Il nome, nell’elegante e modernissima versione con il numero 8 a sintetizzare e anglicizzare il finale del toponimo – Buttinetti – contiene già buona parte del senso, o per restare in linea con gli anglismi – della mission, della più insolita, irriverente e originale galleria d’arte di Carrara, e, probabilmente, di tutta Italia. Non risultano, infatti, ad oggi, esperimenti simili tentati in altre località. Ma tornando al nome, la sua origine, in tempi assolutamente non sospetti, presagiva la possibile nascita della art gallery. È molto probabile, infatti, che la bella scalinata che dalla medievale Porta del Bozzo, nel centro storico di Carrara, sale fino a via del Plebiscito, sotto l’altrettanto antica Piazza D’Armi, chiamata, appunto dei Buttinetti, tragga il suo nome dalla presenza, in quel luogo, in epoche remote, di canali di scolo di acque reflue che andavano a gettarsi nel sottostante fiume Carrione. Nel dialetto carrarese col termine “bottino” (butin) si indicano, infatti, gli scarichi fognari e per traslato, ma neanche troppo, tutto ciò che è immondizia o che fa profondamente schifo. Ecco perché la Butin8 art gallery, con le sue installazioni spontanee fatte di rifiuti incivilmente abbandonati e di sfregi murali di ogni sorta, ha raccolto ed elevato la tradizione del luogo grazie alla ruvida, ma lucidissima ironia dei gestori della pagina Facebook che costituisce la sua esposizione costante. Ovviamente i galleristi sono anonimi, come gli autori delle opere, che, però sono stati ribattezzati con nomi orientaleggianti ed eloquenti: Maestro Nakagata, Maestro MikeMe (tipica espressione dell’arroganza carrarese: mi’ che me, cioè guarda che io) e Maestro Wuo Lozzos (altra voce dialettale che apostrofa chi fa cose incivili o indecenti: oh lozzi, cioè oh schifosi). Le opere che compaiono nella gallery – reale della Porta del Bozzo e virtuale su Facebook – sono tutte accompagnate da accurate interpretazioni critiche che continuano il gioco della satira e strappano un sorriso, oltre che un moto di indignazione. “Sempre un passo avanti” è il motto della Butin8 art gallery che ha avviato la sua attività durante la White Carrara Downtown della scorsa estate e che ha già ampliato il suo raggio d’azione includendo anche un nuovo “spazio espositivo”, il Carri1 Park (Carrione Park), per evidenziare come gli atti di inciviltà e di degrado non risparmino nemmeno il fiume della città. La pagina ha già superato i 300 follower e ormai la Butin8 art gallery è una realtà conosciuta in città sia per l’aspetto della denuncia sociale, sia per quello della naturale comicità.
Diari Toscani ha dialogato, rigorosamente a distanza, con i fantomatici galleristi della Butin8.
C’è più disperazione o ironia all’origine della pagina Butin8 art gallery?
La Butin8 art gallery nasce non da un sentimento tragicomico, bensì dalla analisi di un fenomeno socioculturale radicato sul territorio. La decorazione dello spazio urbano con oggetti di riciclo o surplus ha catturato l’attenzione dei fondatori nel momento stesso in cui si manifestava nella duecentesca porta del Bozzo, in pieno centro storico.
C’è un progetto di denuncia dietro o è semplicemente un modo per sollecitare cittadini e amministrazione col sorriso sulle labbra?
Da qui si invita alla riflessione sulla gestione/fruizione della dimensione pubblica, in cui gli attori si muovono e agiscono a pari livello, in un effetto feedback di cui è ormai impossibile riconoscere la fonte, nel bene e nel male.
È cambiato qualcosa da quando avete aperto la Butin8 art gallery? Cioè ci sono stati miglioramenti?
Dalla nascita della Butin8 abbiamo constatato che, invece di esserci un unico allestimento in mutazione, la galleria viene ogni tanto liberata dalla installazione per lasciare spazio alla creatività dell’artista successivo. Questo viene notato dal pubblico, partecipe e curioso di seguire gli sviluppi.
Da cosa dipende il grande consenso social che state riscuotendo?
Trattandosi di una vera e propria corrente creativa collettiva, tutti sono critici e autori delle opere esposte alla Butin8 art gallery, dall’installazione al commento. Questo senso di partecipazione fa sì che chi segue sia protagonista della storia, incarnando MicheMe, Nakagata, Wuo Lozzos, o comunque un Maestro dell’arte contemporanea, in una logica orizzontale, senza responsabili né colpevoli.
Dato il seguito che avete, ci saranno estensioni del percorso della Butin8?
La galleria ha già iniziato a dilatare i propri confini con l’inaugurazione del “Carry1 Park” (fb), primo parco artistico tematico di Carrara e, presto, riserverà altre sorprese.
Svelerete mai chi è il maestro MicheMe?
MicheMe e gli altri Maestri non avrebbero senso di esistere senza la Butin8 art gallery e viceversa. Sperando di essere stati esaurienti, ringraziamo per l’attenzione offerta alla galleria. A presto e sempre un passo avanti!