i primi teatri di posa di Cinecittà e gli attori e registi che fino ad allora avevano frequentato Tirrenia preferirono sempre più spesso gli agi della capitale.

Durante la seconda guerra mondiale, gli stabilimenti cinematografici Pisorno furono requisiti dalle truppe tedesche prima e dalla americane poi, che ne fecero un grande deposito logistico del Mediterraneo stante la vicinanza del porto di Livorno, L’epoca dell’occupazione americana data un’altra pagina poco nobile della storia di Tirrenia, quella della famigerata pineta di Tombolo, popolata da sbandati, contrabbandieri, ladri, prostitute (chiamate dagli americani “segnorine”) e disertori americani in maggioranza di colore. Erano loro che controllavano l’intero territorio alle spalle della cittadina, tra la “Fattoria di Tirrenia” e la via Aurelia, che fu trasformato in un luogo senza leggi e senza bandiere la cui restituzione alla piena legalità avvenne solo alla fine del 1947 con lo sgombero coatto e dove sorse, nel 1951 l’attuale Camp Darby, (la base deve il suo nome al brigadiere generale  William O. Darby, fondatore del Corpo dei Rangers, su modello dei commando britannici, ucciso da artiglieria nemica il 30 aprile 1945 sulle rive del Lago di Garda ed ultimo soldato statunitense deceduto in Italia) la più grande base logisitca statunitense fuori dai loro confini. Con spirito neorealista, nello stesso anno fu girato, tra Tirrenia e Calambrone, il film Tombolo paradiso nero, per la regia di Giorgio Ferroni, su sceneggiatura di Indro Montanelli e con la partecipazione di Aldo Fabrizi come attore protagonista. Nel 1961 gli stabilimenti furono poi acquistati dalla Cosmopolitan Film di Carlo Ponti e ne presero il nome, fino al 1969 quando l’attività degli studi cinematografici si interruppe definitivamente. Dopo decenni di abbandono tutta l’area è stata oggetto di un importante progetto di ristrutturazione e cambio di destinazione d’uso in residenze ricettive turistico alberghiere. Dal 1932 fino agli anni sessanta nel litorale era presente una ferrovia elettrica: la Pisa-Tirrenia-Livorno, popolarmente denominata Trammino o Trenino. Il tracciato toccava appunto Pisa, San Piero a Grado, Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone e Livorno, frequentatissima soprattutto nel periodo estivo. La stazione di Tirrenia è tuttora presente e visibile nel centro del paese benché accolga altre attività.

© 2022 Architetto Paolo Camaiora. Immagini provenienti dalla rete.