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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“Sono spenta, mi sento sola, fingo solo di stare bene…”

DiDiari Toscani

Mar 13, 2022

di Alice Neri III D liceo artistico Artemisia Gentileschi di Carrara

Quando è cominciato tutto questo, mai avrei pensato che potesse durare addirittura due anni. Inizialmente, questa situazione non aveva cambiato molto la mia vita: ero ancora la ragazza sempre pronta a conoscere persone e cose nuove, che aveva voglia di prepararsi e uscire. A marzo 2020, quando ci fu il primo lockdown, mi mancava tutto: dalle persone che amavo, ai luoghi dove ero solita andare. Onestamente la scuola non mi mancava, ma arrivare fino a Giugno 2020 con la modalità della didattica a distanza fu molto difficile. Il mio cambiamento è iniziato il 21 aprile 2020, il giorno in cui l’ospedale chiamò la mia famiglia per informarla del decesso di mia nonna, la madre di mio padre, che era stata portata all’ospedale a causa di un brutto male che l’aveva colpita da qualche mese. La nonna è scomparsa e noi non abbiamo avuto la possibilità di salutarla come meritava e la cosa che faceva più male, e che fa male tuttora, è che io e le persone che la amavano non abbiamo potuto accudirla nei suoi ultimi giorni, perché eravamo in pieno lockdown. Comunque io e la mia famiglia abbiamo cercato, in piccolo, di darle un ultimo saluto.

A fine lockdown, nonostante la mancanza  lasciata dalla nonna, alla quale per fortuna assomiglio molto, tornai a vivere la mia vita come prima. Quando finì l’estate, che mi aveva ridato un po’ di vita, si cercò di tornare a scuola con le giuste precauzioni. Dopo qualche mese dall’inizio della scuola, io con tutta la mia famiglia, contraemmo il Covid, che ci tenne un mese rinchiusi in casa. Sembrava di essere tornati a quel primo lockdown. Durante questo mese provai di nuovo la paura di perdere qualcuno a me caro, perché il virus condusse la nonna materna all’ospedale. La paura di non poter vedere più nemmeno lei, mi uccideva, ma per fortuna lei tornò a casa. Subito dopo ci fu il Natale, il primo che io e la mia famiglia passammo divisi. Ormai era passato quasi un anno e tutto quel tempo trascorso in casa da sola, mi portò a cambiare, da una parte in meglio e dall’altra in peggio. Da una parte, tutto ciò mi ha portato a passare più tempo con i miei genitori, che, non perché lo volessi, avevo un po’ trascurato prima della pandemia, ma penso che per i ragazzi della mia età, questa sia una  cosa normale. La pandemia mi ha portato ogni giorno a prendermi un  po’ di tempo per stare con loro e fare qualsiasi cosa. Dall’altro lato, stare in casa così tanto tempo per me è diventata un’abitudine. Non mi dispiace più rimanere a casa, quando esco, la maggior parte delle volte, mi annoio e questa cosa non mi piace perché io non ero così prima della pandemia. Questo mio isolarmi mi ha fatto sentire sola e sentire che, oltre ai miei famigliari e al mio ragazzo, non avevo più nessuno. Proprio il mio ragazzo, grazie al quale sono ancora in piedi, un giorno mi disse che ero spenta e che non riconosceva più in me la ragazza che ero quando mi aveva conosciuto. Io gli risposi così: “Sì, sono spenta, so di esserlo, so di non essere più quella che ero prima. Non ho più voglia di prepararmi, rendermi carina e uscire, mi sento brutta, non faccio più niente di quello che dovrebbe fare una ragazza della mia età, non ho più amiche, tu vai avanti, tutte le persone intorno a me vanno avanti, io agli occhi degli altri faccio solo finta di farlo, perché in realtà sono ferma da un anno. Mi sento sola, fingo solo di stare bene”.

Io, dal momento in cui ho detto quelle parole, cerco ogni giorno di tornare ad essere quella ragazza spensierata che ama mettere la musica in camera, iniziare a ballare, cantare e prepararsi per uscire, guardarsi allo specchio prima di uscire e sentirsi bella. Quindi in poche parole, se qualcuno mi chiedesse se è cambiato qualcosa nella mia vita negli ultimi due anni io risponderei di sì, direi che sono cambiata proprio io.