La sperimentazione nazionale del progetto didattico di biologia con curvatura biomedica, che nel territorio provinciale riguarda il liceo classico Repetti di Carrara e il liceo scientifico Fermi di Massa, è giunta oltre la metà del suo percorso e quindi al suo ultimo bilancio intermedio prima di quello esaustivo finale che verrà fatto l’anno prossimo.
A fare il punto sull’andamento del progetto in terra apuana sono stati i principali referenti, medici, docenti e dirigenti scolastici, che si sono incontrati giovedì 21 ottobre nella sala conferenze della sede dell’ordine dei medici, a Carrara. A introdurre gli interventi è stato il dottor Carlo Manfredi, presidente dell’ordine dei medici di Massa Carrara: “Il progetto è partito tre anni fa con l’obiettivo di fornire una preparazione avanzata agli studenti delle superiori intenzionati a studiare medicina o materie biomediche – ha spiegato il dottor Carlo Manfredi –. L’esigenza è nata dalla constatazione dell’alto livello di selettività del test per l’ammissione alla facoltà di medicina e dal conseguente numero limitato di posti disponibili. La sperimentazione è partita dal comune di Reggio Calabria che è il capofila del progetto, e poi si è diffusa su tutto il territorio nazionale arrivando anche nella nostra provincia. Quando mi è stato sottoposto il progetto, vedendo l’intensità e la specificità degli argomenti e degli incontri con gli studenti, il mio primo timore è stato quello di non riuscire a trovare abbastanza medici disposti a fare i docenti, ma è stato un timore infondato perché, al contrario, ho trovato in tutti grande entusiasmo e grande partecipazione, nonostante si tratti di un servizio volontario e gratuito. Per molti è stata la piacevole occasione di tornare nella scuola in cui avevano studiato, per tutti è stata l’esaltante esperienza di trasmettere la propria esperienza di vita a giovani studenti interessati alla professione medica. Tutti i medici hanno partecipato volentieri, anche quelli di origine non locale e anche quelli più titolati, per cui, per me, è stato grande motivo di orgoglio confermato anche dal fatto che, come provincia, siamo riusciti ad avere il progetto in due scuole e non solo in una come previsto dal programma nazionale”.
Il dottor Manfredi ha spiegato che, al momento, essendo ancora all’ultimo anno i ragazzi con i quali è iniziata la sperimentazione, non è ancora possibile valutare l’esito del percorso con dati reali, ma si è detto convinto della possibilità che il percorso di biologia con curvatura biomedica riesca a ridurre al minimo i casi di abbandono alla facoltà di medicina: “Il biomedico permette agli studenti di confrontarsi con lo studio della medicina già quando sono alle superiori e quindi opera una scrematura precoce. Quelli che continuano il percorso e poi accedono alla facoltà, sono già preparati a ciò che dovranno affrontare e più difficilmente si arrenderanno”.
La dirigente dell’ufficio scolastico territoriale, Donatella Buonriposi, ha dichiarato: “Abbiamo sempre appoggiato iniziative di questo genere anche perché abbiamo sempre riscontrato che molti studenti anche bravi, usciti dal liceo, non riescono a superare il test di accesso a medicina. La verifica dei risultati ottenuti a seguito del percorso di curvatura biomedica saranno, quindi, molto importanti”. Buonriposi ha anche sottolineato l’importanza di inserire nel percorso la possibilità per i ragazzi di vivere da vicino la realtà medica, compatibilmente con le misure anti-pandemia. Gli incontri in ospedale erano, infatti, previsti nel progetto originario che ha subito inevitabili adattamenti a causa del Covid. In merito a questo ha risposto il dottor Bruno Bianchi, tutor OMCEO per il liceo classico Repetti di Carrara: “Le limitazioni imposte dalle misure anti-Covid sono ancora molto grandi, ma ci stiamo attivando per riuscire a portare i ragazzi a vedere l’attività del reparto di emergenza del 118 e del reparto di ostetricia dell’Opa. I dati del progetto, finora, evidenziano una prima scrematura rispetto agli iscritti iniziali a fronte, però di grande entusiasmo sia tra i medici docenti, sia tra gli studenti che sono riusciti, spesso, a creare belle sinergie.
Anche la dirigente scolastica del liceo scientifico Fermi di Massa, Stefania Figaia, ha ribadito l’importanza di poter svolgere le ore di alternanza lavoro inserite nel progetto in strutture mediche: “Sono stata tra i primi a volere fortemente questo progetto perché l’ho trovato molto completo in quanto basato su lezioni interne dei docenti di scienze, sull’approfondimento portato dalle lezioni dei medici e poi dalla possibilità di fare stage a diretto contatto con la materia trattata. Il riscontro è più che positivo, anche se c’è stata una diminuzione del numero di iscritti dovuta al fatto che effettivamente qualcuno ha capito che la medicina non è la sua strada. È stata un’esperienza bellissima per gli insegnanti che si sono appassionati al progetto e hanno ricevuto un ottimo feedback dai medici che si sono veramente messi in gioco cercando di portare qualcosa di buono ai ragazzi. La pandemia, purtroppo, ha influito sul progetto che, però non è mai stato interrotto proseguendo con le lezioni online”.
La professoressa Alessandra Poggi, docente del liceo scientifico Fermi di Massa ha ricordato come la struttura del percorso di biologia con curvatura biomedica sia fatta apposta per allenare gli studenti al test di accesso per medicina, che, nella formula attuale, non è una prova che si possa preparare in pochi mesi.
La professoressa Maria Stella Raggi, referente del progetto per il liceo classico Repetti di Carrara ha ringraziato l’ordine dei medici e tutti i docenti del percorso, medici anche di grande fama, che hanno saputo interagire in maniera efficace con gli studenti ed ha ricordato: “Abbiamo creduto da subito nell’iniziativa perché abbiamo molti ragazzi interessati alla medicina e anche perché, essendo il liceo classico una scuola più prettamente umanistica, il percorso biomedico ci ha dato la possibilità di integrare un grande approfondimento scientifico nella nostra offerta formativa, anche se riteniamo sia necessario ampliarlo con altre attività e con l’esperienza pratica”.
In conclusione la professoressa Alessia Zanello ha fatto il punto della situazione al liceo classico Repetti: “In controtendenza con l’andamento generale noi abbiamo avuto pochissimi abbandoni. A fronte di un’adesione del 60 per cento nel triennio c’è stato solo un 12 per cento di ragazzi che hanno rinunciato. I ragazzi si sono mostrati molto interessati e particolarmente colpiti, soprattutto, dai racconti delle esperienze personali dei medici che hanno tenuto le lezioni”.