542 scalini che coprono un dislivello di 150 metri e collegano, quasi in linea retta, verticale, Carrara centro con il paese di Codena. È la scalinata del Littorio, un’opera architettonica strettamente connessa con le case popolari di Codena e, ovviamente, come si evince dal nome, di chiara matrice fascista. Nell’importante piano di edilizia popolare voluto dal fascismo a Carrara, si inserirono anche i palazzi posti all’imbocco del paese e la scalinata che facilitava il collegamento diretto con la città sottostante per raggiungere la quale di doveva fare la strada normale, molto più lunga e piena di tornanti. Negli anni ’30, quando le case popolari di Codena vennero costruite, c’erano le macchine sulle strade di Carrara, ma il traffico era ancora molto scarso. Gli spostamenti delle persone, specie, sulle brevi distanze, avveniva sostanzialmente a piedi e una rampa, anche impegnativa e ripida, come la scalinata del Littorio, era comunque una scorciatoia, almeno in discesa, che riduceva i tempi di percorrenza. Molto meno in salita, proprio per la pendenza quasi verticale. Macchine, moto e i mezzi pubblici si diffusero rapidamente a Carrara, specie nel dopoguerra e la durissima scalinata del Littorio cadde rapidamente in disuso, se non per pittoresche passeggiate dal sapore antico.
La vista sul centro storico della città che si gode dalla scalinata merita la fatica richiesta per l’ascesa tanto da farla entrare a far parte di un circuito del Cai e di vari percorsi trekking che vanno a toccare alcune delle più famose frazioni a monte di Carrara. E non solo gli appassionati di trekking hanno riscoperto la scalinata del Littorio, ma anche i patiti del jogging estremo, che su quegli irti scalini trovano abbondante pane per i loro denti.
Nel 2020 a metà della scalinata è stata installata una fontana monumentale opera della scultrice sarzanese Beatrice Taponecco, che consente un momento di ristoro per chi ha deciso di affrontare l’impervia scalinata.
Il giro di trekking che parte dalla scalinata del Littorio è fortemente panoramico e offre viste mozzafiato sia verso il mare, sia verso le Apuane.
La partenza è da via Erevan, che si trova sulle prime pendici collinari nella periferia est di Carrara. Sulla destra si trova la segnalazione del Cai che indica un sentiero in mezzo a un piccolo agglomerato di case, passate le quali si trova l’imbocco della scalinata del Littorio. Salendo tutti gli scalini si sbuca alle case popolari di Canaletto, vicino a Codena e si prosegue verso e oltre il paese in direzione Bergiola Foscalina, che si trova a 494 metri sul livello del mare. Il sentiero taglia i tornanti della strada comunale e fa lunghi tratti nel bosco con visuali bellissime sui vicini Ponti di Vara. L’arrivo a Bergiola è nella piazza con la fontana del ratto, una fontana sormontata da una grande ruota in marmo dal cui centro sbuca un enorme topo in bronzo dalla cui bocca esce il getto dell’acqua. Da Bergiola si prosegue lungo la strada sterrata che va verso la vetta del monte Brugiana, ma all’altezza di una catena si svolta e si scende nel percorso fatto anticamente dai cavatori per arrivare rapidamente alla stazione della ferrovia marmifera del Tarnone. Da lì il cammino procede verso Colonnata e poi, tenendo la sinistra, verso la galleria di Fantiscritti. La discesa parte da lì e segue la strada comunale fino ai ponti di Vara e poi a Miseglia, dopodiché si imbocca una mulattiera che attraversa il bosco e che porta ai ponti di Ferro, giù al piano, nel centro di Carrara.
Di grande interesse nel percorso che parte dalla scalinata del Littorio è la varietà di fiori che, in primavera, rendono la passeggiata un trionfo di botanica.
© Foto e percorso di Cristina Maioglio