Un ritorno concreto alla normalità: non fosse stato per le mascherine, obbligatorie all’interno dei padiglioni di Carrafiere, e del controllo del green pass all’entrata, si poteva quasi pensare che i due anni di pandemia che hanno bloccato la manifestazione, non ci siano mai stati.
La Tirreno CT, fiera dell’ospitalità, della ristorazione e del turismo, ha aperto i battenti venerdì 4 marzo, con un’ottima offerta di espositori e una buona presenza di visitatori: una palpabile voglia di ricominciare da dove si era lasciato. Tra gli eventi della mattinata inaugurale la tavola rotonda sulla comunicazione enogastronomica organizzata dall’associazione Viaggio in Toscana e dalla scuola europea Sommelier, evento dedicato alla memoria di Vieri Bufalini, grande promotore dell’importanza della valorizzazione anche mediatica dei prodotti e dei territori. All’attento pubblico presente è stato offerto un assaggio dei vini del Candia, sapientemente introdotti da Tommaso Ponzanelli, delegato provinciale della scuola europea Sommelier.
“Da qualche anno, tra gli obiettivi della scuola europea Sommelier – ha spiegato a Diari Toscani Tommaso Ponzanelli – c’è quello di di raccontare il vino e le eccellenze del territorio in tutto il mondo. La sede della scuola è in Germania, ma gli studi sono italiani. Non c’è cosa migliore del ricordare una figura come Vieri Bufalari per iniziare questa fiera che segna la ripresa delle attività, cosa che tutti speriamo dopo i due anni di stop che hanno segnato molto il mondo del vino”.
Ponzanelli ha parlato dell’importanza del lavoro in sinergia per la promozione dei prodotti e del territorio: “Oggi abbiamo presentato i vini del Candia per far capire che se non si fa sistema, le colline apuane non avranno davanti un buon futuro. Dovremmo imparare dagli altri territorio e cercare di metterci insieme, facendo sistema e lavorando per riportare l’anfiteatro delle colline di Carrara, oggi sommerso dai rovi, di nuovo alla coltivazione delle vigne. Sarebbe un modo eccellente per riparare questo disastro ambientale. I vini che abbiamo fatto assaggiare ai partecipanti alla tavola rotonda sono tutti vini del territorio locale, perché si può fare un vino bianco di grandissimo livello da poter portare sulle più belle tavole della ristorazione italiana e non solo. Ma bisogna crederci e fare sistema e comunicazione. Ripeto sempre ai viticoltori che quando si è fatto il vino non si è ancora fatto niente. Bisogna avere la capacità di far sapere cosa si è prodotto e come, altrimenti il prodotto non esiste”.
© Foto di Vinicia Tesconi