La vitalità e l’entusiasmo sono gli stessi del primo giorno, per il sindaco uscente di Montignoso, Gianni Lorenzetti, che è anche il candidato del centrosinistra per proseguire nel mandato di primo cittadino, ormai agli ultimi giorni della sua prima esperienza di governo del comune apuano e anche della campagna elettorale per ottenere la riconferma del ruolo. Lavorare a testa bassa è sempre stata la risposta di Lorenzetti a tutte le problematiche emerse nel corso del suo primo mandato e anche adesso, in una campagna elettorale che lo vede favorito nei confronti della lista civica di Francesco Matteucci e della coalizione di centrodestra di Manuela Aiazzi, il suo impegno è tutto profuso verso il risultato che lo farebbe restare a Villa Schiff per altri cinque anni.
Si può parlare di vittoria annunciata?
No, assolutamente. Io ho una formazione agonistica e provengo dal mondo dello sport, quindi so bene che ogni competizione nella vita non è mai vinta prima del fischio finale dell’arbitro. Solo allora si può dire di aver vinto. La mia attenzione è tutta concentrata fino all’ultimo istante sull’obiettivo di vincere, possibilmente vincere bene, meglio dell’altra volta.
Che bilancio fa del suo primo mandato?
Sono stati cinque anni fantastici. Basta andare a vedere il bilancio. Quando un sindaco si insedia scatta una fotografia del comune e quando finisce ne scatta un’altra . Dal confronto delle due si vede cosa è stato fatto. Siamo partiti da un indebitamento strutturale che era figlio della riforma della legge sul bilancio, dopo l’entrata in vigore della contabilità organizzata che aveva cambiato tutto. Quasi tutti i comuni hanno dilazionato il debito in 30 anni. Noi avevamo un debito di 4 milioni e mezzo che dilazionato in 30 anni comportava 140mila euro all’anno da far gravare sulle casse comunali. Invece siamo arrivati in fondo ai cinque anni con solo un milione e 700 mila euro di indebitamento e non per la somma delle rate del debito ma grazie a un lavoro che ha ulteriormente abbattuto l’indebitamento. Spero che nel giro di un paio d’anni, massimo tre, lo avremmo chiuso: questo ci consentirà di avere 140 mila euro in più nel bilancio per la spesa corrente cioè da mettere a disposizione della comunità. Questo è un risultato frutto del grande lavoro fatto sulla scelta e la possibilità di avere finanziamenti esterni che hanno sostenuto interventi per milioni di euro.
Quali sono i risultati positivi raggiunti con questi finanziamenti?
La pista ciclopedonabile insieme all’adeguamento delle fognature bianche sono stati un lavoro da oltre un milione di euro. La nuova scuola del Cinquale con la palestra di quartiere è stato un finanziamento da 3 milioni di euro. Ci sono pronti, nelle casse, un milione e 200mila euro per fare la gara d’appalto per la ciclabile lungo la linea gotica, che sarà un intervento, non solo di decoro urbano, ma anche di valorizzazione della storia locale. Due scuole nuove per 8 milioni di euro divisi tra Cinquale e Sant’Eustachio. La sistemazione del dissesto idrogeologico che è valsa: un milione di euro a Santa Croce, 700mila a via Tombara, 700 mila al Poggio ai quali si aggiungono i 500 mila euro per la sistemazione di varie frane sulla strada provinciale e un milione e 300mila pronti per essere spesi per il dissesto delle fognature nella zona Arca. Se ci mettiamo a contare i soldi che sono arrivati a Montignoso scopriamo cifre mai viste.Il bilancio non è che positivo.
Sul piano sociale e culturale quali traguardi sono stati raggiunti?
Il primo è il campo sportivo che è l’impianto più bello del comprensorio apuoversiliese: un campo sintetico di ultima generazione, che ha intorno altri tre campi per la scuola calcio che in questo modo può essere ripopolata con vantaggi per la salute e la socialità dei bambini. E poi la ludoteca, l’inglese con insegnanti madrelingua nella scuola primaria, il servizio di consegna a domicilio delle mascherine durante la pandemia. Davvero se si analizza il lavoro fatto emerge una grande positività.
Che cosa, invece non è riuscito a realizzare?
Non sono riuscito a realizzare quei due o tre parcheggi che servono a Montignoso a cui, peraltro stiamo lavorando, perché la parte montana, dal punto di vista geomorfologico, è molto antropizzata ed è carente di spazi, per cui è difficile fare i parcheggi perché sono molto costosi e difficili da realizzare. Tuttavia abbiamo messo in piedi un percorso di progettualità. Tra le cose ancora non fatte ci sono il restauro della casina Mattioli al lago di Porta e il recupero dell’asilo della Renella. Questi sono i tre punti ancora da perseguire.
E il caso Cava Fornace è in via di risoluzione?
Ormai il percorso di Cava Fornace si è chiuso, anche se c’è ancora chi urla e sbraita, ma questo non è mai stato il mio modo di affrontare il problema. Piuttosto io mi concentro a lavorare e portare a casa i risultati. La lettera dell’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni, arrivata pochi giorni fa mette la parola fine a una serie di polemiche. La realtà è che l’assessorato all’ambiente regionale si è impegnato a chiudere il percorso che non significa chiusura della discarica. La chiusura non è possibile e questo concetto ormai è acquisito da tutti. Si parla del riesame dell’aia e noi abbiamo contemplato anche il riesame la via, e con il P.a.u., piano accessibilità urbana, verrà rimesso in discussione tutto. La regione ha messo come limite i 43 metri che ormai sono quasi raggiunti e a quel punto di dovrà capire se ci sono le concessioni per andare oltre. Con il riesame tutti gli attori della vicenda torneranno al tavolo della discussione e potranno dire quello che pensano e se ci saranno le condizioni si potrà chiudere la discarica. La lettera dell’assessore conferma l’impegno profuso nella concretezza della vicenda.
Dal punto di vista culturale durante il suo mandato era stato avviato il percorso dell’Arena della Versilia con un cartellone strepitoso di eventi musicali, ma con la pandemia si è tutto fermato. Ci sarà modo di ripartire con la programmazione degli spettacoli?
Il progetto Arena della Versilia è tutt’altro che finito. Si è solo fermato per la pandemia. Al momento è in atto anche la risoluzione del problema legato alla promiscuità tra la proprietà privata della palestra e della sala da ballo e il parco che è pubblico. Con il piano regolatore abbiamo provato a mettere fine a questo percorso, che è complicato perché far lavorare il privato sul suolo pubblico ha tutta una serie di problematiche. L’Arena della Versilia sarà gestita, chiaramente, da un privato, perché il comune non può certo organizzare gli eventi di quella portata, ma avrà l’appoggio del comune per quelle iniziative. Nei prossimi mesi ci sarà ancora una chiusura per questi motivi ma non è assolutamente la fine del progetto. La pandemia ci ha fermato. Sono in contatto con la proprietà e so che vogliono rilanciare il progetto: hanno comprato un palco molto più grande e particolare, adatto ai musical perché si stanno muovendo per portare, tra gli altri, “Notre Dame de Paris”. Il rilancio ci sarà chiaramente per la prossima estate.
Qualche problema continua a venire dalle zone della movida. Qual è la strategia per affrontarli?
La zona critica è la piazza De Andrè al Cinquale dove ci sono due bar ormai diventati ritrovo per i giovani. Ma i problemi che abbiamo noi per la movida sono gli stessi che hanno tutti i comuni. Come dalle altre parti si cerca di intervenire con le ordinanze relative alla vendita di alcolici ai minorenni e per ottenere buoni risultati in questa direzione io auspico una maggiore collaborazione tra istituzioni e gestori dei locali per i quali credo sia meglio ragionare sul lungo periodo e considerare i danni causati da una chiusura imposta per multe o risse scoppiate tra ragazzi ubriachi a fronte di un numero più alto di scontrini per vendite a minorenni. Infine la piazza è stata vandalizzata nel corso degli anni ma abbiamo in atto un progetto con il costruttore della fontana per spostarla in un luogo più adatto e creare una piazza con più spazi che si farà nei prossimi mesi per riconsegnare ai cittadini una piazza più fruibile.