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Diari Toscani

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A Massa una targa commemorativa alla memoria di Paolo Ferrari

DiDiari Toscani

Apr 2, 2022

Lunedì 4 aprile, alle ore 10.30, nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Paolo Ferrari, su iniziativa di Franco Frediani sarà apposta sulla facciata dell’istituto Battolla, in via Cavour, 41, a Massa una targa celebrativa del grande commediografo. L’istituto Battolla, retto dalle figlie di Maria missionarie, un tempo abitazione privata della famiglia Giorgieri, per circa 15 anni ospitò la famiglia Ferrari (il padre di Paolo, Sigismondo, ufficiale dell’esercito estense era stato inviato da Francesco IV a comandare le truppe di stanza a Massa).

Alla cerimonia, presenziata dal sindaco Francesco Persiani, parteciperà la dottoressa Olga Raffo-Maggini, presidente della deputazione di storia patria, che illustrerà la figura del Ferrari. Al termine, quale omaggio al commediografo,  l’attore e regista Fernando Petroli reciterà “El fighjol del colonnelo” un testo in  dialetto scritto da Fabio Cristiani.

Paolo Sante Isidoro Ferrari, figlio di Sigismondo e Elisabetta Palmieri, nasce a Modena, nell’abitazione posta in Strada dei Servi,  alle ore sei del 4 aprile 1822. Aveva 11 anni quando venne a Massa dove il padre, ufficiale dell’esercito estense, era stato inviato dal duca Francesco IV a comandare le truppe ivi stanziate. La famiglia si stabilì in contrada dell’Annunziata, attuale via Cavour, nella casa proprietà Giorgieri, (dal 1865 diverrà sede dell’Istituto Battolla)  e il giovane Paolo viene iscritto nel Collegio Barnabita di via Palestro. Terminato il liceo, per continuare gli studi ed iscriversi all’Università, Ferrari è costretto a trasferirsi a Modena. Francesco IV aveva infatti precluso agli studenti massesi l’Ateneo pisano. E’ così che, nel 1838, Paolo lascia Massa e si iscrive al Collegio Legale dell’Ateneo Modenese dove, il 19 luglio del ’43, consegue la  laurea. Tornò allora a Massa e intraprese l’avvocatura. Presso il Tribunale, a far le pratiche criminali e presso lo studio dell’avv. Giuseppe Grossi quelle in materia civile. A Massa, Paolo vi prese moglie, la giovane Ersilia, figlia del medico condotto dott. Carlo Branchini e le nozze, furono celebrate il 23 giugno 1845.  Da quel matrimonio nacquero : a Massa, Carlotta, il 17 marzo del ’46 e Sigismondo, il 19 agosto del ’47 (morto infante di appena 11 giorni) mentre a Modena, nasce Vittorio, futuro insegnante di lettere nel Liceo Parini di Milano   che renderà visita a Massa il 13 gennaio del 1899, accolto dalle maggiori autorità cittadine (l’evento è ricordato in una lapide apposta nel loggiato del Teatro Guglielmi). La prima volta che Ferrari si cimentò nell’arte drammatica fu coll’ideare e scrivere il “Baltromeo Calzolaro”.  

La commedia, in due atti, fu composta a Massa l’inverno del 1847 ed è la prima in assoluto ad essere scritta  in dialetto massese, dialetto da lui stesso definito “bellissimo”. Paolo aveva venticinque anni. Il 1848 segna  la fine del regno di Francesco V (nel ’46 era succeduto a Francesco IV) e il vento della “rivoluzione” investe anche Sigismondo che, sciolte dal giuramento le sue truppe, si ritira nel villaggio di Antona per poi raggiungere, attraverso la Garfagnana e l’Appennino, Pieve Pelago, dove raduna tutta la famiglia.  È così che anche Paolo lascia Massa, e per sempre. Se ne staccò ma col pianto sugli occhi e il cuore straziato. Il “Baltromeo Calzolaro” rimase inedito fino al 1899, quando, nel decennale della morte, Giovanni Sforza ne curò la pubblicazione. La commedia verrà rappresentata per la prima volta al Teatro Guglielmi di Massa, la sera dell’8 gennaio 1901 e Paolo non avrà il piacere di potervi assistere. Morte lo aveva colto a Milano il 9 marzo del 1889 all’età di 67 anni.