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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Cronache dal Bugliolo: il libro del matrimonio dei nonni

DiMichela Viti

Ott 3, 2021

Dal Bugliolo ci si spostò in vicolo della Ruota che era chiamato ‘l Borgaded (piccolo borgo) e lì finalmente avemmo un bagno vero con tanto di vasca da bagno! Fu in quella casa che, ormai già grande, scoprii la storia d’amore del nonno Francè e della nonna Norina. Un giorno, mentre insieme a mia madre, stavamo riordinando l’armadio del nonno e lui se ne stava seduto sul letto ad osservarci, con il mento appoggiato al bastone, mi capitò tra le mani un libricino. Mia madre tentò subito di sottrarmelo per impedirmi di leggerlo mentre il nonno assisteva alla scena col suo mezzo sorriso sulle labbra e un lampo ironico che usciva dagli occhi azzurri ormai ridotti a fessure. Era il libro del matrimonio dei miei nonni, ma la data che riportava mi lasciava perplessa. Riportava l’anno 1911 ed io mi domandavo come era possibile, visto che la loro prima figlia, la zia Gemma, era nata nel 1910. Allora il nonno mi fece sedere vicino a lui e mi raccontò.

Sua moglie, la nonna Norina, che di cognome faceva Rosselli, era nata ricca, a Carrara nel 1885. Aveva avuto cameriera e cocchio personali, più un precettore che la fece studiare da maestra. Quando Norina ebbe 17 anni, suo padre pensò bene di giocarsi tutto alle carte e di suicidarsi, così i suoi parenti decisero di farla sposare con un uomo ricco originario di Succiso, paese di montagna in cui viveva anche il nonno Francè. Il primo matrimonio di Norina non le portò né amore né fortuna: suo marito morì prestissimo e le cognate non le riconobbero alcun diritto, ma Norina era intelligente e molto ingegnosa e si mise ad insegnare ai bimbi del paese. La pagavano in natura: polli, uova, verdura, quello che avevano insomma e lei poteva andare avanti. La sorella del nonno Francè, Maria, andava a fare le faccende di casa da Norina perché lei non era capace e una volta capitò che Maria chiese a suo fratello Francesco di portare della legna alla maestra. La prima volta lui la mise in fondo alle scale. Dopo un po’ Maria chiese ancora legna per la maestra e Francè la mise sulle scale. Alla successiva richiesta di legna per la maestra, Francè entrò in casa… e la maestra rimase incinta della zia Gemma. Francè aveva 20 anni, tre di meno di Norina e si sentì schiacciato dalla responsabilità. Norina era una donna colta, lui non sapeva né leggere né scrivere. Tentò di scappare dal paese e raggiunse Genova dove aveva dei parenti. Con l’idea di imbarcarsi per l’America, trovare lavoro là e mantenere suo figlio. Al pensiero di dover fare il padre e marito era letteralmente terrorizzato, ma i preti erano, all’epoca, molto più veloci di un sms di oggi e subito informarono i parenti, che lo rimandarono a casa. L’ordine era venuto dalla madre di Francè, la bisnonna Crista, che aveva subito preso in casa Norina e intendeva assolutamente farla sposare con suo figlio. “A l’avev ‘n za ‘n cà vaca e vited” (Aveva già in casa la mucca e il vitellino n.d.r.), fu il commento che fece allora il nonno e che mi riferì nel suo racconto. Francè tornò indietro e la sposò. Si amarono anche tanto ed ebbero otto figli. Norina seppe sempre, anche nei momenti davvero neri, trovare il modo di arrangiarsi: scriveva e leggeva lettere per chi non sapeva farlo e, magari, aveva figli al fronte, si mise a vendere carbone e organizzò anche una sorta di cucina per chi non aveva tempo o modo di andare a casa tra un turno di lavoro e l’altro. Morì a 65 anni e il nonno, che le sopravvisse per oltre 20 anni, non si risposò mai più. Anche perché mia madre era gelosissima di lui, una vera seconda moglie. Anc trop a v’ par? (Anche troppo, non vi pare? n.d.r.).