Nautica da diporto a Massa Carrara
È il settore emergente del panorama produttivo locale con 147 aziende attive costituite, per la stragrande maggioranza da aziende di piccole e medie dimensioni e solo un ristretto numero di dimensioni industriali. Delle aziende di nautica da diporto della provincia di Massa Carrara, il 57 per cento si occupa di costruzione e riparazione di imbarcazioni da diporto e sportive, il 37 per cento riguarda le costruzioni e riparazioni navali, mentre il 6 per cento è legato all’industria cantieristica in senso stretto.
Dal 1998 la nautica da diporto apuana ha incrementato la propria incidenza sull’intero comparto di ben 16 punti percentuali e, a buon diritto, merita l’attenzione di tutti i soggetti interessati allo sviluppo turistico dell’area. La presenza di uno del porto di Marina di Carrara e di un sistema logistico in espansione, rendono il comprensorio apuano particolarmente idoneo allo sviluppo del segmento turistico costituito dalla nautica da diporto.
Da anni esiste il progetto del “Waterfront” che prevede l’allargamento del porto di Marina di Carrara attraverso la realizzazione di quattro nuove banchine. Nell’ottica dello sviluppo turistico derivato dalla nautica da diporto, una delle quattro banchine potrebbe essere utilizzata per sviluppare un modello di portualità turistica. Le tipologie dei porti turistici sono tre: il modello parcheggio di barche, il modello piazza sul mare e il modello villaggio della nautica.
Il porto parcheggio sul mare offre l’attracco per le imbarcazioni e le “utilità”, cioè i servizi di base ma non è in grado di trattenere il diportista al suo interno. Non ha fattori di attrattiva per i turisti presenti a terra. Le ricadute sul territorio di questo modello di portualità sono essenzialmente due: è una porta a mare al servizio delle attività presenti sul territorio pur non avendo autonomia e vitalità propria e non creando grosso valore aggiunto e posti di lavoro in banchina; la sostenibilità economica basata sul solo ormeggio delle imbarcazioni porta al pareggio di bilancio, senza creare un indotto perché i parcheggi di barche sono strutture solitamente pubbliche al servizio del territorio che li finanzia.
Il porto inteso come piazza sul mare offre, invece, una grande varietà di prodotti: dalle utilità di base per i diportisti, ai servizi di ristorazione e per il tempo libero e si caratterizza per una vivacità sociale. Questa tipologia di porti rappresenta un’attrattiva sia per i diportisti, sia per i residenti ed i turisti balneari richiamati dalle attività sociali, sportive e commerciali che si trovano all’interno. L’importanza della vita sociale che si verifica in questa tipologia di porto e lo stretto collegamento fisico ed emotivo con il territorio lo rende anche una delle “piazze della città”. Tuttavia, la presenza di una animazione turistica e sociale troppo trafficata e rumorosa, spesso spinge i diportisti amanti del relax e della privacy ad evitare questo tipo di porti, ma, in generale, le ricadute su territorio dei porti piazza di mare sono molteplici: dal costituire la porta a mare al servizio delle attività presenti sul territorio, all’essere un luogo d’incontro di molte attività economiche e sociali che creano valore aggiunto e posti di lavoro e che costituiscono anche un ‘attrattiva turistica. Per i porti piazza di mare, la sostenibilità economica deve essere finanziata con intervento pubblico, a meno che non si tratti di strutture private. In questo caso la redditività generata dalle attività dei servizi a terra deve contribuire al finanziamento dell’intero sistema porto.
Infine c’è il modello di porto inteso come villaggio della nautica. Si tratta di un vero e proprio villaggio, solitamente immerso in un contesto ambientale fortemente attrattivo ed avvolgente, costruito su misura per il diportista. È quindi il palcoscenico ideale per vivere la passione per la nautica e per l’esperienza della vacanza in barca. Offre una grande varietà di servizi sia per la persona come ristoranti, bar, impianti sportivi, centri benessere sia per le imbarcazioni, tipo servizi di manutenzione e assistenza. È rivolto ad un segmento di diportisti di livello medio–alto, cioè con imbarcazioni superiori ai 12 metri, che ricerca soluzioni esclusive ed è disposto a pagare un surplus per ottenerle. È una realtà abbastanza chiusa rispetto ai turisti e ai residenti che non hanno una barca o un appartamento nella prossimità del porto. Le ricadute sul territorio del villaggio del mare indicano il modello come un fattore di attrattività per il territorio capace di richiamare diportisti con imbarcazioni di medie e grandi dimensioni, crea un valore aggiunto per il territorio e posti di lavoro diretti, all’interno del porto ed indiretti, per i servizi alla persona e alle imbarcazioni. La sostenibilità economica di questo sistema porto può essere un iniziativa imprenditoriale in quanto la redditività delle attività commerciali e di servizio permette di ottenere entrate congrue alla tipologia d’investimento.
È evidente che ad ogni modello corrisponde un sistema d’offerta e un diverso portafoglio di prodotti, che comporta un grado differente di coinvolgimento del fruitore. Il coinvolgimento va inteso in termini temporali riguardo il lasso di tempo trascorso dal fruitore nella struttura portuale (diporto di transito e diporto stanziale) e in termini qualitativi, ovvero la capacità di offrire servizi in grado di soddisfare e trattenere il fruitore.
Fonti
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BRUNI M. e CARCANO L., La nautica italiana. Modelli di business e fattori di competitività, Milano, Egea, 2009.
CENSIS, La Portualità come fattore di sviluppo e modernizzazione, Roma, 2008.
Ruggieri, G. (2007). Il turismo del mare in Italia: nautica da diporto e turismo nautico, in XIV Rapporto sul turismo italiano, 2005-06, firenze, Mercury, 427.
ONN (2010), osservatorio nautico nazionale, Turismo diporto Territorio, Rapporto sul Turismo Nautico 2.
CACCIAPUOTI A., Il diportista, n. 3, 2007.
Camera di commercio Massa-Carrara.
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