Ha circa mille anni ma li porta benissimo: il castello di Fosdinovo è il più celebre, il più grande e il meglio conservato tra i molti castelli della Lunigiana. La prima attestazione della sua esistenza risale al 1084 e riferisce di un Castrum Fosdinovense. La costruzione vera e proprio della fortezza, che doveva difendere l’originario borgo di Fosdinovo, invece, è datata alla seconda metà del 1100. La storia del castello di Fosdinovo è principalmente legata al nome dei Malaspina dello Spino Fiorito, che comprarono la fortezza nel 1340. Fu Spinetta Malaspina che creò il marchesato di Fosdinovo e si stabilì nel castello. Le prime opere di ampliamento e abbellimento del maniero vennero realizzate già dal nipote di Spinetto, Galeotto I e, un secolo più tardi da Gabriele II Malaspina. Ma i miglioramenti continuarono anche nei secoli successivi con Lorenzo Malaspina che gli diede la tipica dimensione di corte rinascimentale nel ‘500 e con Jacopo Malaspina che, nel 1636, portò il borgo alla sua massima espansione con 800 fuochi, cioè 800 famiglie residenti. Il castello nacque come struttura difensiva e strategica, a controllo sulla vallata sottostante. L’ottimo stato di conservazione e la cura di cui, nei secoli, ha beneficiato, hanno restituito un edificio quasi integro in ogni sua parte. Quattro torri agli angoli di una base quadrangolare e uno spuntone che si rivolge verso il paese, come ulteriore e più avanzata struttura difensiva, il castello di Fosdinovo ha due cortili interni, dei giardini pensili e, ancora i camminamenti per i soldati di guardia sulle mura. In origine aveva anche un ponte levatoio, oggi scomparso. Il cortile, dietro la porta di ingresso ha una colonna in marmo che risale al ‘200, come sostegno del loggiato superiore. Per accedere alle stanze del castello vi è una larga scala con scalini bassi, che, un tempo veniva percorsa anche dai cavalieri a cavallo. Nel secondo cortile, quello superiore su cui si affacciano le sale del castello, c’è il pozzo e un imponente portale in marmo che risale al ‘500. Gli interni, ancor ben conservati anche negli arredi, mostrano la sala del trono, la grande sala da pranzo col camino, varie camere da letto e persino una camera delle torture posta nei sotterranei. Non mancano neppure i trabocchetti e il fantasma, una giovane erede dei Malaspina murata viva per una passione d’amore illecita con uno scudiero, che, si dice, dal ‘500 si aggirerebbe inquieta tra le stanze del castello. Tra i molti ospiti illustri che transitarono per il castello, indubbiamente, il più eminente fu Dante Alighieri il cui passaggio è testimoniato dagli affreschi presenti nelle sale del castello.
I Malaspina regnarono sul feudo di Fosdinovo per quasi cinque secoli. Dopo la Rivoluzione francese il castello e il marchesato vennero annessi alla Repubblica Cisalpina, ma dopo il Congresso di Vienna, con la Restaurazione, passarono sotto al ducato di Modena e Reggio dei D’Este. I moti rivoluzionari che portarono all’unità d’Italia, videro Fosdinovo dichiarare un suo governo autonomo fino alla nascita del regno d’Italia. Carlo Emanuele fu l’ultimo proprietario dei Malaspina. Dopo di lui la proprietà ebbe alterne vicende, rischiando anche la distruzione del castello, fino a essere comprato dall’ospedale di Fosdinovo a metà dell’800. Ma il suo destino coi Malaspina non era terminato e gli ultimi eredi ricomprarono il castello che ancora oggi appartiene ai discendenti dei Malaspina.
Il giro parte dal paese di Fosdinovo verso monte dove parcheggiano i pullman. Occorre seguire la segnaletica Cai che alternando strada a mulattiera condurrà a Giucano per poi procedere verso Sarzana finché non si incontrano le indicazioni per l’agriturismo “La Burlanda”, ottimo per una sosta a pranzo. Da qui si torna verso Fosdinovo seguendo sempre la segnaletica sulla strada.
© Foto e percorso di Cristina Maioglio