Cos’è il turismo residenziale
Il turismo delle abitazioni private, nella letteratura internazionale, viene indicato con diverse denominazioni: turismo immobiliare, turismo residenziale, turismo che non appare, turismo delle case private, turismo delle seconde case, turismo delle case di villeggiatura, turismo delle case di vacanza. Tutte queste denominazioni sono, spesso, usate indifferentemente e questo dimostra l’assenza di consenso generale sull’individuazione di un’unica definizione. Da qui, ne consegue la difficoltà nell’inquadrare il fenomeno. La stessa WTO, World Trade Organization, fornisce una propria interpretazione su cosa sono le abitazioni di vacanza: “una casa di vacanza è una dimora secondaria, visitata dai proprietari soprattutto per motivi di svago e tempo libero”. Rispetto alla prima casa, i soggiorni sono meno frequenti e la loro durata è più breve. A fini di studio e ricerca il fenomeno è stato descritto anche più precisamente: per Aledo e Mazón “Il turismo residenziale è un’attività economica conseguente all’urbanizzazione, costruzione e vendita di abitazioni, offerte al mercato turistico extralberghiero, quasi sempre al di fuori dei canali ufficiali, i cui fruitori vi alloggiano in modo permanente o semipermanente, e che risponde a una nuova forma di mobilità e residenzialità della società avanzata”.
Quando si tratta di abitazioni di vacanza è importante distinguere tra due tipologie: quelle di proprietà dei cittadini non residenti, comunemente denominate ‘seconde case’ e di norma da essi utilizzate, e quelle di proprietà di residenti nella stessa località turistica e quindi più probabilmente destinate all’affitto. Le ricadute economiche sul territorio dipendono dal grado di utilizzo dell’abitazione. Se si dispone di un frequente ricambio di clientela, gli alloggi acquistati o costruiti per essere affittati, raggiungono maggiori livelli di occupazione, in quanto l’interesse del proprietario è proprio quello di generare maggior reddito. È quindi importante disporre di un’offerta di alloggi in affitto molto ben organizzata, perché la comunità locale tragga beneficio dalla presenza di abitazioni secondarie. Per questa ragione, è necessario che le amministrazioni locali includano il fenomeno del turismo residenziale nei propri piani di sviluppo territoriale, con l’obiettivo di massimizzare gli effetti positivi e ridurre quelli negativi derivanti da esso. Nonostante il fenomeno delle abitazioni private sia spesso sottovalutato e ritenuto marginale dai principali attori politici delle destinazioni, la sua rilevanza è riconosciuta da molti esperti del settore turistico in quanto “…se i posti letto del turismo residenziale fossero quelli ipotizzati e se anche tali posti letto fossero occupati per soli trenta giorni l’anno, il turismo non rilevato delle abitazioni private produrrebbe oltre trecento milioni di presenze, tante quante ne produce tutto il turismo ufficiale in un intero anno, è questa un’ipotesi che siamo convinti sottostimi il fenomeno, ma che comunque evidenzia il grande peso del turismo residenziale”.
Fonti:
Romita T., Il turismo residenziale: nuovi stili di vita e di residenzialità, governance del territorio e sviluppo sostenibile del turismo in Europa, Milano, Franco Angeli, 2010
www.unwto.org
WTO Statistics and Tourism Satellite Account & United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Recommendations for Tourism Statistics 2008, New York, United Nations Publication, 2010
Romita, T. 1999. Il turismo che non appare. Verso un modello consapevole di sviluppo turistico della Calabria. Soveria Mannelli: Rubbettino
www.regionetoscana.it
© Foto di Cristina Maioglio.
Seconda, e ultima parte, lunedì 1 novembre.