Belle, ornamentali, rilassanti, ecologiche, positive, resilienti: le piante sono la silenziosa, verdeggiante, imprescindibile presenza che accompagna la storia del mondo. Spesso ferite, bistrattate, devastate, sono capaci di risorgere anche da un misero granello di terra incastrato tra due muri di cemento. La loro cura è fonte di benessere fisico e psicologico ed è uno degli hobby preferiti da moltissime persone. Da oggi Diari Toscani racconterà anche le piante grazie alla passione della sua fotografa Cristina Maioglio che da anni coltiva e cura ben 120 specie di cactus, le più frequenti piante ornamentali che si trovano nelle case, ma sicuramente non abbastanza conosciute nelle loro caratteristiche e peculiarità. Una rubrica che nasce all’inizio dell’Avvento non poteva che esordire parlando della Stella di Natale, che è un cactus. In pochi lo sapevano, vero?
EUPHORBIA PULCHERRIMA – Stella di Natale
Era il dono che le autorità messicane facevano agli ambasciatori americani che andavano in visita in Messico nel 1800: la Stella di Natale, è infatti, una pianta originaria del Messico. Solo più tardi, il suo colore rosso vivo la fece associare al Natale, fino a diventarne un simbolo. Ovviamente, la pianta, dal nome e colore tanto suggestivi, ha anche una leggenda che ne spiega l’origine, e che parla di Altea, bambina messicana molto povera che, non potendo comprare doni da offrire a Gesù, segue i consigli di un angelo che le era apparso in casa va a raccogliere i fiori ai bordi delle strade per portarli in chiesa. Il valore del dono, secondo l’angelo, sarebbe stato l’aver raccolto i fiori con amore. I fiori raccolti dalla bambina e posti sull’altare miracolosamente divennero una pianta con foglie dal colore rosso e dalla disposizione a forma di stella che, per questo, venne chiamata Stella di Natale.
La famiglia delle Euphorbiaceae è enorme: comprende 227 generi e oltre 6 mila 500 specie che vivono in tutti i climi ad eccezione di quelli artici. Alcune hanno portamento arboreo,altre arbustivo, altre ancora erbaceo. La maggior parte di queste è lactifera, cioè contiene cellule lattiginose che producono una sorta di “latte” che è quella sostanza biancastra e appiccicosa che esce quando vengono recise e che, in genere, è altamente velenosa. Quindi è necessario prestare attenzione se in casa abbiamo cani, gatti o se ci sono bambini piccoli.
Apro la nuova rubrica parlando, appunto, dell’Euphorbia Pulcherrima che è meglio conosciuta come Stella di Natale, la pianta tipica delle feste natalizie della quale, tuttavia, pochi sanno che è una “succulenta”, cioè un cactus.
Il suo habitat naturale è il sottobosco delle foreste tropicali, ecco perché, probabilmente, è raro che, nella fascia temperata boreale in cui gli inverni sono anche assai freddi, è difficile farla sopravvivere oltre il Natale. Ma riuscirci non è un’impresa impossibile.
Provare non costa nulla.
Per cominciare bisogna ricordare che la Stella di Natale è una pianta che ha bisogno di poca acqua, per cui si deve annaffiarla solo quando il terreno sarà asciutto. Una volta che le foglie rosse saranno cadute, evitiamo di tenerla al freddo. È necessario eseguire un bella potatura tra i dieci e i venti centimetri da terra e tenere la pianta in un luogo tiepido e ombreggiato nel corso dell’estate. In quel momento bisognerà concimare la Stella di Natale con un prodotto per piante fiorite. Si deve fare attenzione a non far ristagnare l’acqua. È meglio usare un terriccio drenante al quale io aggiungo un po’ di argilla espansa. Seguendo queste indicazioni e con un po’ di fortuna al Natale successivo si avrà una nuova fioritura della nostra Stella.
© Foto di Cristina Maioglio