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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

La miniera dell’onice sulle Alpi Apuane

DiVinicia Tesconi

Mar 4, 2022

Era molto dura e per questo si prestava bene ad essere usato per creare oggetti affilati o monili. L’onice silicea, pietra nota già nella preistoria, è una varietà di calcedonio cioè di quarzo in masse microcristalline caratterizzato da un colore opaco e uniforme sulle tonalità che dal rosso bruno arrivano al grigio e al nero. Era diversa dall’onice calcarea, nota presso i Romani come marmor alabastrum, che era più pregiata. Il nome, onice, deriva dal greco onyks, che significa unghia perché, le striature tipiche della roccia ricordavano le lunette che compaiono sulle unghie e la loro trasparenza opaca. Le Apuane, per la loro natura carsica, sono ricche di grotte che, nel corso dei millenni, si sono conformate in base sia al materiale metamorfico originale, sia ai vari deposti provenienti dall’esterno. Dalla miniera dell’onice, nella valle della Renara, veniva estratta la roccia meno nobile in una cava oggi dismessa.

La miniera dell’onice (conosciuta anche come Grotta dell’onice) si può raggiungere sia dalla frazione di Massa, Forno, sia da Casania, borgo sempre nel comune di Massa che si raggiunge dalla strada che va verso Resceto deviando prima di Gronda. Il percorso scelto parte da Casania, dove si può parcheggiare l’auto. Si raggiunge la chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo risalente al XIV secolo. Casania è un paese pastorale e ha avuto un certo sviluppo con l’apertura di miniere di metallo in zona. Dalla chiesa inizia il sentiero 154 per Piano dei Santi e Forno che procede tutto in salita fino alla miniera dell’onice. Qui si lascia il 154 e si segue la traccia che si raccorda con il 161, che, a sua volta, andrà lasciato per un altro sentiero non numerato che porta nuovamente a Casania. La durata è di 4 ore e 30 minuti. Proseguendo per la miniera dell’onice, si cambia versante, e ci si trova nella Valle di Renara. Si può visitare la parte iniziale della miniera in cui sono presenti cartelli indicatori che spiegano il lavoro effettuato in passato. Un’esplorazione della cava più completa si può fare solo con una guida e con un’attrezzatura adeguata.

Per raggiungere la cava di onice esiste anche un percorso chiamato anello sull’Indugio, che parte dal paese di Forno, presso il Ponte dell’Indugio, e per traccia segnata, ma non numerata, arriva al Pizzo della Bandiera, da cui si segue il 154 fino alla miniera dell’onice. Questo sentiero permette di fare diverse escursioni connettendosi ad altri sentieri che collegano Forno e Casania in un percorso ad anello.

© Foto e percorso di Cristina Maioglio