L’attenzione di Associazione inSIeme verso le figure che danno contributi significativi al miglioramento della vita della città di Massa, non poteva non fissarsi sulla scrittrice e giornalista, Angela Maria Fruzzetti, da sempre impegnata in progetti di solidarietà sociale e di salvaguardia della memoria storica della città.
“Abbiamo deciso di premiare Angela Maria Fruzzetti – ha spiegato il presidente di Associazione inSIeme, Daniele Tarantino che ha consegnato il premio giovedì 28 ottobre alla scrittrice massese – sia perché è una persona splendida, sempre disponibile e impegnata a favore della città, forse neppure sufficientemente apprezzata per tutto quello che dà, sia per l’impegno in tutte le battaglie che ha intrapreso Massa, una su tutte la Sciarpa Rosa che ha avuto un’eco ben al di fuori dei confini di Massa, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Angela ha mostrato in tutti i suoi progetti una grandissima disponibilità all’ascolto delle persone e la capacità di comprendere le problematiche che le venivano presentate e questo l’ha una figura molto importante per la comunità. Noi riteniamo che tutte le persone che danno merito alla nostra città vadano premiate e per questo le consegniamo il premio come segno di riconoscenza per tutto il suo lavoro”.
Angela Maria Fruzzetti è anche custode di un grosso bagaglio di memorie legate alla storia di Massa.
“Sono nata in un paese, Forno, nel quale si è consumato un eccidio nel 1944 – ha detto Angela Maria Fruzzetti – e quindi non ho potuto non essere coinvolta nel ricordo di quell’evento e di quel periodo. Conservare e tramandarne la memoria, per me, è stato quasi come un dovere. Per questo ho deciso di creare il premio Ciro Siciliano, il cui obiettivo è coinvolgere i giovani e spingerli a cercare le tracce della memoria nelle loro famiglie. La memoria è una sorta di catena nella quale ognuno è un anello di congiunzione che, se si stacca, rende difficile riafferrare il ricordo. Io sono stata l’anello di congiunzione tra la generazione dei miei genitori e quella dei giovani di oggi. Col premio Ciro Siciliano, siamo arrivati al 15° anno, e abbiamo in media la partecipazione di 200 studenti all’anno anche se durante la pandemia è stato fatto in forma ridotta. Questo significa seminare un germoglio che può svilupparsi e maturare nella consapevolezza dei ragazzi”. Fruzzetti si è soffermata sul grande progetto della Sciarpa Rosa, nato nell’ambito delle iniziative dell’associazione Lilt di Massa Carrara, di cui è stata vicepresidente. La Sciarpa Rosa realizzata dalle donne massesi è entrata nel guinness dei primati come sciarpa più lunga al mondo e ha permesso, con varie iniziative derivate dalla stessa di raccogliere fondi per allestire l’ambulatorio della Lilt.
“La Sciarpa Rosa è stata un evento straordinario, che nemmeno io avevo potuto immaginare in quelle dimensioni – ha raccontato la Angela Maria Fruzzetti –. Siamo partiti quasi per gioco con l’idea di sfidare la città di Trento che deteneva il record della sciarpa più lunga con tre chilometri. Siamo arrivati a 12 chilometri 680 metri per merito di tutte le donne che hanno collaborato. Per la Sciarpa Rosa ho seguito il percorso che aveva avviato Carla Calevro, che fu la prima presidente della Lilt Massa Carrara, con la manifestazione Relay for Life, con la quale si accesero moltissime candele in piazza Aranci alla memoria di chi era scomparso a causa del cancro e anche per chi stava combattendo la malattia o l’aveva superata. Io mi sono ispirata a questa formula e l’ho trasferita sul progetto della Sciarpa Rosa. Abbiamo ricevuto un’infinità di messaggi da tutta Italia e anche dall’estero indirizzati a persone che avevano avuto a che fare col cancro. Quando sono arrivata in piazza con i rotoloni delle sciarpe rosa che dovevano essere cucite tra di loro, mi sono resa conto che era successo qualcosa di molto speciale, perché ho trovato una marea di donne che erano venute spontaneamente con ago e filo per aiutarmi e che si erano disposte perfettamente al lavoro come se ci fosse una regia superiore a guidarle. Era stato un sentire comune e la voglia di esserci e partecipare a questa impresa che le aveva fatte convenire lì”.
Fruzzetti ha ricordato anche il momento della distesa della sciarpa avvenuto a Marina di Massa lungo il viale a mare dal pontile fino a piazza Bad Kissingen, nel quale persino gli ambulanti extracomunitari che vendevano le loro merci sul marciapiedi chiesero di aiutare nell’operazione. Un’esperienza al limite del miracoloso che, con la vendita di buona parte delle 8 mila 400 sciarpe che componevano la Sciarpa Rosa, ha permesso di comprare un ecografo per l’ambulatorio della Lilt. Un fenomeno che ha acquisito notorietà in tutta Italia e anche all’estero.
Fruzzetti ha ricordato le sciarpe inviate alle donne siriane ferme al confine tra la Turchia e la Grecia, per tenere i loro bambini e poi le uscite più famose della Sciarpa Rosa al consiglio regionale della Toscana, quando è stata posizionata su una poltrona al centro del salone dei Cinquecento, e all’Expo di Milano quando una lunghissima fila di studenti l’ha portata fino all’albero della vita. Infine ha annunciato l’ultimo capitolo della storia della Sciarpa Rosa, la cui storia è tutta documentata nel libro scritto da Angela Maria Fruzzetti, che si concretizzerà il 4 febbraio 2022 quando verrà inaugurato il monumento alla Sciarpa Rosa: “Ho voluto dedicare un monumento a tutte le donne che hanno contribuito a fare la Sciarpa Rosa e sono andata all’istituto d’arte Felice Palma per coinvolgere i giovani. Adesso il monumento, realizzato grazie al professor Silvestri e grazie a molte aziende del territorio che hanno messo a disposizione materiali e strumenti di lavoro, è pronto. Non è ancora stato stabilito il luogo in cui verrà collocato, ma a breve prenderemo accordi con l’amministrazione. Tutte queste cose che ho portato avanti con gioia e passione e anche un po’ perché credo che questo sia nel mio destino.”.
Infine Fruzzetti ha parlato del suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne per il quale ha scritto libri e realizzato eventi: “Anche per le donne vittime di violenza ho usato molto l’ascolto e ho scritto alcuni libri sulla base delle testimonianze delle donne massesi dalle quali ho constato l’evolversi di un atteggiamento completamente remissivo e tollerante verso la prevaricazione maschile verso una maggiore consapevolezza dei propri diritti di autonomia e libertà. Evoluzione che, però, oggi non ha ancora portato al superamento del problema e che, soprattutto vede sempre in posizione svantaggiata la donna, anche quando denuncia gli abusi da parte dell’uomo”.
© Foto di Vinicia Tesconi