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Diari Toscani

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Sopravvissuto a Norimberga, prigioniero del Covid: Ugo Giuseppe Tazzini, l’ultimo deportato massese

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Feb 1, 2022

Ugo Giuseppe Tazzini, classe 1928, è l’ultimo ex deportato residente nel comune di Massa rimasto in vita e l’ultimo testimone delle deportazioni che i nazisti effettuarono a Forno il 13 giugno 1944, dopo il rastrellamento in paese. Il paese di Forno, la mattina del 13 giugno si trovò circondato da nazisti e militari della X Mas. Passarono casa per casa e catturarono oltre un centinaio di giovani. Li portarono in caserma e poi, prima di sera, li prelevarono a gruppi di sette, otto, portandoli a Sant’Anna. In lontananza si sentivano degli spari ma, come racconta Tazzini, nessuno di loro sapeva che fine facessero questi prigionieri e a nessuno era venuto in mente che ad attenderli ci fosse la fucilazione. Nessuno immaginava la verità finché arrivò un ragazzotto della X Mas che disse: “Trenta li abbiamo già fucilati”.  A quel punto tutto fu più chiaro. “Ora tocca a me.” pensò Tazzini. Ugo racconta anche che i prigionieri da fucilare venivano scelti in base a un asticella da saltare: chi la toccava sarebbe stato fucilato. Lui saltò l’asticella e fu deportato in Germania nei campi di lavoro insieme agli altri cinquanta prigionieri. Un lungo viaggio, in parte, fatto a piedi. Come tanti prigionieri, Tazzini venne rinchiuso negli scantinati del liceo classico di Massa per essere prelevato in nottata, e caricato sopra un camion. Sarzana, Spezia e poi Genova, raggiunta a piedi seguendo la ferrovia. A Genova, i prigionieri furono caricati sopra un vagone diretto a Milano e lì, i ragazzi catturati a Forno vennero smistati. Iniziò il viaggio verso la Germania nazista. Tazzini venne internato nel campo di Norimberga, e costretto a lavorare in fabbrica per 12 ore al giorno. Nei suoi ricordi ci sono il bombardamento di Norimberga e la mancanza di cibo. Mesi infernali prima della fine della guerra e la liberazione. E poi il ritorno, come tanti, con viaggi di fortuna.

Ugo Giuseppe Tazzini, in questi giorni, è ricoverato all’istituto Don Gnocchi di Marina di Massa per una terapia riabilitativa. In accordo con la famiglia, insieme all’Anpi, abbiamo pensato di fare una sorpresa a Tazzini, omaggiandolo il 27 gennaio, Giorno della memoria, con un mazzo di fiori. L’incontro è stato molto commovente: alla vista degli amici, oltre la vetrata, Tazzini non ha potuto trattenere le lacrime. Adesso vive un altro tipo di prigionia: quello, sofferto, della pandemia da Covid. Una vetrata ha separato Tazzini dalla sua famiglia e dagli amici presenti che hanno intonato comunque la canzone simbolo “Bella ciao”, superando i confini. Erano presenti all’incontro la famiglia dell’anziano partigiano, le associazioni Anpi, Eventi sul Frigido, Benetti e La Cerbaja.