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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“È cambiato tutto: sembra di essere in un inferno…”

DiDiari Toscani

Mar 12, 2022

di Arianna Bacchi III D liceo artistico Artemisia Gentileschi di Carrara

Alla domanda cosa è cambiato io rispondo: “tutto”! Quando ho scoperto del Covid ero in autobus e tornavo a casa da scuola. Giravano annunci su internet che c’era questo virus che arrivava dalla Cina, e, per questo, molto probabilmente, avrebbero chiuso le scuole per un po’ di tempo. Come tutti i ragazzi della mia età, ero felice di stare a casa da scuola. Ma chi se lo aspettava che questo virus sarebbe stato una cosa così seria, così grave. A gennaio si sentiva parlare del Covid in Cina e a marzo ci siamo trovati tutti costretti a stare chiusi in casa. Nei notiziari iniziarono a parlare solo di Covid, raccontando di quanta gente andava in ospedale perché stava male e di tutte le morti causate dal Covid che c’erano ogni giorno. Tutto d’un tratto sono passata da andare a scuola e vedere i miei amici tutti i giorni, a stare tutto il giorno in casa. Con una scuola diversa e nuova, non solo per noi alunni, ma anche per i professori. Ho cominciato a non vedere più le persone con cui condividevo quotidianamente la mia vita e a limitarmi a fare videochiamate per poter stare insieme e parlare, anche se non come prima, non come sempre.

Bisogna dire però che in quella situazione internet è servito tanto a tutti. Tutte le scuole sono finite in dad: bambini e ragazzi hanno dovuto mettersi davanti al computer e vedere i propri compagni di classe e professori dentro a dei quadratini su uno schermo. Abbiamo dovuto seguire le lezioni dalla camera o dalla sala di casa. Una cosa nuova per tutti e proprio per questo all’inizio ci sono stati problemi. Tutti sono stati catapultati nel mondo della tecnologia per portare avanti la nostra istruzione. Le nostre lezioni sono diventate meeting sul computer con professori che riuscivano a collegarsi e quelli un po’ più anziani che non ci riuscivano. E in quest’ultimo caso, siamo stati noi studenti ad andare incontro ai professori che con la tecnologia non erano molto bravi. Ad esempio, in classe mia c’è un ragazzo che quando avevamo lezione con una prof poco esperta di dad, faceva partire lui il meeting e poi aggiungeva l’insegnante.

Al liceo artistico, la scuola che frequento e che ha molte ore di laboratorio, questa situazione è stata più complicata nelle materie di indirizzo. Con le materie di disegno si sono trovati modi e metodi per riuscire comunque a portare avanti quello che stavamo facendo a scuola, ma con le discipline plastiche e scultoree, non essendo in presenza, la materia è passata completamente sul piano teorico (inerente alla scultura). All’inizio, a noi ragazzi piaceva stare a casa da scuola e fare la dad, ma poi è diventato pesante stare tutto il tempo davanti al computer. Come è diventato pesante stare sempre in casa. Io durante il lockdown ho avuto due fortune: la prima, avere un fratello e una sorellina e la seconda, vivere in una casa con il giardino. Le mie giornate le passavo un po’ con i miei fratelli e la famiglia e un po’ da sola. Avendo una sorellina piccola io e mio fratello stavamo in giardino con lei e i nostri cani, per non farle pesare troppo quella situazione. Mio fratello, che ha due anni più di me, con la scuola era nella mia stessa situazione. Nostra sorella faceva l’asilo e le sue maestre le mandavano dei lavoretti da fare inerenti alla situazione Covid e non. Essendo piccola, la gravità della situazione non la capiva però non le è mai stato nascosto niente, sapeva perché bisognava stare a casa e anche cosa succedeva alle persone che prendevano il Covid e secondo me questa cosa è giusta.

Nella mia famiglia mi sono trovata con il papà e la nonna che andavano a lavorare, visto che hanno un negozio di alimentari, mentre mia mamma era a casa perché i bar erano chiusi. Bisogna pensare però a quante attività sono dovute stare chiuse, non essendo negozi di alimentari o farmacie. Quando è finito il lockdown la situazione è migliorata, ma non del tutto. L’anno scorso, l’Italia era divisa in zone: si passava da zone gialle a rosse o verdi e arancioni ed era un inferno. Per muoverti dovevi avere le autocertificazioni. E noi andavamo a scuola a seconda delle zone, se era gialla sì, se era rossa no. Dopo due anni non siamo ancora riusciti a uscire da questa pandemia, abbiamo perso due anni della nostra vita chiusi in casa o con restrizioni obbligatorie e, dopo aver creato il vaccino, sono arrivate altre varianti di Covid. Sembra di essere in un inferno: io personalmente sono stufa. Voglio tornare a vivere la mia vita come prima, senza restrizioni, senza mascherine, senza avere paura di prendere il Covid. Basta Covid!