A non dimenticare si deve cominciare da subito, quando il ricordo è ancora vivo, quando il vuoto lasciato da chi ha avuto un ruolo importante nella storia culturale di un territorio, si è appena aperto. Per questo Angela Maria Fruzzetti, questa settimana, ha deciso di dedicare la sua rubrica “Per non dimenticare” a una figura di grande rilievo nella storia di Massa, scomparsa in questi giorni.
Giancarlo Bertuccelli se ne è andato il 3 dicembre e merita veramente di essere ricordato per le sue molteplici qualità culturali e umane. Nato e cresciuto nel paese di Antona, aveva coltivato, per tutta la vita, una vera e propria passione per il recupero della memoria e delle tradizioni della montagna massese. Studioso, storico, ricercatore, grande appassionato dei borghi della Valle del Frigido, aveva avuto indirettamente numerosi “discepoli”, perché era per tutti una fonte inesauribile di conoscenza. Giancarlo Bertuccelli aveva dedicato la sua vita alla buona politica, all’arte e alla cultura. Era poeta, scrittore, pittore, organizzatore di convegni, promotore di eventi, cantore e cultore dei tradizionali Maggi antonesi, per i quali, talvolta, si era occupato anche dei costumi dei maggianti. Insomma, un artista poliedrico ed eclettico, che lascerà sicuramente un segno nel panorama culturale del territorio apuano. I suoi insegnamenti sono stati una fonte importante per molti ricercatori e studiosi. È sempre stato uno tra i protagonisti più attivi nella battaglia per la salvaguardia del patrimonio storico e culturale montano. Amava il territorio e lo conosceva in maniera molto approfondita, come testimoniano si suoi libri che spaziano dagli antichi mulini alle maestà, dalla gastronomia al folclore, dalle lotte per il lavoro alle grandi guerre. Giancarlo Bertuccelli era anche un grande conoscitore dei Moti del 1894 e a questi fatti aveva dedicato un testo teatrale. Non si tirava indietro di fronte a nulla, dimostrando talento, capacità e anche tanta umiltà e modestia. Tuttavia i suoi occhi non erano puntati solo nel passato: era molto attento alle tematiche del territorio e affrontava i problemi legati al dissesto idrogeologico e alla mancanza di sicurezza delle strade. Lottava per la valorizzazione delle frazioni montane e spesso sollecitava le amministrazioni affinché trovassero forme di turismo per i paesi, per frenare l’esodo dei residenti verso la città e per favorire il ritorno a quei luoghi. Tanti gli articoli di denuncia per l’inquinamento, l’acqua e la chiusura delle fontane pubbliche e tanti anche gli articoli di approfondimento pubblicati sulla rivista “Le Apuane” del centro culturale Don Bonacoscia. L’archivio di stato era un luogo a lui molto caro, dove riusciva a trovare sempre notizie storiografiche importanti, illuminando punti bui della nostra storia, del nostro passato.
Anche per me è stato un importante punto di riferimento, una fonte inesauribile a cui attingere. Le figlie mi hanno detto che nutriva stima per me, e questo mi ha commossa. Giancarlo Bertuccelli era riuscito ad essere benvoluto da moltissime persone e non solo ad Antona. Aveva 75 anni e sicuramente avrebbe avuto ancora molto da dare. Ha portato con sé un inestimabile bagaglio di conoscenza. Ex dipendente della provincia, da anni abitava in centro storico con la sua famiglia: la moglie Tiziana, le amate figlie Veronica e Arianna. Dedico a lui questo appuntamento perché Bertuccelli è un uomo da non dimenticare.
© Foto di Angela Maria Fruzzetti