Petali come gonne svolazzanti di soavi danzatrici, dai colori accesi, rossi, arancio, fucsia, bianchi, che ricordano le lucine dell’albero di Natale. E Natalina è il soprannome con cui è chiamata una delle varietà della Schlumbergera, nota principalmente come il cactus di Natale: una pianta perfetta nel clima delle feste.
La Schlumbergera appartiene alla famiglia delle cactacee ed è originaria del Brasile. Il fiore è aperto come il tutù di una ballerina per favorire l’ingresso dei colibrì che si nutrono del nettare dei fiori della Schlumbergera e che, in quel modo, favoriscono l’impollinazione. Il nome lo deve al botanico francese Charles Antoine Lemaire che la individuò nel 1858 e decise di dedicarla al suo collega Frederic Schlumberg, collezionista di cactus.
Cresce spontaneamente sulle montagne costiere alle spalle di São Paulo e nello stato brasiliano del Minas Gerais, ma sta diventando piuttosto rara. La coltivazione in serra è invece diffusissima anche in Europa. La Schlumbergera è un cactus, ma non ha spine e può arrivare ad un’altezza massima di 50 centimetri. È molto poco esigente, in quanto capace di crescere e fiorire anche in vasi molto piccoli.
La varietà zygocactus o Ephiphyllum è quella che ha una fioritura anche in dicembre e che, tradizionalmente, viene regalata per Natale, ma Schlumbergera fiorisce anche in primavera ed esiste anche la versione cactus di Pasqua. La fioritura resiste per settimane, ma richiede una collocazione in luogo fresco, anche all’aperto, in cui non si superino i 15 o 16 gradi. Nel periodo natalizio è facile trovarla anche nel reparto “piante” dei supermercati.
La Schlumbergera è una pianta brevidiurna, cioè, crescere forte e sana, desidera un minor numero di ore di luce, per cui la sua posizione ideale è la semi ombra, anche se la piena luce è comunque ben tollerata. Le variazioni troppo brusche di temperatura o le correnti d’aria potrebbero distruggere i fiori, specialmente nella fase in cui sono ancora boccioli.
Durante la primavera la si può moltiplicare con facilità prendendo una talea ricavata alla giuntura di un segmento e mettendola a radicare in un terreno abbastanza drenante (torba e sabbia), semplicemente nebulizzandola ogni tanto. In estate è preferibile tenerla in zone semiombrose mentre in autunno è consigliato portarla in casa, in una zona buia che favorirà la fioritura.
Il linguaggio dei fiori esalta le sue caratteristiche di forza e di capacità di adattamento alle avversità e le attribuisce il valore di augurio di rinnovamento, verso momenti migliori e più gioiosi.
© Foto di Cristina Maioglio