Era devoto alla Madonna e a Sant’Antonio da Padova, Domenico Nocchi, borghese benestante massese che, nel 1754, forse per una grazia ricevuta, decise di far affrescare sul muro esterno della sua casa, all’epoca, assai decentrata rispetto al cuore della città, un’immagine della Madonna col bambino e con Sant’Antonio in ginocchio che porge il giglio bianco. L’affresco raffigurava, in maniera insolita, la Madonna e Gesù bambino, entrambi sorridenti. La casa di Nocchi, alla sua morte venne venduta, passando di mano in mano per quasi cento anni, fino ad essere completamente abbandonata e invasa dalla vegetazione. Parte della struttura crollò, ma, il muro su cui si trovava l’affresco restò in piedi, se pur coperto da rovi. L’area in cui sorgeva la casa era ancora aperta campagna e quindi meta di passeggiate nella buona stagione. Fu nel corso di una di queste passeggiate, nel settembre del 1831 che tre signore massesi, Maddalena Vasari e Luisa e Rosa Menecchia, giunte fino all’aia di proprietà del cavalier Pasqualis che si trovava poco distante dai ruderi della casa affrescata, notarono il volto sorridente della Madonna spuntare in mezzo agli arbusti. Dopo essersi avvicinate e aver capito che si trattava di un dipinto sui resti di un muro, le tre signore ebbero l’impulso di inginocchiarsi e pregare, colpite dalla bellezza e dal senso di conforto che proveniva dall’immagine, fino ad allora rimasta nascosta. Per questo motivo, alcuni giorni dopo, decisero di portare la nipote di una di loro, gravemente malata, a rendere omaggio alla Madonna in mezzo ai rovi e, nel corso di questa visita di preghiera, la giovane si scoprì improvvisamente guarita. La notizia del presunto miracolo si diffuse e colpì molto gli abitanti della zona dei Quercioli, che, dopo pochi mesi, nella Pasqua del 1832, stabilirono di costruire una chiesa intorno al muro con l’affresco, chiedendo offerte a tutti i residenti e a chiunque, anche da altri luoghi, avesse voluto sostenere il progetto. La chiesa della Madonna dei Quercioli venne dunque eretta e ultimata nel 1833 e poi ampliata e modificata nel corso degli anni, ma già nel 1835, alla Madonna sorridente venne attribuito un altro miracolo: un soldato della milizia ducale, cieco, Giuseppe Bertozzi, recatosi a pregare nel mese di maggio, dedicato a Maria, riacquistò improvvisamente la vista. L’episodio è raffigurato in un affresco all’interno della chiesa realizzato nel 1932 dal pittore massese Oreste Bontemps, che riportò su muro il soggetto di un piccolo quadro a olio su tavola che i compagni del soldato miracolato lasciarono al santuario. All’interno della chiesa vi è anche un quadro a tempera, di autore ignoto, risalente alla fine del ‘500 in cui è raffigurata Il santuario della Madonna dei Quercioli divenne parrocchia nel 1946 e incoronò solennemente l’immagine della Madonna nel 1948 la Madonna con gli emblemi della Concezione, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina Vergine e martire, e alcuni angeli. Sempre al ‘500 risale anche una predella in legno raffigurante l’Eterno Padre con angeli, attribuita alla scuola del Ghirlandaio.
Alla storia del santuario della Madonna dei Quercioli verrà dedicata una targa, voluta dallo storico massese Franco Frediani e realizzata da Frediani e dall’architetto Marco Tonelli, lunedì 21 marzo alle ore 11, nel corso della cerimonia di scopertura di una stele, nel parco dei Quercioli dedicato alla poesia dialettale, che celebra il poeta massese Decimo Del Fiandra e la sua poesia Inno a Massa.