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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Le suggestive vigne a picco sul mare blu di Punta del Persico

DiVinicia Tesconi

Set 10, 2021

Un percorso che odora di uve pregiate e di salmastro è quello che porta a Punta del Persico, la sorprendente spiaggia di Campiglia, nel Parco nazionale delle Cinque Terre in provincia di La Spezia. Il contrasto forzato eppure emozionante tra la terra che sembra quasi precipitare in un mare dal blu intenso offre un’esperienza di trekking tra le più suggestive, specialmente nel mese di settembre, quando dalle molte vigne ricavate dai terrazzamenti costruiti dall’uomo si comincia a raccogliere l’uva.

Il percorso parte in discesa e conduce al mare cristallino in cui è possibile tuffarsi per gli ultimi bagni d’estate. Il ritorno è, ovviamente, in salita e quindi decisamente impegnativo che è lo sfondo costante di tutta la passeggiata. Il sentiero è segnato dal CAI con il numero 528 e parte da Campiglia con una mulattiera che costeggia la chiesa di Santa Caterina. L’inizio della discesa è dolce e suggestivo grazie a un dislivello ancora non troppo marcato e alla presenza di coltivazioni e vegetazione spontanea particolarmente affascinanti. Ci sono viti, ovviamente e ulivi, il binomio storico della Liguria, piccoli orti ricavati nelle terrazze di muri a secco dal lavoro costante e ostinato dei contadini contro un’asperità naturale del terreno che sembrerebbe negare ogni possibilità di trarre frutti dalla terra. Le vigne sono raggiunte da una monorotaia usata per trasportare le uve durante le vendemmie, un sistema che ha molto alleggerito la fatica di portare le ceste cariche di uva lungo il ripido pendio della montagna. A metà della discesa c’è un piccolo agglomerato di case dal tetto basso e piatto della frazione di Persico che, in origine appartenevano ai coltivatori del luogo e oggi sono invece usate dai turisti. La discesa diventa, a questo punto molto più ripida e il sentiero si trasforma in una scalinata con gradini non uniformi e spesso di notevole altezza. Accanto alle coltivazioni liguri per eccellenza ci sono quelle importate come il chinotto, il fico d’India e lo zafferano. 2 mila sono gli scalini da scendere per arrivare alla spiaggia: un prezzo alto in fatica che si paga risalendo, ma che offre, una volta giunti sui famosi ciottoli tondeggianti che caratterizzano la spiaggia di Punta del Persico, la vista mozzafiato delle isola Palmaria, del Tino e del Tinetto e del promontorio di Portovenere all’orizzonte.
L’ultimo tratto di costa a picco sul mare è un contrasto di rocce rossonere dato dalla presenza di falesie di rocce con alta concentrazione di ossido di ferro. La spiaggia non è di facile accesso per la presenza dei ciottoli levigati dal mare ma le acque sono di una purezza straordinaria e meritano la fatica di essere raggiunte saltando sui piccoli scogli.
Il ritorno è tutto in salita, ma la fatica non è sufficiente ad annullare l’effetto dello spettacolo naturalistico offerto dal paesaggio.

© Foto e percorso di Cristina Maioglio