Un flash mob ad altissimo contenuto culturale, quello messo in atto da 25 artiste residenti a Carrara nella notte di mercoledì 8 settembre, anniversario dell’armistizio e dell’inizio della Resistenza italiana. Non si è trattato solo una performance artistica: quello a cui, principalmente, miravano le artiste del collettivo carrarese che ha per nome e per motto la parola dalla doppia valenza Disturbate!, era fare un dono alla città con il frutto del loro talento e della loro creatività.
E così gli spazi destinati ai manifesti pubblicitari in via 7 luglio –la strada in cui si concluse la rivolta delle donne di Carrara contro il comando nazista che voleva distruggere la città – si sono riempiti di 32 poster, ognuno originale, unico e realizzato a mano, di un metro per 140 centimetri, dedicato alla figura di una attivista donna contemporanea, in contemporanea con l’edizione 2021 di Con-Vivere che era dedicata alla cura. Una cura della città che le artiste hanno voluto esprimere con quel gesto simbolico, che non ha mancato di colpire profondamente residenti e turisti e di farsi notare anche dalle istituzioni.
Quello di mercoledì 8 settembre è l’ultimo di una serie di “attacchi culturali” che, dall’inizio della pandemia, hanno abbellito la città: una prima serie di manifesti, nello stesso luogo, venne affissa in occasione del 7 luglio 2020 per celebrare la rivolta delle donne carraresi. Qualche mese prima, il piccolo vicolo dei Butinetti, nel centro storico di Carrara, era stato ripulito e riempito di farfalle di carta stilizzate. Con il patrocinio del comune, a dicembre 2020, lo stesso collettivo di artiste aveva realizzato un originale calendario dell’avvento a cielo aperto, scoprendo, ogni giorno, un manifesto dedicato a un’opera d’arte, sempre negli spazi dell’affissione di via 7 luglio.
A ideare i progetti, sempre le stesse due artiste: Stefanie Oberneder e Enrica Pizzicori. Diari Toscani ha incontrato Stefanie Oberneder, scultrice e pittrice di origine tedesca, residente a Carrara, da sempre impegnata nella rinascita artistica della città, co-fondatrice dell’associazione Oltre e della manifestazione Studi Aperti, ormai diventata un appuntamento di richiamo internazionale nel mondo della scultura.
Come sono nati i manifesti di via 7 luglio?
Sono nati per una logica conseguenza dopo il primo lockdown del 2020. Da quel momento abbiamo cambiato modalità e cominciato a fare azioni collettive. A queste riflessioni ci sono arrivata con Enrica Pizzicori, che è un’artista e mia carissima amica, oltre che mia vicina di casa. Quello che abbiamo passato con la pandemia è stato un periodo in cui ci si è imbruttiti così tanto, un periodo, per me, così violento e così contro ogni mio principio umano, per cui abbiamo sentito il bisogno di riprovare a ricreare reti e strutture che ci facciano umanamente stare un po’ meglio. Invece di usare l’arte come qualcosa dentro a una teca di vetro, abbiamo provato a renderla veramente pubblica, decidendo di intervenire direttamente nel contesto urbano con la nostra creatività per cambiarlo e per rendere l’arte accessibile a chiunque. La nostra arte si esprime in una galleria a cielo aperto: la strada, la città. Fa tutto parte di un unico percorso: siamo partite col ridipingere le fioriere, poi con le farfalle messe nella salita dei Butinetti e poi, pian piano altre artiste ci hanno affiancato chiedendoci di partecipare alle nostre iniziative.
Avete avuto contributi per sostenere i costi dell’opera?
La carta per i manifesti ci è stata offerta dalla ditta GD grafica di Sarzana ma tutto ciò che abbiamo fatto è stato gratuito. Diamo in dono il nostro lavoro e la nostra arte alla città perché il dono fa bene a chi dona e a chi riceve. È donare che è bello come pensiero e per essere tale non può essere a richiesta di qualcuno. L’idea dei manifesti l’avevamo già sperimentata l’anno scorso per celebrare le donne partigiane e poi a Natale con il progetto del calendario dell’Avvento. I contributi dal comune di Carrara li abbiamo avuti solo per il calendario, per il quale avevamo anche il permesso per l’affissione. Però è macchinoso lavorare con la burocrazia e i finanziamenti sono insufficienti perché coprono solo le spese vive e non il lavoro di progettazione e di realizzazione dei manifesti, l’idea non è mai retribuita.
Ormai siete delle habitué di via 7 Luglio…
Sì, praticamente i residenti della strada aspettano le nostre iniziative e sono sempre felici di vederci in azione
I manifestano raccontano figure di donne impegnate in grandi battaglie.
Quest’anno ci siamo rese conto che lo stesso spirito di lotta e di resistenza delle donne partigiane esiste anche in donne contemporanee che lottano e resistono per una buona causa collettiva che riguarda, spesso e volentieri, l’universo femminile, oppure che si impegnano su ambiente, diritti umani e altre grandi problematiche. Quindi, voluto provare a connettere il passato col presente che spesso non è considerato abbastanza e sono nati i manifesti dedicati alle attiviste.
Come avete scelto i personaggi da rappresentare?
Enrica a fatto una lista dei personaggi femminili a cui ispirarci. Io ho fatto pressione affinché fossero tutte donne ancora in vita e poi, per una svista, l’unica che ha fatto un manifesto dedicata a un personaggio già scomparso sono stata io. Ognuna di noi, però, era libera di cambiare e di aggiungere nuove figure. È stato interessante perché non conoscevo la storia di tutte le attiviste a cui abbiamo dedicato i manifesti e così ho avuto modo di apprezzarle. E proprio perché non tutti potevano non conoscere la storia di ognuna delle donne raffigurate abbiamo inserito in ogni manifesto un QRcode che permette di avere tutte le informazioni necessarie.
Che reazione vi aspettavate dalla gente?
La nostra intenzione iniziale era quella di non segnalare in alcun modo l’opera e di attendere l’inevitabile curiosità del pubblico. Sapevamo che ci avrebbero cercato perché ormai tutti sanno che siamo che facciamo queste cose. E infatti la reazione della gente è stata immediata e unanime nell’apprezzare i manifesti. Quello che ci ha molto stupito e che non avevamo messo in conto è stata la reazione di alcune delle attiviste rappresentate che, grazie ai tag messi sui social, ci hanno contattato e chiesto di conoscere il progetto. L’eco della nostra azione culturale è arrivato anche in Regione e al momento stiamo valutando con loro la possibilità di fare una pubblicazione dedicata all’opera.
Esistono copie dei manifesti?
Assolutamente no: quelli attaccati sono tutti originali, anche se sono senza firma, il che non conferisce valore all’opera.
Non temete che li stacchino o li danneggino?
Qualcuno ci ha provato, ma noi confidiamo che tutti ricordino che si tratta di un dono, come è scritto anche su uno dei manifesti.
Quindi cosa vi resta della vostra opera?
Ogni manifesto è stato accuratamente fotografato e può essere riprodotto. Prima di Natale faremo una mostra nella galleria Estensioni che condivido con altre tre artiste che fanno parte del collettivo.
Quante artiste fanno parte del collettivo e come vi organizzate per realizzare imprese di questo genere?
Siamo in 32 ma nei vari progetti ruotiamo a seconda della disponibilità di ognuna. A volte alcune sono fuori città per partecipare a mostre o simposi e quindi non possono partecipare. Abbiamo una chat comune che ci serve per organizzarci. Di solito siamo Enrica ed io che spingiamo per un’idea e quelle che sono interessate ci seguono. Carrara ha una grande popolazione femminile artistica e la cosa più bella è che abbiamo ancora voglia di fare queste cose selvagge.
Tra poco inizia Studi Aperti, una manifestazione che lei ha contribuito a creare…
Sì. Ho notato che Carrara Studi Aperti viene preso più sul serio e ne sono felice. Del resto se Carrara è riuscita a diventare Città Creativa dell’Unesco è anche per merito di Studi Aperti che è stato uno dei pilastri che serviva per avanzare la candidatura. Quest’anno non aprirò il mio studio per una serie di problemi ma insieme alle mie colleghe sto organizzando una mostra collettiva nella nostra galleria che sarà anche un info point per i visitatori della manifestazione.
Sarà possibile in futuro comprare copie dei manifesti di via 7 luglio?
Sì, oltre alla mostra, faremo delle riproduzioni per la vendita ma i soldi che ne verranno li useremo per finanziare altri progetti, sempre finalizzati a risvegliare la coscienza cioè a evidenziare le cose nascoste per donarle alla città.
Ecco i nomi delle artiste che hanno realizzato i manifesti di via 7 luglio: Giovanna Ambrogi, Amlrumdame, Valentina Antonicelli, Elisa Belloni, Daniela Borri, Maria Bressan, Anna Fabrizi, Greta Fila, Chiara Franchi, Selene Frosini, Fiammetta Ghiazza, Valeria Greco, Valentina Gregoric, Lorena Huertas, Ilaria Melis, Stefanie Oberneder, Enrica Pizzicori, Chantal Stropeni, Alem Teklu, Anna Torre, Sofia Vermigli, Claudia Zanaga, Consuelo Zatta.
©Foto di Cristina Maioglio
Video gentilmente concesso da Stefanie Oberneder e Enrica Pizzicori.
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