Lo stile militare contrassegnato dai simboli della pace, l’interpretazione della moda come la realizzazione di un dipinto, la centralità della potenza della natura, la passione e la ricerca creativa che si estende oltre all’abito e investe l’ambiente, artificiale e naturale, in cui si vive. Sono i tratti essenziali dello stilista e designer Michele Rossi, calabrese di origine, ma cresciuto in Toscana sin dall’infanzia: una delle figure emergenti della moda made in Italy. La storia di Michele Rossi è una favola contemporanea: senza una vera formazione specifica ma con una straordinaria vocazione e predisposizione all’arte, Michele Rossi si è contraddistinto nell’ambiente della moda, diventando famoso in tutto il mondo con il suo marchio ed il suo stile riconoscibilissimo, particolare ed unico. Vive in Toscana dal 1965, prima a Montecatini, dove ha passato l’infanzia tra i boschi e la natura e oggi in Versilia. Le sue umili origini gli hanno dato quei valori forti e quella tenacia fondamentali per affrontare la vita. Abita in una casa nel bosco dove la natura è tornata preponderante nella sua vita.
I suoi abiti sono pensati per consentire alla donna di mostrare il suo carattere senza per questo, perdere la sua femminilità, la sua grinta e la sua passione.
Può raccontarci la sua infanzia?
Ho avuto un’infanzia particolarmente felice con pochissimi beni materiali, ma completamente immerso nella natura. Appartengo ad una famiglia che all’epoca era molto povera, dalla quale ho tratto il vero senso della vita: la capacità di accontentarsi di poco. Ho da sempre apprezzato i colori della campagna ed i voli delle farfalle, elementi che tornano sempre nel mio lavoro. Da piccolo mi sentivo un esploratore e questo mi ha dato tanto.
Come si è avvicinato al mondo della moda?
Sono entrato a far parte della moda partendo dai gradini più bassi, cioè facendo il commesso in uno dei negozi più belli di Montecatini. Mi ricordo ancora il giorno in cui vi entrai, perché rimasi colpito da un capo, ma quando fui per pagarlo mi accorsi che non potevo permettermelo. Il commesso andò a chiamare la responsabile ed apparve una ragazza che conoscevo e che mi “passava” i vestiti usati del marito. Lei mi riconobbe e mi diede la tuta ed iniziai così a frequentare quel negozio.
Quando ha cominciato a dedicarsi all’aspetto creativo del suo lavoro?
Alla parte creativa di questo lavoro mi sono avvicinato in un secondo momento, più o meno verso gli anni novanta. Tutto è iniziato svolgendo una serie di mansioni che mi hanno permesso di conoscere ogni aspetto di quello che poi è diventato il mio lavoro. Ho iniziato facendo il commesso, sono passato poi a fare il vetrinista ed infine il rappresentante. Ad un certo punto nell’azienda in cui lavoravo all’epoca, mi fu chiesto dal proprietario se mi sentivo di disegnare con lui una linea di moda, perché il loro stilista se ne era andato, e così accettai. La prima collezione che feci fu legata allo stile militare, ed ebbe subito un successo enorme. È uno stile, quello militare, che torna sempre nella mia vita: ne sono attratto, mi piace andare ai mercatini dell’usato dove si trovano capi militari per ridare loro una seconda vita. Il militare è diventato il tratto distintivo della mia linea di moda: sono conosciuto nel mondo come l’uomo del militare. Ho fatto per Bob Sinclar, una giacca militare personalizzata che era una rivisitazione di una giacca usata e che è diventata un’ispirazione per molti ragazzini.
Dopo che ha raggiunto il successo come è stata la sua vita?
Non ho mai creduto di aver terminato la mia formazione, si impara ogni giorno, non si è mai arrivati. In tutta la mia vita ho sempre lavorato molto e a testa bassa con amore e con passione. La moda ha rappresentato per me un mezzo di espressione. Io trasferisco le mie emozioni e sensazioni nei capi di abbigliamento. Mi definisco uno stilista alla rovescia, prima capisco il concetto ed il messaggio che la collezione deve avere, e solo dopo aver trovato la storia da raccontare vado sui materiali e suoi modelli.
Qual è la matrice che accomuna le sue collezioni?
Io ho sempre cercato di dare luce: per me la moda è caratterizzata da una moltitudine di sfumature, un’esplosione del colore. È come se prendessi i colori dell’arcobaleno e li mettessi nelle mie collezioni . Ritornano spesso aspetti della natura come le farfalle e le stelle, la mia infanzia mi ha sicuramente influenzato in questo.